Apr 06
21
Dunque, un lettore di questo Blog, mi ha chiesto di fornirgli qualche spiegazione sulle proposte economiche che noi di NeoLib (ma non solo noi, visto che le cose che diciamo le propone anche Francesco Giavazzi) avanziamo. Siccome un´analisi esaustiva richiederebbe un post lunghissimo, qui si analizzerà solo una piccola proposta, che a nostro avviso avrebbe un effetto notevolmente positivo per l´economia. La liberalizzazione dei saldi nel commercio al dettaglio..°
.° Dunque, è innegabile il fatto che il nostro Paese, e da troppo tempo, affronti una consistente contrazione nei consumi privati.
I cittadini spendono meno di quanto non spendessero 10/12 anni fa.
Si dice: siamo tutti meno ricchi, l´economia cresce poco, e in più con l´euro i prezzi sono raddoppiati. Tutto ciò produce una contrazione nei consumi.
Vero.
Se i consumatori hanno difficoltà ad acquistare beni che vadano oltre i generi di prima necessità , e se i mercanti (piccoli imprenditori) vendono poco (e guadagnano poco) perché i consumatori spendono di meno, l´unica soluzione possibile (e per di più a costo zero per la collettività ) è quella di introdurre una liberalizzazione nelle vendite.
Ad oggi, lo stato (o meglio i comuni, e gli altri enti locali) “pretendono” (e non si capisce per quale criterio logico e di convenienza per il cittadino) di dire al mercante, quando egli possa vendere la propria merce sottocosto, ad un prezzo molto più basso di quello normale di vendita.
La cosa in sé è assurda per almeno due ragioni: in primis, perché non ha senso che lo stato s´ingerisca “mafiosamente” nella conduzione economica di un´impresa.
In secundis perché l´economia è fatta di cicli di contrazione, e di cicli di espansione.
Nei cicli di contrazione, si riducono i consumi da parte dei cittadini.
Nei cicli di espansione, aumentano i consumi da parte dei cittadini.
Ora, il fatto che ci sia, in un dato momento, un ciclo di contrazione o di espansione economica, è verificabile “solamente” da chi opera sul mercato. Quindi da chi vende.
Ciò basterebbe a dire, che lo Stato non può stabilire in modo dirigistico, e a priori e senza nessuna conoscenza di quello “che accade” sul mercato, quando si possa o si debba vendere beni ad un prezzo più basso.
Solo chi vende, può saperlo. E solo chi vende deve essere messo in grado di decidere quando abbassare i propri prezzi.
Perché se a novembre (facciamo un esempio concreto) in una data regione o città , si registra un calo delle vendite, perché ciò non produca un impoverimento “generale” del Paese, è necessario “intervenire” per poter contrastare tempestivamente il calo dei consumi. Perché se si vende di meno anche lo Stato incamera meno soldi, e poi i servizi al cittadino non può pagarli.
Se si liberalizzano i saldi, il mercante riesce a non perdere clienti e merce venduta.
Se si liberalizzano i saldi, il cittadino continua a poter acquistare beni (nonostante per altri motivi egli possa avere avuto una riduzione dei propri guadagni).
Se si liberalizzano i saldi, lo stato continua ad incamerare “gettito fiscale” cospicuo e può mantenere un buon livello di spesa nei servizi rivolti al cittadino.
Attenzione, e si badi bene: come credete sia “garantita l´occupazione” se non mantenendo un consistente livello di vendite, dovuto ai consumi privati?
Pensate che gli imprenditori creino occupazione o la mantengano elevata, nelle proprie imprese, anche quando le loro vendite e i loro guadagni diminuiscano?
Ovviamente No. Perché l´occupazione rimanga elevata, o cresca ancora, è necessario che l´imprenditore sia messo in condizione di poter accrescere i propri profitti.
E questo può avvenire solo quando l´imprenditore (nel nostro caso il mercante), possa essere libero di “intervenire” a proprio piacimento, sui prezzi dei propri prodotti (se vende di più il mercante al dettaglio, vende di più il grossista e l´industriale che produce il bene. E guadagnano di più anche gli agenti di commercio, e tutti gli altri soggetti preposti alla “intermediazione” nella circolazione dei beni. E se tutte queste persone guadagnano di più, è molto probabile che creino più occupazione).
In conclusione:
Con la liberalizzazione dei saldi, il cittadino può acquistare più beni, e migliorare la propria qualità della vita (almeno nella parte in cui dipenda da “variabili materiali”).
Con la liberalizzazione dei saldi, i mercanti possono continuare ad avere guadagni elevati, e possono continuare a garantire ottimi livelli occupazionali.
Con la liberalizzazione dei saldi, lo stato può continuare ad avere cospicue entrate, dovute alle tasse sui guadagni dei mercanti, e dovute all´Iva incamerata dalla vendite.
Lo stato di economia non capisce nulla, ed è un pessimo imprenditore, perché non opera sul mercato, e con criteri “imprenditoriali”.
L´avversione al mercato è l´avversione al benessere.
E in ultima istanza: l´avversione alla possibilità , che una persona nata indigente possa migliorare la propria vita.
La liberalizzazione dei saldi, qualcuno obietterà , è una piccolissima proposta.
Certamente.
Ma prima di imparare a volare, è necessario imparare a camminare.
E in un paese come il nostro, anche una proposta piccola come questa, ha il valore di una rivoluzione copernicana.
Visto che sono 50 anni che nel nostro Paese si applicano solo politiche stataliste e illiberali!
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Tracked back to MacBros’ Place, Comedian Jenèe: People are Idiots, Linkfest Haven
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