Mag 06
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Una cosa è certa: se Berlusconi è il leader del centrodestra (prescindendo in questo ragionamento dai consensi di Forza Italia) per tutte le decisioni che abbiano il carattere dell´”impolitica”, Gianfranco Fini ne è il leader per le decisioni che abbiano un carattere politico, meditato, strategico.Berlusconi ha lanciato la proposta/provocazione, di indire uno sciopero fiscale in caso di elezione di un ex comunista alla Presidenza della Repubblica?E Gianfranco Fini si è assunto l´onere di stigmatizzare ogni minaccia di Aventino avanzata da esponenti della CdL, e di tessere, con l´attuale maggioranza – e mi sia consentito – per l´interesse del Paese, una trama “dialogante”.
I due uomini sono complementari: la loro azione congiunta è vieppiù indispensabile al centrodestra.
Le sortite di Berlusconi (9 casi su 10) hanno il carattere dell´improvvisazione.
Feconda, beninteso. La politica aveva bisogno di bandire il “politichese”, nel linguaggio quanto nella prassi quotidiana.
Berlusconi, che indubitabilmente è uno di noi, un uomo “qualunque” (nei modi, non certo nella capacità di reddito), è riuscito in ciò: ha reso la politica meno “paludata”, meno “ingessata”, meno borghese!
Ha “definitivamente” cambiato i connotati a buona parte delle dinamiche politiche.
Rendendole più trasparenti e meno partitocratiche.
Fini è l´opposto: è la voce che si appalesa solo dopo un lungo ragionare.
Certo è intuito anche. Ma un intuito che non lascia prendere mai il sopravvento all´istinto.
E men che mai all´istinto che conduca al burrone.
Viene spesso accusato di agire, avendo come proprio esclusivo interesse, quello personale.
Molto spesso è vero. E tuttavia, dal mio modesto punto di vista, non solo tutto ciò non è disdicevole (mi si faccia il nome di un politico, che agisca contro il proprio interesse personale!), ma paradossalmente quando Fini agisce per il proprio tornaconto (almeno 6 casi su 10), riesce a fare la cosa migliore per la “tenuta bipolare” del sistema politico.
L´interesse dei Ds è identico a quello di Alleanza Nazionale: entrambi i partiti hanno come massima preoccupazione, quella della “legittimazione” a ricoprire incarichi di prestigio.
Confinando alla storia le dispute oramai squallidotte, che li vedono “solo” come ex comunisti, o ex “missini”.
Dunque quando Fini si “muove”, il suo agire produce effetti non solo “utili” ad Alleanza Nazionale. Ma per la ragione che si è prima enunciato, anche per i Ds.
E´ un gioco di sponda. A tutti chiaro. A tutti palese.
E come accadde per la elezione di Ciampi, anche questa volta Gianfranco Fini ha messo la sua firma sotto la candidatura del prossimo Presidente della Repubblica: Giorgio Napolitano.
Per certi versi imponendola a Berlusconi (sia pur con l´aiuto di Casini).
L´auspicio, se Napolitano Presidente diverrà , è che lo “stimato” esponente diessino riesca a infondere nei cittadini, quello stesso senso di “condivisione di valori comuni”, che è stato il tratto caratterizzante il settennato di Ciampi.
La certezza, invece, è che il centrodestra sia impossibilitato a prescindere dall´”intervento” di Gianfranco Fini.
Se vuole sopravvivere, beninteso.
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