Ago 06
30
Napolitano sull´Ungheria dà ragione a Nenni. Ma non chiede scusa per il suo sostegno all´Armata Rossa
Allora, qualche giorno fa su questo blog si è dato spazio ad un´iniziativa presa dal giornalista Renato Farina, sul quotidiano Libero.°
In sostanza Farina chiedeva al Presidente Napolitano di partecipare alla commemorazione della Rivoluzione ungherese (cui Napolitano è stato invitato, e che si svolgerà tra qualche mese). Di chiedere scusa per la posizione filosovietica da lui assunta nel ‘56, e di condannare il comunismo come “male assoluto”.
Questo invito (che ha fatto storcere il naso a qualche lettore di questo blog, “è roba del passato, è preistoria politica”) ha sortito effetto.
L´Unità ieri, e il Corriere della Sera (a pagina 12) e Libero oggi, documentano la presa di posizione al riguardo, del Presidente della Repubblica.
L´articolo dell´Unità è firmato da Roberto Roscani, e riporta la “rettifica” di Napolitano:
“La mia riflessione autocritica sulle posizioni prese dal Pci, e da me condivise, nel 1956 e il suo pubblico riconoscimento da parte di Antonio Giolitti “di aver avuto ragione” valgono anche come pieno e doloroso riconoscimento della validità dei giudizi e delle scelte di Pietro Nenni e di gran parte del Psi in quel cruciale momento“.
Firmato, Giorgio Napolitano.
Lo stesso articolo dell´Unità , così prosegue:
“Cinque righe secche. Parole come pietre in un messaggio che il capo dello Stato ha inviato a Giuseppe Tamburano, presidente della Fondazione Nenni..Verranno pubblicate in un libro riflessione che la Fondazione sta per far uscire a fine ottobre“.
Un commento è doveroso.
Allora, si prende atto che l´invito di Renato Farina sia riuscito a spingere Napolitano a “rivedere” le posizioni “assurde”, che nel ‘56 egli assunse. Il linea con quelle del Pci e con quelle di Togliatti.
Oggi Napolitano ci dice che fu un errore giustificare l´intervento criminale dell´Armata Rossa, finalizzato a soffocare nel sangue, il moto di rivolta democratica che la Rivoluzione ungherese rappresentò.
Però le parole di Napolitano non sono sufficienti. Anzi sembrano finalizzate a scopi politici non proprio nobili.
Riabilitando la posizione di Nenni, Napolitano sembra quasi che voglia dire: “Il partito di cui sono espressione è un partito di chiara matrice socialista. Quindi nessun legame esiste più con il vecchio Pci. Per cui cessi la “diaspora socialista” e che il popolo socialista voti Ds” (a proposito, la tessera dei Ds non l´ha riconsegnata, ed è prassi che ogni Capo dello Stato non sia più iscritto al partito di “provenienza”, visto che deve rappresentare tutti gli italiani).
Questa è l´impressione che danno le sue parole.
Le scuse, se tali le si può considerare, appaiono un po´ troppo timide. Modeste.
Per nulla commisurate alle dichiarazioni che nel ‘56 Napolitano pronunciò:
“L´intervento sovietico in Ungheria, evitando che nel cuore d´Europa si creasse un focolaio di provocazioni e permettendo all´Urss di intervenire con decisione e con forza per fermare la aggressione imperialista nel Medio Oriente abbia contribuito, oltre che ad impedire che l´Ungheria cadesse nel caos della controrivoluzione, abbia contribuito in misura decisiva, non già a difendere solo gli interessi militari e strategici dell´Urss ma a salvare la pace nel mondo“.
Nessuna condanna del comunismo è stata pronunciata oggi da Napolitano.
Nessuna richiesta di perdono al popolo ungherese, per l´avallo che egli diede al bagno di sangue prodotto dall´esercito sovietico.
Davvero troppo poco!
Inoltre infastidisce il fatto che queste parole verranno contenute in un libro pubblicato dalla Fondazione Nenni.
Che cosa c´entra la Fondazione Nenni?
L´appoggio che Napolitano diede all´Unione Sovietica, è un fatto che riguarda in questo istante l´Italia intera. Visto che Napolitano è il nostro Presidente della Repubblica.
Non è una cosa che possa essere “confinata a sinistra”, per un “regolamento di conti”, per affermare ex post che i socialisti “avevano ragione”, e che i comunisti “avevano torto”.
Chi se ne frega!
Napolitano deve chiedere scusa, perché deve “meritarsi” il consenso di tutti gli italiani. Che in misura maggioritaria sono anticomunisti, proprio perché hanno sempre considerato i comunisti come “sostenitori della lotta armata”!
E Napolitano, con le sue dichiarazioni del ‘56, questo “timore” non lo fuga!
Anzi: lo tiene in vita!
Noi italiani democratici e anticomunisti, attendiamo ancora una presa di distanza vera, sentita e “sincera” da parte del Capo dello Stato.
E pretendiamo, inoltre, che Napolitano chieda perdono al popolo ungherese (vittima di una carneficina senza eguali)!
Non lo chiediamo: lo pretendiamo!
E lo pretendiamo, caro Presidente, perché lei in questo momento rappresenta tutti gli italiani.
E noi non ci stiamo a passare per gente, che ha messo a “fare” il Capo dello Stato, una persona che mezzo secolo fa “inneggiava” al bagno di sangue prodotto dall´Armata Rossa!
Non ci stiamo, chiaro?
Si meriti la nostra fiducia. Non ci faccia “sfigurare” all´estero. E chieda scusa per i crimini del comunismo.
D´altra parte è lei che ha dichiarato: “sono socialdemocratico da trent´anni“.
E allora lo dimostri!
Chiuda i conti con il suo passato!
Una volta e per sempre!
°