Ott 06
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A far ritornare gli immobili della Chiesa sotto la scure del fisco italiano, già ci aveva pensato il decreto Bersani.° °
Ora si aggiungono anche gli effetti previsti dal decreto fiscale, collegato alla Finanziaria 2007.
Nella parte in cui contiene “Disposizioni urgenti in materia tributaria e finanziaria”.
Ciò che crea preoccupazione e allarme in Vaticano è l´aumento del coefficiente (il moltiplicatore), che consente di stabilire il valore catastale degli immobili. Utile ai fini impositivi.
Infatti è stabilito che il coefficiente in questione debba aumentare “nella misura del 40 per cento”, e vada applicato “alle rendite catastali dei fabbricati classificati nel gruppo catastale B”.
Gli immobili del “gruppo catastale B” sono, ad esempio: i collegi e i convitti. Gli oratori non impiegati per il culto e i seminari.
Vivendo in uno stato laico, si può considerare come “discutibile” l´aver regalato qualche sgravio fiscale alla Chiesa. Come fece il governo Berlusconi.
Allo stesso modo, vivendo in uno stato laico, non si può che valutare come squallido, l´aver deliberato un aumento del valore catastale, guarda caso per gli immobili del gruppo B, che guarda caso, sono in buona parte (non esclusivamente) proprio quelli della Chiesa.
Sgembo sarà contento.
Io no!
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P.S.: Il buon Giovanni Gentile, invece, si sta rivoltando nella tomba.
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