Nov 05
15
Alemanno: ovvero la Destra che non mi piace e che Destra non è
Alemanno l´ho conosciuto 14-15 anni fa, in occasione di una manifestazione nazionale del Fronte della Gioventù che si svolse a Napoli.
Il Fronte della Gioventù (FdG) era una delle due organizzazioni giovanili del Msi, quella degli studenti liceali, e Alemanno allora ne era il Segretario Nazionale, mentre il sottoscritto ne era un dirigente provinciale, settore stampa e propaganda.
Stavamo allestendo la manifestazione, sotto la Federazione del Msi, e mi trovavo lì con un mio amico che era il Segretario Provinciale del FdG, quando arrivò Alemanno. Una cosa mi colpì subito di lui: indossava al collo una kufiyah. Simbolo non solo della lotta palestinese, ma anche accessorio immancabile di ogni “compagno”: insomma qualcosa che non c´entrava niente con noi giovani di destra.
Mi rivolsi al mio amico chiedendogli come mai Alemanno la indossasse, solo che feci una gaffe: non m´ero accorto che, nel frattempo, Alemanno si era avvicinato a noi, e che aveva sentito la mia domanda.
Mi rispose lui direttamente, dicendomi che insomma non c´era niente di strano, che ad indossare una kufiyah fosse anche un missino, un destro. E qui sta la prima questione da cui muove questo post: Alemanno, allora, si definiva un “missino di sinistra”. Ma non nel senso che lui volesse rappresentare la sinistra interna del Partito, rispetto a quanti invece ne rappresentavano la destra.
Noi, lui semplicemente si definiva di sinistra, punto! Un missino di sinistra.
Per qualcuno può sembrare un ossimoro, ma così non è. La questione è lunga e noiosa (soprattutto per chi, come il sottoscritto, sia antifascista), per cui non l´affronteremo se non dicendo che alla origini, il Fascismo nacque come movimento di sinistra e poi si trasformò. Nel dopoguerra, una parte del Msi, soprattutto chi si ritrovava nelle posizioni di Rauti e non solo, voleva che il Msi fosse un movimento di sinistra.
Fu Almirante, invece, nel 1973, a seguito dell´incorporamento del Movimento Monarchico, a dare vita al Movimento Sociale Italiano – Destra Nazionale.
Tuttavia, alla fine degli anni ‘80, Rauti divenne Segretario Nazionale del Msi e propose lo “sfondamento a sinistra”: in sostanza propose di eliminare la definizione di “destra nazionale”, e propose di trasformare il Msi in un partito di sinistra.
Farneticazioni!
Farneticazioni che però affascinavano il seguace di Rauti: il giovane Gianni Alemanno.
Il quale, ancora oggi, rimane legatissimo alla sua “impostazione di partenza”: attenzione morbosa ai temi sociali, indifferenza se non proprio ostilità all´economia di mercato, esaltazione dell´intervento dello Stato in economia, avversità verso ogni forma di privatizzazione, difesa di ogni “corporativismo” anche il più becero, avversione verso ogni tipo di liberalizzazione anche nel campo delle libere professioni, attenzione maniacale e deferente verso una parte del Clero vaticano.
In sostanza, la rivoluzione Liberale e Liberista, il Governo Berlusconi non l´è riuscita a fare (e questo lo pagheremo elettoralmente!), a causa delle posizioni dell´Udc e a causa della “Destra Sociale” di An, capeggiata dal duo Alemanno – Storace.
Ad esempio, il folle e insensato salvataggio dell´Alitalia l´ha fortemente voluto Alemanno.
Il contribuente italiano è stato costretto a “cacciare soldi” per salvare, attraverso l´intervento dello Stato, un´impresa decotta: l´Alitalia.
E ciò anche in spregio agli articoli 85 e successivi del “Trattato di Roma”, quello cioè che ha dato vita alla Comunità Europea, che fa divieto ad uno Stato di intervenire per salvare un´impresa.
In un´economia “sana” e di mercato, le imprese inefficienti falliscono o vengono acquistate da privati che le risanino.
Ma mai e poi mai uno Stato deve metter quattrini per salvarle, perché le imprese inefficienti producono debiti e disoccupazione. E le conseguenze le pagano i cittadini, che scontano servizi inefficienti (l´Alitalia, ad oggi, è una delle peggiori compagnie aeree in fatto di qualità dei servizi), e vedono utilizzati i loro soldi per “salvaguardare interessi” che non hanno utilità per la collettività .
Quante cose si sarebbero potute fare per i cittadini con i soldi usati per risanare l´Alitalia?
Tantissime! E invece s´è preferito salvare l´Alitalia. E di questo schifo di “salvataggio” dobbiamo ringraziare Alemanno.
Come dobbiamo ringraziare Alemanno, se non s´è riuscito ad attuare una vera “rivoluzione copernicana” in fatto di taglio delle tasse.
La funzione “etica e sociale” della riduzione delle tasse, si manifesta “solo” quando si riducono “anche”, e leggete bene, ANCHE le tasse per i più ricchi: e ciò perché serve a far emergere massicciamente l´evasione fiscale.
Secondo alcune stime, l´Italia ha 1/3 del suo Pil prodotto in nero, cioè senza entrate per lo Stato e questo farebbe di noi uno dei paesi con la maggiore evasione fiscale al mondo.
L´abbattimento, quindi, delle aliquote più alte, “quelle dei ricchi”, serve “solo” a far emergere l´evasione fiscale. E se lo Stato recupera evasione fiscale, recupera soldi che può usare, per i meno abbienti in primis.
Tuttavia, l´impostazione del “sinistro ” Alemanno, l´ha portato a contestare l´abbattimento delle aliquote come lo aveva “disegnato” Berlusconi. Con la conseguenza, che per “dare un poco a tutti” in termini di riduzione delle tasse, non s´è riusciti a fare in modo che emergesse massicciamente l´evasione fiscale, perché non s´è ridotta a sufficienza l´aliquota più alta.
Non ci sono state maggiori entrate per lo Stato, maggiori investimenti e maggiore crescita del Pil. Ciò che avviene ovunque si riducano le tasse “anche” per i più ricchi.
Ripeto, OVUNQUE: dalla Russia alla Lettonia, dalla Romania agli Stati Uniti.
E a chi dobbiamo chiedere grazie?
Ad Alemanno, in ciò aiutato anche dagli Udc!
E come se non bastasse, Alemanno propone anche di alzare le tasse sulle rendite finanziarie e, quindi, anche sui Bot. Una follia!
I soldi dei Bot vengono usati dallo Stato per pagare una parte delle “spese correnti” e delle “spese in conto capitale”.
Se aumenti le tasse sui Bot, si riduce il guadagno per i cittadini che possono ridurre la loro domanda di Bot.
Se si riduce la domanda di Bot, lo Stato che di quei soldi ha bisogno per pagare le sue spese, è costretto ad aumentare i rendimenti sui Bot, cioè gli interessi, per far guadagnare il cittadino e spingerlo a comprarli.
Ma se aumentano i rendimenti dei Bot s´aggrava il deficit ed il debito pubblico: perché per ogni euro che il cittadino presta allo Stato, comprando Bot, lo Stato poi deve pagare interessi più alti per i soldi che gli sono stati prestati.
E questo aggrava, ripeto, deficit e debito pubblico.
Vi sembra una proposta sensata per un paese come il nostro che ha un debito pubblico macroscopico?
A me no! Eppure il gran genio di Alemanno fa proposte del genere.
Per non parlare delle politiche di Alemanno sugli Ogm.
Ma vi pare possibile che un uomo di destra possa avere verso gli Ogm, la stessa posizione ostile del “compagno” Pecoraro Scanio, del “compagno” Bertinotti, e del “compagno” Rizzo?
E´ mai possibile?
Gli Ogm sono una fonte di ricchezza inesauribile per le nazioni, soprattutto in epoca di “tropicalizzazione” del clima. Avversarli è da idioti. Non solo.
Gli Ogm sono, forse, l´unica risorsa che il Terzo Mondo ha a disposizione per emanciparsi dalla fame e dalle morte.
Leggetevi, al riguardo, l´illuminante saggio di Giovanni Sartori e Gianni Mazzoleni, “La Terra scoppia – Sovrappopolazione e sviluppo”.
Per non parlare poi dell´adorazione tutta “pasoliniana” e antistorica che Alemanno ha (anche qui in compagnia di tanti radical chic di sinistra) nei confronti dei cibi “bio”, cioè di quegli alimenti non sottoposti a trattamento con i pesticidi.
Ora, sfatiamo qualche mito al riguardo. Tanti scienziati di fama nazionale ed internazionale, come Umberto Veronesi e Girolamo Sirchia, sostengono che i cibi “bio” facciano malissimo!
Perché contengono “muffe invisibili” e “aflatossine” che li rendono più cancerogeni degli alimenti trattati con i pesticidi.
E Alemanno, ostile ad ogni innovazione che sappia di progresso e di sviluppo, e ancorato invece, ripeto, a idee “pasoliniane”, predilige come ogni “sinistro dentro” queste cose che sanno di “Italietta fascista e proletaria anni ‘20”.
Io lo trovo insopportabile!
Come trovo insopportabile che, a causa di persone come Alemanno e tutta (o quasi) la classe dirigente dell´Udc, noi non si sia riusciti ad attuare una Rivoluzione Liberale e Liberista.
Non siamo riusciti, a causa loro, a dare vita a quel sogno che ci distingueva dal centrosinistra: il sogno di fare dell´Italia un paese efficiente, moderno, europeo e liberale.
Grazie Onorevole Alemanno, grazie di cuore!
Un´ultima cosa: lei non è di destra!