Nov 06
27
Io sto con Giorgio Welby
La vita e la morte, è banale dirlo, sono questioni serie. Molto più degli argomenti che di solito si affrontano su questo blog.° ° ° °
La sofferenza lo è anche di più.
Non temo la morte. M´è assolutamente indifferente.
Magari sarai più tentato dal considerare temibile la vita: se ad essa si affiancasse sofferenza e assenza di dignità .
Mi guardo allo specchio, e per quanto non sia un Adone m´accetto.
Con tutti i miei limiti.
Sono “venuto fuori” così, e diversamente non posso essere.
Non un grammo però della mia dignità voglio sia intaccato.
Se penso che un giorno, guardandomi allo specchio – magari perché piagato da una malattia incurabile – possa provare compassione e disgusto per la mia persona, inorridisco.
La vita è un dono. Senza dubbio.
L´origine però di questo dono è oscura.
La Fede spiega e colma un vuoto conoscitivo.
Ma non a tutti.
Ebbene a queste persone cui la Fede non riesce a spiegare il “perché”, deve essere lasciata libertà di scelta.
Sul proprio corpo e sulla propria vita.
Che se è ridotta a carcassa, deve essere legittimo che si possa scegliere di non viverla.
Se io fossi Piergiorgio Welby, chiederei anch´io che fosse staccata la spina.
E che mi si lasciasse in pace.
La vita è mia.
Come la morte.
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