Nov 06
13
Vi prego di leggere con attenzione questo post.°
Riporto dal Corriere della Sera:
“MILANO — Uccidete la democrazia!, il nuovo film di Beppe Cremagnani ed Enrico Deaglio con la regia di Ruben H. Oliva, non è questione di sindrome da complotto ma di numeri, numeri e ore. Gli autori lo dicono subito, prima che scorrano in anteprima le immagini e Gola Profonda inizi il suo racconto. La notte di lunedì 10 aprile 2006 è ormai sfumata nel martedì e l’Italia è in sospeso, il flusso dei dati elettorali s’è bloccato, «non si riesce a capire che sta succedendo» dice Romano Prodi, l’esito delle elezioni è più che mai in bilico e intanto a Palazzo Grazioli, quartier generale di Berlusconi, è arrivato Beppe Pisanu. Mai successo che un ministro dell’Interno lasciasse il suo posto in un momento così. C’era già stato verso le 19,20. Per convocarlo, alle 23,14 gli telefonano al Viminale, «l’hanno costretto, letteralmente costretto ad andare». Berlusconi è furibondo, «gli grida in faccia, dice che lui non è disposto a perdere per una manciata di voti». Pisanu torna al Viminale e là ci sono quelli dell’Unione. Marco Minniti, Ds, è piombato in sala stampa agitatissimo, ha cercato i funzionari, ha fatto una telefonata. Poi si è rasserenato. Testimonianze. Immagini dei tg. E Gola Profonda che racconta: più tardi, a Palazzo Grazioli, ci sono quattro uomini chiusi in una stanza. Berlusconi, Bondi, Cicchitto e, ancora, Pisanu. Il Cavaliere non ci sta. E il clima si fa pesante, per il ministro. Volano insulti, «vigliacco», «traditore». Sono le 2.44 quando Piero Fassino annuncia alle telecamere: abbiamo vinto. A quanto pare dal film, il grande imbroglio informatico è sfumato in extremis, il programma che nel sistema di trasmissione dati del Viminale trasformava le schede bianche in voti per Forza Italia è stato fermato a ventiquattromila voti dal traguardo, l’esiguo vantaggio dell’Unione. E a questo punto le immagini rallentano, scrutano il volto segnato del segretario Ds, le occhiaie scure, lo sguardo cupo, mai vista una proclamazione così. In via del Plebiscito Berlusconi fa chiamare l’onorevole Ghedini, vuole preparare un decreto che dice farà approvare dal Consiglio dei ministri per sospendere il risultato elettorale fino a un nuovo conteggio e assicura che lo farà firmare a Ciampi.
Ma dal Colle fanno sapere che il Presidente «non vuole neanche sentirla», una richiesta simile. Abbiamo evitato un golpe? «Non s’innamori dei paroloni: guardi i numeri», sorride Gola Profonda, alias uno strepitoso Elio De Capitani, l’ex «Caimano» di Moretti che nel film incarna tutte le fonti riservate dell’inchiesta. Il personaggio che racconta quella notte delle Politiche 2006 è fittizio, «ma i numeri sono veri», spiega Deaglio, «aspettiamo che intervengano i magistrati, che il ministro chiarisca, che il presidente Napolitano ci rassicuri ». Gli autori sono partiti da un libro, Il broglio, firmato da un anonimo «Agente Italiano» e uscito a maggio. Il dvd contiene i dati provincia per provincia. Numeri che il Viminale pubblica di solito «dopo 40 giorni» e fino ad oggi sono rimasti riservati. Perché? «Perché sono impresentabili, ecco perché». Al centro del «docu-thriller», il mistero delle schede bianche. Dalle Politiche 2001 a quelle 2006, per la prima volta nella storia della Repubblica, sono crollate: da 1.692.048 ad appena 445.497, 1.246.551 in meno. Maggiore partecipazione? Ma gli elettori, al netto dei votanti all’estero, sono stati di meno: 39.424.967 contro i 40.190.274 di cinque anni fa. E soprattutto ci sono le «anomalie» statistiche. L’Italia è varia, la percentuale di «bianche» nel 2001 cambiava ad ogni regione, 2,6 in Toscana, 9,9 in Calabria, 5,5 in Sardegna… L’animazione del film fa ruotare lo Stivale come in una centrifuga, nel 2006 i dati sono omologati, «tutto dall’1 al 2%, isole comprese!». Tutto più o meno uguale, e non un posto dove le bianche non siano calate. In Campania, per dire, si è passati da 294.291 bianche a 50.145, meno duecentocinquantamila, dall’8 all’1,4%. E poi c’è la successone degli eventi. Alle 15 il primo exit-poll dà all’Unione cinque punti di scarto, come tutti i sondaggi. Ma alle 15,45 Denis Verdini, responsabile dell’ufficio elettorale di Forza Italia, dice che «alla Camera è testa a testa, lo si vedrà dopo diverse proiezioni».
E infatti: un’animazione mostra la «forbice» tra gli schieramenti che diminuisce «regolare come un diesel», ogni ora la Cdl guadagna mezzo punto e l’Unione lo perde. I primi dati del Viminale arrivano alle 20,19 e proseguono col contagocce. Alle 21,38 l’Ulivo invita a «presidiare i seggi», quando si bloccano i dati manda il segretario provinciale a Caserta. Inizia la lunga notte. Resta da scoprire l’arma del delitto. E Deaglio, nel film, vola in Florida a intervistare Clinton Curtis, programmatore informatico che nel 2001, inconsapevole, preparò un software per truccare le elezioni e poi ha denunciato tutto e ne ha fatto una battaglia. «Qualsiasi broglio le venga in mente, con la matematica si può fare». E al direttore di Diario, in mezz’ora, prepara un programma che distribuisce in automatico le bianche a uno schieramento lasciandone una percentuale tra l’1 il 2, «si può inserire nel computer centrale o a metà della rete, bastano quattro o cinque persone». Deaglio dice che le bianche mancanti e i voti in più di Forza Italia corrispondono: «Sono gli unici risultati sbagliati dagli exit-poll». Problema: se è vero, perché Berlusconi ha perso? La tesi del film è nella domanda che Deaglio fa a Curtis: è possibile interrompere il processo? «In ogni momento». Si torna alla notte di Palazzo Grazioli. Le pressioni su Pisanu. Il «colpo di teatro», l’arresto di Provenzano l’indomani. E l’«antropologia» dei democristiani, il loro fiuto infallibile. Gola Profonda conclude: «Quella sera il ministro ha fiutato. Ha capito subito che Berlusconi era un gatto che si agitava, ma era un gatto morto. E ha agito di conseguenza»”.
Allora, se queste illazioni non riguardassero l´attuale opposizione parlamentare, io mi farei una sonora e fragorosa risata.
Se uno pensa che una coalizione ha organizzato dei brogli elettorali, e ciò nonostante ha perso le elezioni, beh: uno non può che riderne.
La questione però è serissima. E per vari motivi.
Dico subito che se illeciti ci sono stati, mi auguro che la Magistratura lo appuri, e sbatta al gabbio chi li ha compiuti.
Ciò premesso, non posso però fare a meno di aggiungere alcune cosette.
Nelle democrazie, e non nei Regimi, il ruolo dell´opposizione è sacro.
Nelle democrazie, e non nei Regimi, le inchieste soprattutto giornalistiche, sono indirizzate verso o contro la maggioranza.
Nelle democrazie, e non nei Regimi, nessuno si prova a gettare fango sull´opposizione. Al fine di annichilirla.
Nelle democrazie, e non nei Regimi, non accade che arrivino inchieste ad aiutare la maggioranza nei momenti di difficoltà .
Nelle democrazie, e non nei Regimi, i Deaglio si occuperebbero di altro.
Nelle democrazie, e non nei Regimi, i Deaglio verrebbero a Napoli, e condurrebbero indagini giornalistiche sul “voto indirizzato” verso il centrosinistra. Che governa da quasi 3 lustri la Campania e Napoli, e oramai è diventato Regime.
Nelle democrazie, e non nei Regimi, i Deaglio si porrebbero alcune domande in relazione a Bassolino e alla Iervolino.
Del tipo: “Ma com´è possibile che costoro prendano voti soprattutto nei quartieri in cui è maggiore l´infiltrazione camorristica?”.
Nelle democrazie, e non nei Regimi, i Deaglio si porrebbero anche altre domande.
Del tipo: “Ma com´è possibile che il giorno dopo il voto a Napoli, vengano arrestati due candidati del centrosinistra al Consiglio Comunale (per aver ottenuto voti attraverso ricatti e minacce), presentatisi nel partito della Iervolino (la Margherita)?”.
“La Iervolino come faceva a non sapere che si trattava di due delinquenti?”.
Nelle democrazie, e non nei Regimi, i Deaglio farebbero anche indagini giornalistiche “serie”. Di quelle scomode. Di quelle che ti possono portare all´altro mondo.
Nelle democrazie, e non nei Regimi, i Deaglio – e sempre in riferimento a Napoli e alla Campania – si chiederebbero: “Ma com´è possibile che la Margherita e l´Udeur, che in tutta Italia raccattano quattro voti, in Campania prendano consensi bulgari? “Chi” li vota?”.
Nelle democrazie, e non nei Regimi, i Deaglio farebbero altre indagini.
Si chiederebbero ad esempio: “Ma com´è possibile che De Mita (attuale segretario regionale campano della Margherita), che è anche peggio di Antonio Gava e Paolo Cirino Pomicino, non sia nemmeno stato “sfiorato” dalle indagini di Tangentopoli?”.
Nelle democrazie, e non nei Regimi, i Deaglio aggiungerebbero anche un´altra domanda, a tal proposito:
“Non è che De Mita, capo storico della sinistra Dc, non sia stato toccato dalle indagini di Tangentopoli, pur essendo l´esatta antitesti del “politico immacolato”, perché “utile” a realizzare un nuovo centrosinistra, capace di includere anche gli eredi del Pci?”.
Nelle democrazie, e non nei Regimi, i Deaglio farebbero sapere all´opinione pubblica italiana, quante diecine e centinaia di miliardi di lire, siano stati sperperati per la ricostruzione in Irpinia, a causa delle sciagurate politiche prodotte negli anni ‘80 da De Mita.
Nelle democrazie, e non nei Regimi, i Deaglio farebbero sapere agli italiani, che l´attuale Finanziaria “mafiosamente” prevede un nuovo stanziamento di 62 milioni di euro per l´Irpinia. 27 anni dopo!
Nelle democrazie, e non nei Regimi, i Deaglio farebbero sapere anche altro.
Farebbero sapere che la Regione Campania, guidata da Bassolino, spende ogni anno milioni di euro per noleggiare un elicottero (che serve per trasportare d´urgenza, alcune tipologie di malati).
I Deaglio farebbero sapere anche, che ci sono analisi che dimostrano come la Regione Campania avrebbe interesse ad acquistarlo un elicottero. Anziché a noleggiarlo.
Le converrebbe sotto il profilo economico. Il contribuente campano risparmierebbe.
Nelle democrazie, e non nei Regimi, i Deaglio, appurato che la Campania avrebbe interesse economico ad acquistare l´elicottero, anziché a noleggiarlo, si chiederebbero:
“Ma come mai la Campania non acquista l´elicottero di cui sopra? Forse perché la società che lo da in fitto è della Camorra?”, “E com´è possibile che lo stato prenda a noleggio un elicottero dalla Camorra?”.
Nelle democrazie, e non nei Regimi, i Deaglio farebbero indagini del genere.
Ma nelle democrazie, e non nei Regimi, occorre avere “coglioni”.
E Deaglio non ne ha!
°
°