Parola all´imputato Previti

Prima di riportare integralmente l´intervento di Cesare Previti alla Camera dei Deputati, in occasione della discussione sulla legge ex Cirielli, vorremmo dire qualcosa a proposito di questo imputato e della ragione che ci spinge a “dargli voce”.
Noi siamo dei legalitari, dei destri fottutissimamente legalitari!
Per noi il rispetto della legge è l´unica morale possibile, perché solo la legge ci rende liberi ed eguali. Lo tengano a mente quelli che sfasciano le vetrine e danno fuoco ai Mac Donalds, che occupano abusivamente case private o derubano supermercati o megastore con la formula dell‘”esproprio proletario”, neanche se il citare questo “esproprio proletario” conferisse al furto, non una connotazione necessariamente delinquenziale e teppistica, ma addirittura un´aura nobile, da gesto eroico e commendevole!
Dicevamo, per noi la legge è tutto. E il suo rispetto è sacro!
La legge, però, dice che un imputato è innocente, fino a quando non vi sia una sentenza passata in giudicato, attraverso tutti i gradi di giudizio, che dichiari colpevole l´imputato stesso. Di più, questo è previsto dalla Costituzione, all´articolo 27, secondo comma, che recita: “L´imputato non è considerato colpevole fino alla condanna definitiva”. E Previti non è stato ancora condannato in via definitiva per la quasi totalità  dei processi a suo carico.
Ciononostante, grazie ad una sapiente “strategia diffamatoria” a mezzo stampa, per gran parte dell´opinione pubblica che lo conosca, Previti non può che essere colpevole.
Le sue colpe? Essere ricco, di successo, se si vuole abbastanza naif e volgarotto, con questa sua faccia che lombrosianamente parlando, sembra dirci: “Sono colpevole di ogni crimine”. Arrogantello, con questo suo parlare abbastanza burino e sguaiato, malgrado sia un avvocato molto competente e di talento.
Come dire, Previti è l´imputato prediletto contro cui il nostro inconscio vendicativo e feroce, quello che conosce le schifezze e le cose disoneste che ognuno di noi fa ogni giorno, non può che scagliarsi. E´ l´agnello sacrificale per i nostri peccati. Perché quanti borghesucci upper-class che, nella vita di ogni giorno evadono il fisco, commettono illeciti civili e penali, cercano raccomandazioni per sé o per i propri figli, in spregio a qualsiasi legge e a qualsiasi criterio di giustizia vera, dicevamo quanti di questi borghesucci delinquentelli, poi quando si trovano tra di loro, nei salotti buoni, nei posti che contano, dicono: “Che vergogna questo Previti, è davvero un delinquente. Non è ammissibile che viva in qualunque consesso civile”, quanti sono secondo voi?
E hanno titolo a parlare, visto che loro per primi, compiono anche illeciti penali? E siamo sicuri che questa ferocia collettiva contro Previti, non dipenda dal fatto che buona parte di noi “vede” in lui il delinquente che è in ciascuno di noi?
Ciò non toglie, poi però, che contro Previti, possano scagliarsi, e di fatto si scaglino, anche tante persone dabbene, indotte a giudizi ferocemente frettolosi e approssimativi, perché “tutti dicono che Previti è un delinquente”, e quando tutti dicono o pensano una cosa, le persone insicure, le pecore, non possono che accondiscendere alla vulgata. Perché essere contro il “pensiero prevalente” richiede sempre palle e carattere. Due risorse da spiriti liberi, dunque due risorse scarse. In ogni caso Previti, allo stato, è colpevole per non aver dichiarato al Fisco, guadagni per 11 miliardi di vecchie lire.
Ciò di sicuro, anche ai nostri occhi, fa di lui una persona che almeno per questa cosa, uno stinco di santo non può essere. Ma anche Diego Armando Maradona ha evaso il Fisco, e per somme molto maggiori: 40-45 miliardi di vecchie lire. Lo ricordino quelle persone che hanno incominciato ad adorare el pibe de oro, da quando s´è tatuato il Che e s´è messo a fare il difensore del popolo cubano e castrista, contro il colonialismo imperialista di Bush!
Fatta questa lunga premessa, e me ne scuso, vi citiamo integralmente l´intervento di Previti. Giudicatelo voi, come meglio credete. Noi, qui, oggi, gli abbiamo dato voce solo perché lo attaccano tutti e questo fa di lui, ai nostri occhi, un debole. E per questo “lo facciamo parlare”. Perché Previti non è Sofri, non ha una potentissima lobby alle sue spalle, pronta a tutto pur di dichiararne l´innocenza. Anche contro il responso di sentenze passate in giudicato che, nel caso di Sofri, ne proclamano la colpevolezza. Buona lettura.
Signor Presidente, onorevoli colleghi, parafrasando Shakespeare, “io non sono qui per fare l´elogio di Cesare ma per seppellirlo”. Troppe volte, fuori e dentro quest´aula il mio nome è stato speso con disprezzo, in modo offensivo, con il solo intento di demonizzare una legge, un intervento, una dichiarazione. “Salva Previti”, nell´accezione comune del centrosinistra e di certa stampa che è libera solo di insultare, è ormai diventato un aggettivo che evoca qualcosa di immorale, di scandaloso, di vergognoso. Ma di vergognoso c´è solo la campagna d´odio orchestrata nei miei confronti da una fazione politica giustizialista, irriducibile e intollerante. Il mio nome e il mio cognome li porto in giro per l´Italia e li ho portati in giro per il mondo con fierezza e orgoglio, la fierezza di chi sa di avere sempre lavorato con serietà , capacità , successo e onestà , l´orgoglio di chi si sta tenacemente confrontando da nove anni con una persecuzione politica certificata perfino da quest´aula, quando i numeri parlamentari sorridevano al centrosinistra.
Questo nome io continuerò a portarlo con orgoglio, anche se troppe volte è finito fra le labbra di gente indegna di pronunciarlo. Per la prima volta, ad usarlo in modo dispregiativo, fu una cosiddetta teste che nove anni fa venne imbeccata per gettare fango sul mio nome, su di me, sul mio lavoro, sul mio impegno, sulle mie passioni di avvocato prima e di parlamentare poi. Solo qualche giorno fa, di fronte alla paurosa prospettiva di una condanna per calunnia, questo teste ha ammesso ciò che io dico fin dall´inizio di questa penosa vicenda: è stata eterodiretta, per portare avanti, per conto terzi, la sua menzogna prima come confidente e poi come testimone (sono sue parole). In una situazione di normalità  giudiziaria, basterebbero queste pur tardive ammissioni per dichiarare conclusi i miei processi. Che del resto, già  con i dati disponibili fin dall´inizio non sarebbero mai dovuti cominciare.
Eppure io continuo tenacemente a credere nella giustizia. Continuo ad essere convinto, perché sono innocente, che sarò assolto nel merito dalle magistrature apicali davanti a cui oggi pendono i miei processi. E comunque sia, comunque vada, io non ho bisogno della legge sulla prescrizione, non la voglio per me, non voglio che essa venga accostata al mio nome, come dimostra la lettera che scrissi al presidente del Senato, chiedendogli di sospenderne l´esame fino alla conclusione della mia vicenda processuale. Tuttavia, ritengo la “ex Cirielli” una buona legge, un provvedimento che interessa migliaia di cittadini e che interviene per riparare gli enormi guasti provocati dalla discrezionalità  del giudice nel determinare i tempi della prescrizione, addirittura fino al raddoppio o al dimezzamento.
La storia processuale italiana è piena di evidenti casi di disparità  di trattamento: a seconda del giudice che si ha davanti, a seconda addirittura dell´antipatia e della condizione sociale dell´imputato – e non del suo stretto caso processuale – situazioni del tutto simili sono state trattate in modo diametralmente opposto.
Come detto, questa legge cerca di dare certezza alla pena e al tempo della prescrizione. Ma poiché il provvedimento avrebbe potuto riguardare anche me, una legge assolutamente giusta e doverosa si è trasformata nella peggiore delle leggi possibili per l´opposizione, che è disposta a calpestare i diritti di tanti italiani pur di colpire Cesare Previti. Per evitare strumentalizzazioni, l´Udc ha presentato un emendamento che di fatto mi esclude dai possibili effetti del provvedimento. A parte il paradosso che una pretesa legge “ad personam” sia stata trasformata in una legge “contra personam unam”, mi rattrista il fatto che per escludere me ne patiranno effetti negativi anche tutti quei cittadini che loro malgrado si trovano con processi in appello e in Cassazione. Ma mi rasserena che da oggi in poi nessuno potrà  e dovrà  usare in modo dispregiativo il mio nome per accostarlo con intenti di demonizzazione a un provvedimento legislativo. Dico di più: proprio per evitare residui dubbi, chiedo che Forza Italia presenti un emendamento in base al quale si elimini la norma che prevede gli arresti domiciliari, e non il carcere, per gli ultra settantenni. Perché nessuno si azzardi anche solo a sospettare che Cesare Previti si sia “venduto” per poter scontare la possibile condanna agli arresti domiciliari.
Lo ripeto, io sono certo che la mia innocenza sarà  riconosciuta nel merito. Se così non dovesse essere, se a spuntarla sarà  la giustizia politica che ha operato in questi anni, continuerò a combattere la mia battaglia da dentro il carcere. Ma lasciate in pace il mio nome, non accostabile a nessuna ipotesi di salvataggio. La mia pretesa è quella di sempre che siano a me riconosciuti tutti i diritti dovuti a un cittadino innocente
“.

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