Mar 06
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Andrea Muccioli, il figlio del fondatore della Comunità di San Patrignano è adirato contro gli esponenti del centrodestra.
Oggetto del contendere è il ddl Fini, varato con l´intenzione di contrastare il consumo di droghe e definito da Muccioli stesso un “Un pasticcio elettorale“.
In sostanza, il responsabile della comunità di recupero riminese, dichiara: “Hanno spacciato per rigorosa e severa una legge che invece depenalizza di fatto il consumo garantendo una sorta di impunibilità a moltissimi casi di spaccio“.
Sotto accusa è un comma dell´articolo 73 del ddl, in cui l´individuazione della “dose personale” viene lasciata in vita, rinviando ad una stima della “modalità di presentazione“, “riguardo al peso lordo complessivo” o “al condizionamento frazionato ovvero altre circostanze dell´azione“.
In sostanza a tal riguardo afferma Muccioli: “In pratica se tu dimostri che sei un consumatore non c´è un limite preciso alla quantità “.
E ancora: “Vedrete, prenderanno uno con trenta dosi d´eroina e potrà dire: nonostante abbia superato i limiti, nonostante la roba sia confezionata in bustine, nonostante le modalità di presentazione io vi dimostro l´uso personale, quindi…“.
Messo di fronte al fatto che in passato era lo stesso, Muccioli replica: “Dopo l´abolizione col referendum della “modica quantità ” c´era un vuoto legislativo. E ogni giudice si regolava a seconda delle inclinazioni culturali, della sua esperienza o inesperienza. Con incertezze, sperequazioni, ingiustizie“.
“Un vuoto legislativo da riempire. E invece questa legge non solo non lo fa, ma aggrava tutto. Una persona trovata in possesso, ad esempio, di cinquanta spinelli o di trenta grammi di eroina o cocaina non sarà punibile se darà la prova di essere contemporaneamente consumatore della stessa. Assurdo. Siamo molto infastiditi perché gli uomini di questo governo, e in particolare Fini e Casini, vennero da noi a San Patrignano nel 2001 e ci dissero: ” noi prendiamo l´impegno solenne di sanare la situazione fissando confini chiari e definitivi sui casi di consumo personale e quelli di spaccio”. Questo avevamo chiesto. Il metodo non sarà mai perfetto? Fate delle tabelle fissando dei limiti massimi più alti. Ma fatele! Sennò il confine tra consumo e spaccio non ci sarà mai. Sennò ci sarà sempre chi viene preso con 200 dosi e trova il giudice che gli crede se racconta che le ha messe da parte per le vacanze. Sempre. Che te ne fai di una bella definizione sull´illegittimità della droga se poi non hai gli strumenti per colpire davvero lo spaccio“.
Nota a margine:
E´ evidente che si tratti di una questione spinosa e complessa. Tuttavia è singolare come gli addebiti mossi dagli antiproibizionisti a questa legge, siano stati puntualmente demoliti dal proibizionista Andrea Muccioli.
Una parola è poca, e due sono troppe.
Ci siamo intesi?
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