Ago 06
15
Castro resuscita, ma è vittima della dittatura. Bertinotti parla, ma farebbe bene a dimettersi
Queste foto, forse, le avrete già viste. O forse no.° °
Sta di fatto che a me hanno colpito per due ragioni.
La prima e più frivola è che il lìder maximo, simbolo della lotta ad ogni tipo di colonialismo e di imperialismo (anche culturale), alla fine abbia deciso di “presentarsi” al mondo intero (dopo l‘operazione), indossando una bella e colorata tuta da ginnastica, sulla quale campeggia in bella mostra un logo Adidas.
Alla faccia della pubblicità . E alla faccia della lotta ai simboli del capitalismo, di cui ovviamente la Adidas è uno degli esempi più fulgidi.
Non poteva scegliere una tenuta più “rivoluzionaria”?
Una bella tutina verde da comandante comunista?
Evidentemente no!
Forse le cure mediche gliele ha pagate la Adidas, che poi ha preteso una sponsorizzazione. Chissà !
La seconda cosa per cui queste foto mi hanno fatto riflettere, riguarda il fatto che Castro abbia dovuto far sapere che era ancora in vita, facendosi ritrarre con in mano una copia del Granma (uno dei due quotidiani consentiti dal Regime castrista).
Più che il Dittatore cubano, più che il Padrone di Cuba, in queste foto dà l´impressione di essere un prigioniero per il quale sia stato richiesto un riscatto.
E al quale i rapitori abbiano fatto una foto con un giornale in mano, onde rassicurare coloro che devono pagare il riscatto, che il prigioniero sia ancora in vita.
Castro mostra di essere vittima di quel “regime di massa” che contrassegna il mondo capitalistico e occidentale: se esisti devi mostrarti. Esiste solo ciò che si vede. E ciò che si vede deve essere anche gradevole.
Sicchè il Dittatore cubano si presenta al mondo con aria composta e per nulla dimessa.
Il volto rilassato. La tuta colorata molto à la page. Ben pettinato e con la barba in ordine.
E per una volta mostra di essere solo un satrapo qualsiasi.
Un satrapo vecchio e acciaccato che in ogni momento può essere disarcionato.
E´ fragile, e non solo fisicamente. E´ fragile anche e soprattutto psicologicamente.
Ciò che distingue una dittatura da una democrazia, è che in una dittatura un´informazione data dal regime è vera per definizione. Nel senso che nessuno può osare metterla in dubbio.
Se Castro, invece, ha dovuto mostrarsi e anche in spolvero, non è solo per dimostrare al mondo intero (America in primis) di essere ancora in vita, ma è per mostrarlo all´interno. Ai cubani.
Per ammansire eventuali facinorosi, che dall´assenza prolungata di Castro avrebbero potuto trarre ispirazione e coraggio, per farsi avanti e chiedere a gran voce democrazia e libertà .
Un regime forte avrebbe detto: “Castro è in vita. Punto!”.
Il regime cubano, invece, ha dovuto fornire la “prova”.
Una prova, tra l´altro, che in molti considerano falsa.
In Internet sono molteplici i siti che s´interrogano con malizia sulla veridicità di questi scatti.
C´è chi sostiene che queste foto siano state ritoccate con Photoshop.
Dal volto di Castro, in meno di tre settimane, sarebbe scomparsa una macchia prima presente su una guancia.
C´è poi chi sostiene che la postura del pollice di una delle due mani, sia piuttosto irregolare.
La stessa Casa Bianca, per bocca del suo portavoce Tony Snow, ha fatto sapere che:
“Le prime foto erano immagini scadenti fatte con Photoshop, le seconde almeno sono un po´ meglio“.
Chissà .
Anche in questo caso si combatte una guerra d´informazione. E la posta in gioco è molto alta: la liberazione di Cuba e dei cubani da un regime sanguinario e dispotico.
E la lotta alle dittature tutte, dovrebbe essere quel minimo comun denominatore capace di accomunare ogni politico, senza distinzione di schieramento.
Dovrebbe essere così. E invece si scopre che così non è.
Fausto Bertinotti, infatti, pur essendo Presidente della Camera dei Deputati, e quindi pur ricoprendo un incarico istituzionale e non di “parte”, ha pensato male (anzi malissimo!), di rivolgere un messaggio al Dittatore cubano, per porgergli i suoi auguri di compleanno e di pronta guarigione.
Queste le parole inviate dal comunista Bertinotti a Castro:
“Caro Presidente, un anniversario importante è l´occasione per gli auguri da parte di chi ha vissuto i lunghi anni della Sua importante presenza nel mondo, presenza congiunta al cammino della rivoluzione cubana. Nessuno dei dissensi che abbiamo lealmente espresso può cancellare la speranza e le emozioni che hanno suscitato nella mia generazione e nel mio paese le donne e gli uomini della Sierra Maestra“.
“Cuba ha camminato con le sue gambe e ha interpretato, insieme a Lei, l´orgoglio di un popolo e di un´isola che vuole vivere la sua indipendenza e decidere autonomamente del suo futuro e del suo destino in un mondo di pace“.
“Buona fortuna a Lei e al Suo Popolo, Presidente. Lunga vita, caro Comandante, un abbraccio e auguri per la Sua salute“.
Ora, lo dico pacatamente e senza demagogia: ma si può considerare democratico un uomo che rivolga queste parole ad un Dittatore sanguinario?
Si può mai fare l´elogio di un uomo che costringe, con la violenza e la tortura, un popolo a non poter vivere in libertà e in pace.
Si può mai mostrare ammirazione per chi metta in galera i dissidenti, applichi la pena di morte per gli avversari politici, violi le più basilari libertà individuali, e per inciso consideri i gay come dei depravati, che devono espiare la “propria colpa” soggiornando in “istituti correttivi” chiamati galere?
E´ legittimo “simpatizzare” con un criminale?
E´ legittimo “simpatizzare” con un criminale e Dittatore, e per di più ricoprendo un incarico istituzionale nelle democratica Repubblica italiana?
Io trovo quest´episodio semplicemente sconcertante!
Io non riesco a considerare democratico e legittimato a ricoprire qualsivoglia incarico istituzionale, un uomo che faccia così spudoratamente l´elogio di un Dittatore.
Io non considero possibile, ritenere Bertinotti democratico.
Bertinotti non è democratico, e se non lo è lui, ancor meno lo è quel partito che fino a ieri l´altro ha diretto in qualità di Segretario: e mi riferisco a Rifondazione Comunista.
Come osa rivolgere parole di ammirazione ad un criminale, Bertinotti?
Come osa ancora sedere su quello scranno (la Presidenza della Camera), che per importanza e funzioni, ne fa la terza carica dello Stato?
Come diamine è possibile consentire questo?
Come?
Bertinotti deve dimettersi, immediatamente!
Le forze democratiche tutte, di maggioranza e di opposizione, devono chiederne subito le dimissioni.
Subito!
Dove diamine sono i leader del centrodestra, della Casa delle Libertà ?
Scendete in piazza, fatevi sentire, cazzo!
Questo Paese è finito in mano ad una banda di signorotti spocchiosi e arroganti, cui nessuno ha mai insegnato appieno il significato della parola democrazia. Quantunque proprio qualcuno di loro, ogni tanto, s´erga a paladino e difensore della democrazia. Ma quale, quella dei Gulag, di Stalin e di Pol Pot?
Costoro hanno la mani lordate di sangue!
Perché sono contigui moralmente (e chissà se non anche materialmente), con regimi di morte e di distruzione.
Come diamine li si può ritenere legittimati a governarci?
Come?
Io auspico che ci sia una sollevazione contro Bertinotti per chiederne le dimissioni.
Come mi auguro che Giorgia Meloni, vicepresidente della Camera, nonché Segretario di Azione Giovani (la struttura giovanile di Alleanza Nazionale), dopo queste farneticanti affermazioni, revochi l´invito a partecipare alla festa di Azione Giovani, rivolto appunto al Presidente della Camera Bertinotti.
Se ciò non dovesse succedere, su questo blog la Meloni sarebbe (giustamente) attaccata ogni giorno: come indegna a ricoprire (e a rappresentare) la giovane Destra italiana!
Con i criminali e le persone non democratiche non possiamo avere niente a che fare.
Punto!
°
°
P.S.: buon Ferragosto a tutti.
Tracked back to third world county, Linkfest Haven, Gianmario Mariniello, DestraLab
°
°