Afghanistan: le gaffes dell´Unione e l´ingerenza di Napolitano

Dunque, una delle costanti dell´ultima campagna elettorale è stata l´accusa, rivolta al centrosinistra, di non avere una coalizione omogenea e coesa.° 

Su alcuni punti essenziali di un´ipotetica azione di governo: la politica economica e la politica estera.

I signori della sinistra, tuttavia, a questa accusa replicavano che no, loro questa volta avevano un programma sottoscritto da tutte le forze della coalizione.

Che la situazione del ‘96 (che portò alla caduta del governo Prodi ad opera di Rifondazione Comunista) non poteva di nuovo ripetersi.

Programma sottoscritto da tutti. Convergenza, dunque, anche in tema di politica estera.

E infatti il centrosinistra in questi giorni è percorso da un´onda anomala: che rischia di spaccare la coalizione, e di far cadere il governo.

Mi riferisco alla questione Afghanistan.

Una missione in cui l´Italia è presente: con propri mezzi e uomini.

Una missione cui si è dato vita sotto l´egida dell´Onu. Quindi con il benestare della comunità  internazionale.

E dunque il rifinanziamento di questa missione avrebbe dovuto avvenire con tranquillità  e serenità . E così tuttavia non è stato.

Il Ministro degli Esteri, Massimo D´Alema, ha ammesso le difficoltà .

Ha considerato quali “stravaganze“, le “questioni di coscienza” che alcuni parlamentari della sua coalizione (e segnatamente del Pdci e di Rifondazione Comunista) avanzavano.

Ha dichiarato senza mezzi termini, di essere finanche disposto a dimettersi da Ministro (il che, se si verificasse, creerebbe uno sconquasso cui difficilmente si riuscirebbe a porre rimedio).

La situazione, poi, davvero anomala e, mi sia consentito, incostituzionale (si rilegga bene: incostituzionale!), sta nella presa di posizione del Capo dello Stato, Giorgio Napolitano. Il quale, stante le difficoltà  della coalizione al governo, ha “osato” addirittura dire, che in caso di mancato rifinanziamento della missione in Afghanistan:

si potrebbero aprire problemi politici abbastanza delicati. A me spetta solo aspettare e vedere“.

Si è in parte salvato, dicendo che a lui “spetta solo aspettare e vedere“, ma un Capo della Stato, secondo il dettato della nostra Costituzione, non ha il potere di ingerirsi nelle questioni che riguardino la politica di un governo e di una maggioranza.

Soprattutto quando questa ingerenza, esprima un “indirizzo politico”.

Soprattutto quando il suo parlare possa apparire una specie di “minaccia”. Come dire: “Guardate cari riottosi, che se voi non votate il rifinanziamento della missione in Afghanistan, qui, secondo la “nuova Costituzione materiale”, se cade il governo a me tocca sciogliere le camere. E si va a nuove elezioni. Quindi, vedete di comportarvi in maniera dignitosa. Che sennò addio al governo di centrosinistra”.

Il Capo dello Stato è un potere neutro nella nostra Costituzione. E´ un notaio. Nulla in più, nulla in meno.

Il fatto, tuttavia, che questo Capo dello Stato sia stato votato solo dall´Unione, evidentemente fa sì che l´”uomo del Colle” operi con troppa “leggerezza”, e un po´ troppa sicumera.

M´è parso eccessivamente partigiano in questa vicenda. E l´auspicio è che frasi come quelle qui riportate, non le si abbia più a dover udire.

Napolitano è il Presidente di tutta la Repubblica Italiana. E non già  il “garante” della tenuta di governo della coalizione di centrosinistra.

E quindi si comporti come “impone” la nostra (tanto decantata) Costituzione!

Ma continuiamo sulla questione del rifinanziamento.

Due giorni fa D´Alema dichiarava:

Abbiamo invitato i gruppi della maggioranza a ritirare gli emendamenti al disegno di legge e ognuno ora farà  una riflessione, ma tutti i gruppi hanno ribadito che voteranno il decreto. Alla fine il decreto avrà  un voto amplissimo, sarà  votato dalla maggioranza e dall’opposizione e vuol dire che avremo un momento di grande unità  del Paese a sostegno dei nostri militari impegnati in missioni di pace. Sarà  certamente un fatto positivo“.

Talmente vere queste parole, che non si è fatto attendere il commento di Pino Sgobio, capogruppo alla Camera per i Comunisti Italiani:

Per il momento teniamo gli emendamenti e aspettiamo gli sviluppi . Avevamo perplessità  sulla mozione ma non ci spaventa e ci lavoreremo perché sia un documento convincente“.

Mentre la minoranza interna di Rifondazione Comunista, dichiara che non voterà  il decreto di rifinanziamento, in quanto:

non contiene la necessaria discontinuità  con i precedenti del governo Berlusconi“.

E qui c´è tutto il fulcro della vicenda: il comportamento dei due partiti comunisti al governo.

Al di là  delle singole dichiarazioni di esponenti dell´uno o dell´altro partito comunista, la questione del rifinanziamento della missione in Afghanistan mostra in controluce, la competizione che le due forze antagoniste hanno intrapreso per sottrarsi voti.

Se da una parte Rifondazione Comunista, anche perché esprime il Presidente della Camera, in larga parte risulta più “moderata e contenuta nelle rivendicazioni massimaliste”, dall´altra il Partito dei Comunisti Italiani si segnala per la volontà  di apparire come l´unico “custode” dell´ortodossia pacifista.

La frizione e la competizione tra i due partiti comunisti è più che palpabile. E´ evidente.

Come evidente è la considerazione che le forze che compongono l´Unione non siano convinte di durare al governo.

Una competizione così serrata sarebbe ovvio attendersela alla fine di una legislatura. Quando ci si deve presentare agli elettori. E quando si chiede di essere premiati per la propria azione di governo, e il proprio contributo.

Vederla in essere all´inizio della legislatura è un non senso.

A meno che, non la si consideri appunto, come la prova provata del fatto che la maggioranza attualmente al potere, è convinta di non poter durare a lungo.

Nel qual caso, stante la possibilità  che da un momento all´altro si ritorni al voto, appare utile “smarcarsi” e “segnalarsi” all´elettore come “bravo e ortodosso” comunista.

Tutto questo a spese del Paese. A spese della credibilità  internazione dell´Italia. A spese della popolazione civile dell´Afghanistan, che necessità  di una continua presenza di forze internazionali nel suo territorio. Ché la minaccia talebana non è definitivamente debellata.

L´auspicio è che la serietà  s´imponga.

E che l´Unione almeno simuli una credibilità . Che in politica estera non può mai mancare.

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Nella politica estera l´Italia deve essere una sola!

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Tracked back to third world county, Blue Star Chronicles, Bloggin´ Outloud, The Bullwinkle Blog

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