Per Liberazione il tricolore è fascista

Riporto direttamente da Liberazione° un articolo del suo direttore, Piero Sansonetti:° ° 

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“Anche se adesso Rifondazione comunista è al governo – e forse sarebbe bene non mostrarsi troppo sovversivi, o antipatriottici, o disfattisti – a me i cortei che sventolano il tricolore fanno sempre un certo effetto. Voglio dire: non un buon effetto. Non è che li condanno, però mi ricordo quando ero ragazzo e c´erano solo due tipi di cortei: quelli con le bandiere rosse e quelli con le bandiere tricolori. I primi erano cortei comunisti, i secondi erano fascisti. E´ vero che il Pci faceva tutto quello che poteva per spiegarci che il tricolore era un simbolo anche nostro – il riscatto nazionale, e la Resistenza, e quel disegno di Guttuso con la bandiera rossa sopra e il tricolore che spuntava da sotto (ora se lo sono fregato quelli del Pdci ed è diventato il loro logo elettorale…) – ma non riuscì mai a convincerci del tutto. Anzi, non ci convinse per niente.
Così, l´altra sera, mi ha dato un po´ fastidio quel brulicare di bandiere tricolori in tutte le città . Non so se è solo una idiosincrasia della mia generazione: può darsi. Però credo che un problema ci sia, e non riguardi solo le bandiere, ma alcuni aspetti, che a me sembrano preoccupanti, della grande emozione collettiva provocata dalla vittoria calcistica dell´Italia.
Provo a esprimere questo dubbio con una domanda: possibile che l´unico “valore” unificante per tanta gente – e tantissimi giovani – sia il tifo per la nazionale?
Conosco molte risposte a questa domanda. Prima risposta: il tifo di massa è un fenomeno fortemente popolare; seconda: insieme alle bandiere biancorossoverdi c´erano anche tante magliette del Che; terza: c´era un elemento di festa e di gioia e non solo di aggressività  nazionalista nei cortei di martedì notte; quarta: insieme agli italiani festeggiavano tanti immigrati che avevano tifato insieme a noi; eccetera eccetera.
Tutto vero (e in parte espresso molto bene, in questa stessa pagina, dal nostro Darwin Pastorin). Però a me restano tre fortissimi dubbi. Il primo dubbio, la prima impressione, è che comunque in quei cortei e in quei giganteschi raduni ci fosse una grande componente nazionalista e – in parte – persino xenofoba. La xenofobia solitamente è accompagnata da un elemento di odio per il debole – lo straniero come debole – e in questo caso, invece, la xenofobia “antitedesca” rappresentava l´odio per il forte: non credo però che possa esistere una xenofobia cattiva e una buona.
La seconda impressione è che nella ricerca della festa collettiva – dietro ai colori italiani e alla squadra di Lippi – ci fosse l´incapacità  a trovare altre dimensioni di vivere collettivo e altre idee di collettività .
Terzo dubbio: il “valore” rappresentato dalla nazionale di calcio, come qualunque altro valore nazionalistico, o di pura appartenenza, non è un valore senza principi? E perciò non è un antivalore? E non è quindi molto pericoloso?
Cosa voglio dire con questo ragionamento un po´ disperato e isolato? Semplicemente che avverto un enorme vuoto culturale, risultato della crisi drammatica delle ideologie e delle idee, dei sistemi di pensiero. Questa crisi solo a tratti viene terremotata dall´irrompere dei movimenti – i quali, per loro natura, hanno andamento e durata ciclici e non stabili – e poi torna, e porta con se, inevitabilmente, la piatta retorica nazionalista come via d´uscita. E´ una retorica che c´entra pochissimo col tifo vero, di quelli che amano il calcio e non le nazioni”.

Dunque, il Manifesto rischia di chiudere i battenti. Vende poco e sta per fallire.

Prima di leggere questo articolo, ero intenzionato a scrivere un post per incentivare tutti ad acquistarlo, onde tentare di dare un microspico aiuto per tenerlo in vita (impegnandomi io per primo ad acquistarlo per qualche mese). Ché le voci più sono e migliore è la democrazia.

Dopo questo articolo ho cambiato idea!

Anche se il Manifesto non c´entra niente perché queste cose le ha pubblicate Liberazione, mi son detto: questi son sempre comunisti!

Sono ancora figli di quella cultura intollerante e violenta che per decenni ha permeato l´Italia.

Hanno ancora parecchi conti in sospeso con la loro storia.

Sono antisemiti, sì antisemiti: che ‘sta storia che l´antisionismo è altra roba rispetto all´antisemitismo è una sciocchezza grande quanto una cattedrale!

E poi ora anche il tricolore attaccano..

No, sono ancora comunisti.

E si fotta allora il Manifesto. E piuttosto ringrazi Liberazione per il suo fallimento!

Amen!

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11 Responses to "Per Liberazione il tricolore è fascista"

  • Zia Concetta says:
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  • Giggimassi says:
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