Giu 06
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Il Rinnovamento passa per la Devolution
Dunque, nemmeno sono finite le elezioni amministrative, e nel nostro Paese già si discute della prossima scadenza elettorale. Anche se questa volta, forse, in gioco c´è qualcosa in più: la modernizzazione del Paese. Quella riforma complessiva che va sotto il nome di Devolution, contempla cambiamenti rilevanti nell´impianto statuale.Tuttavia, analizzare tutti gli aspetti del nuovo progetto costituzionale richiederebbe un post lunghissimo, e anche, perché non ammetterlo, delle conoscenze tecniche di cui lo scrivente non dispone.
Talchè qui, per ragioni di brevità e non solo, si discuterà degli elementi che si ritiene più significativi.
Bene, iniziamo col dire che la Devolution pone termine all´infamia del sistema bicamerale perfetto: a causa del quale ogni legge deve essere approvata, nello stesso identico testo, da entrambi le camere.
Una gestione efficiente della realtà e della economia, richiede che sia possibile varare leggi nel più breve termine possibile. La realtà non aspetta i tempi della produzione legislativa, soprattutto quando essa sia lenta e farraginosa.
Il sistema bicamerale perfetto ha prodotto, invece, pratiche partitocratriche e leggi inefficienti: piegate agli abusi di potere, e alle convenienze di conventicole piccole o grandi.
Infiniti passaggi della medesima legge da una Camera all´altra. Con stravolgimenti che il più delle volte hanno partorito “leggine” nate bene, e promulgate quando oramai della “versione originaria” avevano ben poco.
Questo un motivo importantissimo per votare Sì alla Devolution: pone termine alla mafia del sistema bicamerale perfetto.
La Devolution ha poi come principio ispiratore, quello di un maggior poter attribuito ai cittadini: sia in termini di controllo dell´attività dei parlamentari, sia in termini di rispetto della volontà espressa dal cittadino nelle elezioni.
La Devolution prevede una drastica riduzione del numero dei parlamentari. Che significa anche una strutturale riduzione dei costi dello stato, per spese assolutamente improduttive e inique: compensi elevatissimi ai “politici di professione” e ai portaborse. Auto blu, privilegi infiniti per usufruire di voli di linea, tratte ferroviarie, cinema. Per non parlare poi del trattamento pensionistico.
Ridurre i parlamentari significa anche consentire ai cittadini di monitorare meglio l´attività del legislatore: minore è il numero di quelli che le leggi propongono e approvano, più facile è per tutti noi controllare chi dovesse aver approvato una pessima legge. Onde punirlo nelle successive elezioni, negandogli consenso e voti.
Mentre più è elevato il numero dei parlamentari, e più è difficile per il cittadino “rintracciare” l´autore di un´eventuale legge infame.
Anche per questa ragione si può dire Sì alla Devolution.
La quale prevede anche un meccanismo grazie al quale sia obbligatorio rispettare il “responso delle urne”: di fatto è prevista l´indicazione per ogni coalizione di un premier, e se quel premier nel corso della legislatura non dovesse più godere dell´appoggio della maggioranza, o dovesse rendersi conto che il programma con il quale si è presentato agli elettori non è più rispettato dalla sua maggioranza, si andrebbe a nuove elezioni.
Oggi invece se un premier è sfiduciato, nulla osta a che si formi un nuovo governo: chè il governo è espressione del Parlamento e non già della volontà del cittadino quale risulta dal voto.
Un altro motivo per dire Sì alla Devolution.
La quale contempla anche maggiori e significativi poteri attribuiti al Presidente del Consiglio (che oggi è un modestissimo notaio, un primus inter pares che ha solo il potere di coordinare l´attività del Consiglio dei Ministri). Che finalmente potrebbe “decidere” la politica del Governo, senza più subire la mafiosità dei ricatti degli alleati.
Un Presidente del Consiglio viene considerato responsabile dagli elettori per la politica che il suo governo ha portato avanti. Ma oggi, e in larga parte, nessun Presidente del Consiglio può fare alcunché per spingere i propri ministri a rispettare un programma di governo.
Un Presidente del Consiglio, oggi, può solo sottostare ai diktat dei propri alleati: e se gli viene suggerito il nome di un ministro incompetente, non può rifiutarsi di attribuirgli una delega. Deve sottostare al ricatto.
Insomma oggi il Presidente del Consiglio, con questa Costituzione, risponde davanti al popolo dei risultati che il governo che ha presieduto ha prodotto. Ma questi risultati, il più delle volte non sono stati decisi dal Presidente del Consiglio stesso, ma dai suoi alleati.
Un altro motivo, quindi, per dire Sì alla Devolution.
La quale, ispirata a principi più “moderni e attuali” prevede anche la riduzione dell´età per candidarsi alla Camera e al Senato: ad esempio alla Camera sarà possibile candidarsi anche a 21 anni, mentre l´attuale impianto costituzionale fissa l´elettorato passivo a 25. Un analogo abbassamento dell´elettorato passivo è previsto per il Senato della Repubblica, e in ultimo (ma non certo per minore importanza) prevede che ci si possa candidare alla Presidenza della Repubblica, non più dovendo aspettare il compimento dei 50 anni.
Ci si lamenta spesso, per non dire sempre, che la politica è in mano ad una pletora di gerontocrati. Ebbene, la Devolution offre la possibilità di imporre un cambio netto al “sistema”. Con la possibilità che finalmente accedano alla politica, persone più giovani e a noi più vicine.
Un altro motivo per dire Sì alla Devolution.
Per ultimo, ma non certo per importanza, la Devolution comporta la devoluzione alle Regioni, di importanti competenze in materia di sanità , di istruzione e di sicurezza.
Si tratta della parte più complessa dell´impianto di riforma prevista dalla Devolution. E anche della parte più controversa.
Tuttavia e senza esitazioni occorre dire, che gran parte della inefficienza del sistema politico degli ultimi 50 anni è legato al centralismo e al dirigismo. In ambiti e materie in cui, invece, le Regioni avrebbero dovuto avere da subito più poteri e competenze, per rispondere meglio alle esigenze dei cittadini.
Rispetto a questa riforma, e concludendo, si può dire due cose fondamentali: innanzitutto che ad essa si oppongono le forze trasversali della “conservazione dello status quo”. Quelle che vogliono impedire al cittadino di essere tale e non suddito.
Più decentramento significa maggiore capacità di controllo da parte del cives. Più le competenze, invece, rimangono in “alto”, attribuite allo stato, e meno il cittadino è capace di opporsi allo strapotere dell´amministrazione pubblica.
La seconda cosa fondamentale che occorre focalizzare, è che questa riforma “cambia” per la prima volta, dopo mezzo secolo questo paese in maniera significativa.
Il cambiamento è sempre positivo. E ogni cambiamento non è mai eterno.
Talchè se qualcosa della Devolution non dovesse funzionare alla perfezione, la si potrà sempre cambiare.
Ma votare No alla Devolution, significa votare contro la modernizzazione del Paese.
E per questo motivo, non si può che dire: Sì alla Devolution!
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Tracked back to Freedom Watch, Blue Star Chronicles, TMH´s Bacon Bits, Passionate America
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