Sblocco delle addizionali e revisione degli estimi catastali: l´Unione prepara la stangata

La notizia l´hanno data il Corriere della Sera e Libero.° 

L´Unione starebbe accingendosi a varare un accordo con gli enti locali, per concedere loro lo sblocco delle addizionali Irap e Ire (ex Irpef), oggi bloccate.

Così come sarebbe intenzionata a cedere soprattutto ai Comuni, la gestione diretta del catasto, delle rendite catastali e dell´imposta di registro.

Non solo.

L´Unione vuole attribuire agli enti territoriali la possibilità  di introdurre nuovi tributi: le cosiddette “tasse di scopo”. In sostanza, le amministrazioni locali potrebbero “creare” a proprio piacimento, nuove tasse a carico dei cittadini.

E ancora.

Sempre nel corso della riunione che si è tenuta con i rappresentanti degli enti locali, il Ministro dell´Economia Padoa Schioppa, e quello per gli Affari Regionali Linda Lanzillotta, avrebbero promesso l´eliminazione dei tetti di erogazione sulla spesa corrente (e quella in conto capitale), introdotti dal governo Berlusconi, dando rassicurazioni circa la possibilità  di sostituirli con un “saldo-obiettivo”.

Quest´ultimo punto è importantissimo, e quindi occorre soffermarcisi.

Il governo Berlusconi era riuscito ad imporre agli enti territoriali, dei massimali per la spesa corrente. Privilegiando, invece, la spesa in conto capitale.

In sostanza, sebbene gli enti locali sostenessero che il governo Berlusconi aveva tagliato i “trasferimenti” agli enti territoriali, in realtà  era rimasto inalterato il “saldo complessivo” (rispetto al passato). Ma si era imposto ai Comuni, ad esempio, di destinare più soldi agli investimenti (spese in conto capitale), piuttosto che alle consulenze (esempio di spesa corrente).

L´obiettivo, quindi, del provvedimento di centrodestra, era quello di indurre le amministrazioni a ridurre gli sprechi. Sprechi in larga parte prodotti per fare clientele!

Il fatto, quindi, che si ritorni al passato (sempre che questi provvedimenti dovessero essere confermati dalla Finanziaria), è un bruttissimo segnale per il Paese intero.

Ma l´insieme di queste misure è preoccupante, anche perché cela un disegno piuttosto cupo a danno dei cittadini.

In sostanza il governo dovrà  tagliare la spesa pubblica per circa 5 miliardi di euro.

Questo ha prodotto disapprovazione da parte degli enti territoriali.

E l´Unione per evitare problemi con le amministrazioni locali (in buona parte governate dal centrosinistra), ha proposto questa sorta di baratto: “Noi tagliamo la spesa senza che voi facciate casini. E noi vi concediamo il potere di mettere nuove tasse, e di incrementare le addizionali”.

In questo modo il cittadino patirà  tagli della spesa pubblica da una parte, e dall´altra un aggravio della tassazione locale.

Questo significa inequivocabilmente, che per il cittadino italiano, con la prossima Finanziaria si prospetta una stangata senza eguali.

Staremo a vedere.

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