Ott 06
15

Donna discriminata dalla British Airways perché indossava un crocefisso

Difficile non indignarsi di fronte a notizie del genere.°

La British Airways ha sospeso una donna, Nadia Eweida, impiegata ai check in dell´aeroporto inglese.

Indossava un minuscolo crocefisso sopra la divisa.

Per regolamento, tutti i dipendenti della British Airways, non possono ostentare simboli religiosi.

Devono tenerli coperti dalla divisa.

Peccato però, che a detta della donna, la British Airways sia una compagnia aerea “dove i musulmani e i sikh sono autorizzati a lavorare con i loro turbanti e i loro veli“.

E´ una vicenda raccapricciante!

This entry was posted on Ottobre 15, 2006 at 1:00 pm. You can follow any responses to this entry through the RSS 2.0 feed. You can leave a response, or trackback from your own site.

Posted in Cronaca e Società by camelot 16 Comments

16 Responses to "Donna discriminata dalla British Airways perché indossava un crocefisso"

pietro says:

Ottobre 15, 2006 alle 8:15 pm

Si puo criticare un regolamento, ma è tipicamente italiano considerare che se una regola non piace , invece di cambiarla , è meglio fregarsene allegramente.

Cercare di probire l’apertura di una scuola araba a Milano con motivazioni puramante burocratiche, non avendo trovato nessuna legge che lo vieti, è forse più ammirevole?

Oltre a cià , non è stato notato che la persona in questione era una cristiana copta egiziana, setta religiosa che in molti paesi africani pratica l’infibulazione femminile.

Forse in alcuni casi è meglio vedere tutti gli aspetti delle cose.
Poi ognuno è libero di farsi le proprie opinioni.
camelot says:

Ottobre 15, 2006 alle 11:05 pm

Risposta a pietro:
Pietro, lei ha contestato di essere stata discriminata perchè ad altri viene consentito di indossare ad esempio il velo, che è pur sempre un simbolo religioso…quanto all’infibulazione, ovviamente sono contrarissimo…non era nemmeno necessario dirlo, credo…
camelot says:

Ottobre 15, 2006 alle 11:08 pm

Risposta a pietro:
E poi di certo, non è lei a poter essere accusata di responsabilità che sono di terzi…se i cristiani copti praticano l’infibulazione, è un abominio che nel caso specifico non può essere imputato a lei, che indossava un piccolo crocefisso…potrebbe anche darsi che lei sia contraria…non è stata discriminata perchè la sua confessione pratica l’infibulazione, è stata discriminata perchè punita per aver violato un regolamento, che altri violano senza essere puniti..
pietro says:

Ottobre 16, 2006 alle 12:13 am

Non c’era discriminazione, il regolamento in questione proibisce solo l’ostentazione di simboli religiosi, è vietata la croce, la mezzaluna la stella di David nella stessa maniera, il velo per esempio non è un simbolo religioso, lo usano cattolici ( mia zia suora ) , induisti, islamici, e anche le ballerine della danza del ventre, che non mi sembrano proprio delle religiose.
Infatti non c’è stato neanche dalla signora in questione nessuna accusa di discriminazione, non c’è bisogno di essere piu realisti del re, semplicemente certi regolamenti sono assurdi, ma nei paesi di cultura anglosassone c’è l’idea che le regole vadano rispettate o al limite cambiate, nei paesi mediterranei (la signora è egiziana, mi sembra) il rispetto delle regole è considerato un optional.
Rudolf says:

Ottobre 16, 2006 alle 3:20 am

E allora meno male che viviamo sul continente europeo. Un simbolo diventa tale e cambia significato in base al contesto. E’ inutile che si nascondano dietro un dito, il velo per i musulmani è sfacciatamente un simbolo religioso ed anche politico tanto che il Marocco (Non il III Reich nel 1939, proprio il Marocco nel 2006!) ha vietato per legge il velo a tutti i dipendenti pubblici nell’ esercizio delle funzioni perchè si era trasformato da simbolo religioso a contrassegno di appartenenza a fazioni politiche dell’ estremismo islamico. Ora dato che la separazione tra religione e politica nei paesi islamici e’ praticamente inesistente, il conto è presto fatto. Se poi lì esistono più sikh e musulmani di qualunque altro paese europeo, a causa del loro passato coloniale e ci si mette pure l’ Arcivescovo di Canterbury che magari pretende di avere l’ esclusiva in patria nell’ esposizione della croce rispetto a tutto il resto del cristianesimo allora se non è discriminazione questa, io fatico a comprendere che cosa altro sia.
Del resto in un paese come quello che altro potevi aspettarti.
etienne64 says:

Ottobre 16, 2006 alle 1:49 pm

Il sonno della ragionevolezza genera più mostri del sonno della ragione.
camelot says:

Ottobre 16, 2006 alle 3:44 pm

RIsposta a pietro:
Ti ha risposto Rudolf
Kaelidan says:

Ottobre 16, 2006 alle 5:11 pm

Faccio un attimo l’avvocato del diavolo anche perchè a quanto ho capito la cosa non è esattamente nei termini con i quali è stata fatta apparire (ergo per come è impostato il discorso e dal principio che ne verrebbe conseguentemente fuori concordo pienamente con Camelot).

Allora, da ricostruzione sembra che per regolamento interno la British Airways abbia vietato ai dipendenti di indossare qualsiasi pendente e dico qualsiasi, che sia una pietra preziosa, una testa mozzata, una croce o l’Anello di Tolkien.

Rectius: più che di divieto per se ne è vietata l’esposizione sopra l’uniforme della compagnia (però nessuno vieta a nessuno di tenerli sotto la stessa).

Ora, se è vero la British potrebbe dimostrare un po’ più di elasticità mentale al riguardo è anche vero che la signora in questione che si mette a tirare questo casino ed a denunciare la compagnia aerea per mettere in mostra (non per il diritto ad indossare!) la sua collana mi sembra un po’ esagitata.

E’ la stesso principio dei tatuaggi: alle hostess/agli stewart non è permesso averne di visibili. Che facciamo, ci mettiamo a denunciare le compagnie aeree per discriminazione?

Mi sembra che la religione qui c’entri ben poco 😉 (e chi mi conosce sa quanto sia poco tollerante con gli intolleranti 😉 )… però sapete, fa più notizia così…
pietro says:

Ottobre 16, 2006 alle 6:31 pm

E a Camelot e Rudolf ha risposto perfettamente Kaelidan.
Il rispetto dei regolamenti per un dipendente di una qualsiasi impresa NON PUO ESSERE UN OPTIONAL.
Non so se sapete che i contratti di lavoro hanno forza di legge tra i contraenti.
E almeno secondo me il rispetto delle leggi è piu importante delle credenze religiose.
Per i talebani probabilmente è diverso.
camelot says:

Ottobre 16, 2006 alle 6:49 pm

RIsposta a Kaelida:
“Rectius: più che di divieto per se ne è vietata l´esposizione sopra l´uniforme della compagnia (però nessuno vieta a nessuno di tenerli sotto la stessa).”
Questo l’ho scritto nel post, e di discriminazione ha parlato la donna…posso crederle, visto che c’è chi ha potuto continuare ad indossare il religiosissimo velo, secondo ciò che lei ha dichiarato? 😉
camelot says:

Ottobre 16, 2006 alle 6:52 pm

RIsposta a pietro:
E a te rispondo con il commento a Kaelidan, è un serpente che si morde la coda, visto che tutto è stato scritto nel post: una donna afferma di essere stata discriminata, perchè è vero che indossava il crocefisso fuori dalla divisa, violando il regolamento, ma lei dice però che quelli che mettevano il velo o il turbante (simboli religiosi anche questi) non hanno avuto sospensioni….posso credere alla donna?
Io sono un laico, e in quanto tale difendo ogni religioso…anche i musulmani…fino a che l’espressione libera di una religione non si faccia minaccia materiale a qualcuno….
camelot says:

Ottobre 16, 2006 alle 6:57 pm

RIsposta a pietro:
E in questo istante, più di tutti difendo i cristiani di tutto il mondo, perchè per “moda o convenienza”, se muore un cristiano non gliene frega un cavolo ad alcuno!
Come difendo i buddisti, il Dalai Lama in primis, che i capi di stato e i presidentelli del consiglio si rifiutano di ospitare, perchè la Cina dittatoriale non “gradisce” che si accolga il Dalai Lama….e quindi dico: VIVA IL DALAI LAMA! 😉
Kaelidan says:

Ottobre 16, 2006 alle 7:32 pm

Paradossalmente è proprio quello che dici a confermarmi la buona fede della British: se lascia indossari veli e turbanti perché prendersela con un simbolo cristiano? Diciamo che se anche i tizi del velo/turbante avessero esposto un ciondolo/collana sarebbero stati ripresi ;). A me sinceramente più che di libertà di culto sembra sia più una montatura pubblicitaria.

Poi per carità , sono il primo a scagliarsi contro qualsiasi discriminazione, a prescindere dai colori politici. Semplicemente non sono convinto sia questo il caso 😉
Kaelidan says:

Ottobre 16, 2006 alle 7:32 pm

Colori POLITICI?! D’oh! Ti leggo troppo Camelot 😉

Colori religiosi volevo dire eheh
Kaelidan says:

Ottobre 16, 2006 alle 7:33 pm

E tutto il resto del post è completamente sgrammaticato. Soprassedete, vi prego. Sto uscendo (forse) ora dall’ufficio 😛

PS: Scusa per il triplo post
camelot says:

Ottobre 16, 2006 alle 7:38 pm

Risposta a Kaelidan:
Ma non scusarti di nulla…ma figurati…è solo un blog, non è un contratto in inglese di quelli che redigi tu…se mi dovessi scusare io per tutti gli errori grammaticali che faccio nei miei post, farei prima a scrivere solo post intitolati “scusatemi” e con questo contenuto: “scusatemi” 😀