Ago 06
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Tra i regimi nei quali avviene la sistematica violazione dei diritti umani, la Cina probabilmente occupa la posizione più alta in graduatoria.°
La dittatura comunista non “riconosce” nessun tipo (o quasi) di libertà individuale.
E più di tutte, quella che soffoca è la libertà religiosa.
L´ideologia comunista ha sempre visto nella religione un oppiaceo (Mao docet), capace di allontanare gli individui dalla rivoluzione, e quindi l´ha sempre perseguitata. Con costanza e crudeltà .
Anche a Cuba fin quando Giovanni Paolo II non vi si recò in viaggio qualche anno fa, i cattolici erano perseguitati e arrestati. Ridotti al silenzio. Umiliati.
Di recente s´è consumata in Cina, e più precisamente nella regione chiamata Hebei, l´ennesima repressione ai danni di cattolici.
Il 30 luglio, il vescovo ausiliare della diocesi di Xiwanzi, mons. Yao Ling, è stato arrestato. Assieme ad un altro prelato e a 90 fedeli che ne chiedevano la scarcerazione.
Notizie del genere neanche “filtrerebbero” se non ci fosse l´agenzia Asia News, e se non ci fosse il supporto della Kung Foundation, organizzazione che lotta per l´affermazione della libertà religiosa in Cina. E che ha sede negli Stati Uniti.
Monsignor Yao Ling ha 82 anni. Ed è già finito in prigione nel marzo 2005.
Il giorno dopo l´arresto, come si è detto, la comunità cattolica di Xiwanzi è scesa in piazza. Manifestando pacificamente per chiedere la scarcerazione dell´uomo.
La polizia cinese ha poi reagito: la notte della manifestazione indetta dai cattolici, 500 poliziotti sono stati “sguinzagliati” per punire i manifestanti. E novanta persone sono finite in carcere. Di queste, ancora 20 sono rinchiuse senza un motivo valido in carcere.
Nel corso degli scontri con la polizia di regime, una donna incinta, strattonata con violenza ha subito un aborto!
Tutto ciò mentre la stampa occidentale (ad eccezione in Italia del Foglio e di Libero), quella che si dice progressista e di sinistra, sull´accaduto ha taciuto. E ancora tace.
Nella regione dell´Hebei sono circa 1,5 milioni i cattolici “non ufficiali”. Vale a dire coloro che professano la propria fede, senza ottenere il riconoscimento dalla dittatura comunista.
Di questa gente, della continua violazione dei loro diritti quasi nessuno si occupa.
Non lo fa, come si è detto la grande stampa, ma non lo fa nemmeno (o per lo meno a sufficienza) Amnesty International.
Quando c´è da denunciare delle violazioni (minime) dei diritti umani negli Usa, le prefiche del politicamente corretto sono pronte a sbraitare.
Quando si tratti, invece, di denunciare crimini veri, ma compiuti da una dittatura comunista, ebbene su questi crimini piove il silenzio più totale.
Ci si dia una mossa.
E che lo faccia soprattutto Amnesty International.
Se non vuole passare per quello che appare: un´organizzazione che lotta per la difesa dei diritti umani, quando la violazione di questi non sia perpetrata da regimi comunisti.
Perché in quest´ultimo caso, a quanto pare, Amnesty International china un po´ troppo vergognosamente il capo. E tace.
E i crimini sono tutti eguali.
Anche quando a commetterli sia un regime di sinistra!
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Tracked back to third world county, Pirate´s Cove, The Bullwinkle Blog, Blue Star Chronicles
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