L´Unione e la cittadinanza ai figli degli immigrati

Dunque, l´Unione è in procinto di varare un importantissimo provvedimento (tra domani e giovedì 8 giugno il Consiglio dei Ministri dovrebbe pronunciarsi al riguardo), riguardante le modalità  mediante le quali sarà  possibile acquisire la cittadinanza nel nostro Paese, per i figli degli extracomunitari residenti nel nostro territorio.Il provvedimento dovrebbe avere ad oggetto il cosiddetto “ius soli”. Cioè a dire il diritto per chiunque nasca nel nostro territorio, ad ottenere immediatamente la cittadinanza.Ad oggi, invece, nel nostro Paese vige il cosiddetto “ius sanguinis”: ovvero il diritto ad ottenere la cittadinanza italiana per chiunque abbia “sangue italiano”, anche se residente all´estero. E i figli degli extracomunitari nati nel nostro Paese, non acquisiscono automaticamente la cittadinanza: hanno diritto a che sia loro riconosciuta (previa richiesta, e quindi non automaticamente), solo al compimento del 18esimo anno d´età .

Si capisce, quindi, quanto il provvedimento in questione sia rilevante.

Se si guarda al mondo “anglosassone”, America ed Inghilterra, lo “ius soli” è vigente da sempre: chiunque nasca in “loco” ha diritto ad ottenere la cittadinanza.

Si può ritenere, quindi, giusto il provvedimento sia nella forma che nella sostanza.

L´Italia ha bisogno di “cittadini nuovi e pienamente integrati”. Ne ha bisogno perché sconta uno dei più bassi tassi di natalità  femminile d´Europa.

Gli incentivi economici alla natalità , quantunque inutili nella maggior parte dei casi (chè la denatalità  è tipica di tutti i paesi industrializzati, ed è dovuta ad una trasformazione antropologica, che certo non può mutare con “dazioni economiche”), possono essere “accettati” come extrema ratio per mutare gli assetti demografici del nostro Paese.

Ma accanto a provvedimenti di tale natura, occorre affrontare in maniera “seria e concreta” (e quindi senza pregiudiziali ideologiche) il grande tema dell´”accoglienza degli extracomunitari” e della loro integrazione.

E´ una questione talmente seria e complessa, che almeno “a parole” è stata affrontata anche dal centrodestra: Berlusconi in più di una circostanza ha ribadito la necessità , nel nostro paese, di accogliere extracomunitari.

Lo stesso Gianfranco Fini, d´altro canto, si è pronunciato finanche a favore dell´attribuzione del diritto di voto agli extracomunitari nelle elezioni amministrative.

Solo parole però.

Parole cui il centrosinistra vorrebbe far seguire fatti.

Il provvedimento ci piace: e non per “astratto umanitarismo”. Ci piace perché è ragionevole e concreto. Ci piace perché è indispensabile. Ci piace perché è liberale.

Anche perché se non c´è “circolazione”, oltre che di merci anche di culture, usi e costumi diversi, non c´è “democrazia liberale”.

Chiaramente occorre ribadire che chiunque venga da noi (o nasca nel nostro territorio), le nostre regole, i nostri usi e le nostre abitudini deve rispettare.

Magari facendoci anche dono, di un pizzico di quelle culture che ignoriamo.

La vera libertà  è scelta. E la scelta avviene solo se si possono opzionare diverse alternative.

Ma perché queste diverse alternative siano opzionabili, è necessario che siano conosciute e “fruibili”. Ché altrimenti “democrazia liberale” non v´è!

Ben venga, quindi, il provvedimento per l´introduzione dello ius soli.

Malgrado il fatto, che sarà  adottato dal governo dei testimoni di nozze dei mafiosi collaboratori di Bernardo Provenzano!

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Tracked back to TMH´s Bacon Bits

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23 Responses to "L´Unione e la cittadinanza ai figli degli immigrati"

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