Dic 06
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Una delle variabili economiche più importanti per misurare il benessere di un paese, è il suo tasso di disoccupazione.°
In Italia oggi, come ci dice l´Istat, il tasso di disoccupazione si attesta al 6,1% (destagionalizzato, al 6,8%).
Il livello più basso dal 1992.
Mentre la disoccupazione europea è di due punti percentuali più alta (in media).
Sicchè da questo punto di vista l´Italia è tra i paesi che presentato una condizione migliore.
La riduzione della disoccupazione, sempre come ci segnala l´Istat, ha preso consistente avvio dal 1998.
Ed è stata facilitata dal cosiddetto “Pacchetto Treu” e in particolar modo dalla Legge Biagi.
Anche il numero degli occupati è salito enormemente: sono oggi 23 milioni.
Esattamente il 2% in più rispetto all´anno scorso.
Altro aspetto importante, come segnala sempre l´Istat, è rappresentato dal fatto che questa crescita occupazionale, si manifesti in modo più o meno uniforme su tutto il territorio nazionale.
Nel Nordovest si segnala una crescita del + 2,3%.
Nel Nordest del +2%.
Nel Centro del + 1,9%.
E nel Sud del + 1,8%.
Significativo è anche l´aumento del numero di donne occupate: qui si registra un aumento addirittura del 5,8%.
Insomma l´Italia che spesse volte ingiustificatamente si piange addosso, realizza almeno ogni tanto, performance degne di nota.
La questione semmai è un´altra: è capire se l´Unione e la sua politica di inasprimento fiscale, siano compatibili con il mantenimento di un livello occupazionale alto.
La crescita del prelievo fiscale scoraggia i consumi.
E questo può portare le imprese a ridurre l´offerta, e per questa via il numero di occupati.
Speriamo che i signori dell´Unione se ne rendano conto.
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