Set 06
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Fu Montesquieu, ne L´Esprit de lois, a preconizzare per la Cina un destino sempiternamente legato ad una dittatura.°
Diceva: un territorio così grande, può avere solo un regime dispotico. Ché diversamente la legge non può essere rispettata in ogni sua parte.
La Cina, oggi, è un gigante economico. Che macina performance incredibili sotto il versante della crescita economica.
Creando e ponendo, come sappiamo tutti, non pochi problemi al mondo intero, e all´Europa in primis.
Questa crescita forsennata, tuttavia, è frutto di inganni e mezzucci illegali, molto spesso.
La contraffazione di merci coperte da brevetti. Il ricorso al calpestio di ogni diritto sindacale: una condizione subumana, che porta i lavoratori cinesi a turni di lavoro massacranti. Praticamente anche 14 ore di lavoro (o più) al giorno. E per pochissimi danari.
Come se non bastasse, in Cina sono presenti più di mille lager, all´interno dei quali sono rinchiusi quasi sempre prigionieri politici (privi di colpa alcuna), che vengono lì “internati”, e (ri)educati “mediante il lavoro”. In condizioni ancora più disumane.
Alcuni di questi lager vengono chiamati laogai. Potremmo definirli tranquillamente: campi di sterminio.
A centinaia di migliaia (o più correttamente, a milioni) sono rinchiusi in essi e schiavizzati. Torturati fisicamente e sottoposti ad ogni genere di sevizia.
Pochissimo è il cibo loro concesso. Il minimo indispensabile perché continuino a lavorare per la “causa comunista”.
Ovviamente non vengono retribuiti: devono scontare una pena (quasi sempre inesistente!).
Hongda Harry Wu, “sopravvissuto” ad uno di questi lager, rivela:
“Esistono da oltre quarant´anni, e rivaleggiano sotto ogni punto di vista – per crudeltà , fini e numero di prigionieri – con il loro omologhi nazisti e sovietici“.
I laogai furono introdotti e creati da quel grande criminale di Mao (di recente osannato dalla Rossanda sul Manifesto).
La cui opera “ovviamente”, uno dei suoi successori, Deng Xiaoping, ha deciso di proseguire. Con la creazione di altri campi di sterminio: i laojiao.
La differenza tra i laogai e i laojiao, sta nel fatto che la detenzione all´interno di quest´ultimi dura tre anni.
E così dissidenti politici, religiosi e chiunque altro sia semplicemente giudicato “improduttivo” dal regime, viene preso e sbattuto nei laojiao.
Infine il regime comunista cinese, prevede un´altra “sistemazione confortevole”: quella dei Jiuye.
Qui giungono ex detenuti e disoccupati, quando evidenzino problemi di “inserimento”. E necessitino di una “migliore educazione”.
Gli Jiuye sono presenti nelle regioni in cui c´è maggior bisogno di manodopera.
Un meccanismo perfetto: hai bisogno di lavoratori? Eccoti il campo di concentramento che te la fornisce. Così la crescita economica è garantita!
Sempre Hongda Harry Wu, afferma:
“Per mantenere il potere e reprimere il popolo, ogni dittatura necessita di un sistema carcerario, sia esso un campo di concentramento o di lavoro. Nel primo caso il fine perseguito è l´eliminazione del prigioniero; nel secondo lo sfruttamento dei detenuti acquista una valenza economica“.
Siccome tuttavia in Cina sono affamati di danaro (come insegna la migliore tradizione comunista), hanno anche creato un altro sistemuccio per poter lucrare sulla pelle dei detenuti.
Quando uno di questi “inspiegabilmente” passa a miglior vita, i suoi organi vengono venduti sul mercato nero.
Uomini ridotti come maiali, di cui com´è noto, non si “butta niente”!
Il tariffario, a quanto narra Andrea Morigi in un articolo apparso su Libero, è il seguente:
Un rene singolo costa 50 mila euro, operazione inclusa.
Un fegato costa tra i 78 mila e i 100 mila euro.
Un cuore costa tra i 100 mila e i 130 mila euro.
Un polmone costa tra i 120 mila e i 136 mila euro.
Si stima che in Cina, dal 2000, siano stati trapiantati 41.500 organi.
Per un “fatturato” annuo di 771 milioni di euro!
Chi sa se Prodi e la Bonino faranno presente ai governanti cinesi, che questa situazione è semplicemente un abominio che urla vendetta!
Il problema, tuttavia, è che nella delegazione italiana c´è anche Fabio Mussi.
Detto “il cinese”, e non solo per l´aspetto! 😉
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P.S.: la mia linea telefonica è rotta. Questo non mi consente di postare molto, né di rispondere ai commenti. Pazientate un po´, non è colpa mia 😉
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