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Pietà , misericordia e compassione: il caso Welby

Samurai foto

Nella limitatezza di ogni umana vita, io scelgo la via dell´eternità “.° 

Dopo aver pronunciato queste parole, nel 1970 Yukio Mishima si suicidò, si tolse la vita.

Mishima era uno scrittore. Ma era anche un conservatore. Un tradizionalista.

Cui non piaceva il cammino che il Giappone stava intraprendendo.

Così decadente e lontano dalla fierezza che lo aveva caratterizzato in passato.

Mishima non poteva sopportarlo.

Aveva lo spirito e i valori di un Samurai.

E il suo Giappone stava perdendo ogni ancoraggio a quei valori.

Dunque il suicidio parve a Mishima l´unico modo serio e dignitoso per opporsi a quella decadenza.

E con lucida freddezza lo pose in essere.

Ora.

I giovani missini di un tempo amavano Mishima.

Molti di noi avevano in camera un suo poster, quello più famoso.

Quello che ritrae un Samurai e la frase che ho riportato all´inizio di questo post.

La bella morte, la morte nobile e fiera per degli ideali, è iscritta nel patrimonio valoriale di ogni destro.

Potremmo dire sin dalla notte dei tempi.

Bene, ieri riflettendo sulla morte di Piergiorgio Welby, non ho potuto fare a meno di accostare la vicenda di quest´ultimo a quella di Mishima (e la mia stessa idea, anche se formulata con esempi e parole diverse, è venuta anche ad Armando Plebe. Che l´ha espressa oggi con un articolo su Libero).

Perché m´è venuto questo paragone?

Perché ho “visto” in giro, da parte di molti destri – blogger compresi – parole di rimprovero e di biasimo sul caso Welby.

Parole che non condivido.

Parole prive di rispetto e di misericordia.

Che denotano anche assenza di riflessione sul caso specifico.

Welby, se avesse voluto, avrebbe potuto “andarsene” molto più facilmente, nel silenzio più totale.

Senza clamore mediatico. Senza televisioni, telecamere e occhi indiscreti attorno a lui.

Ma non l´ha fatto.

Ha voluto che il suo caso “servisse”, che la sua morte potesse avere un senso alto e altro: voleva sacrificarsi per tutte le persone che giacciono inermi in un letto. Senza via di scampo. Sollecitando una legge e una presa di coscienza.

Il suo sacrificio, dunque, non m´appare meno nobile di quello compiuto da qualsiasi persona che abbia dato la propria vita, magari per un ideale giusto o per salvare la vita ad altri.

Episodi come quello di Welby, quindi, dovrebbero essere apprezzati. Anche a destra.

Eppure ciò non avviene.

Forse perché in ballo è il tema dell´accanimento terapeutico (perché di questo si trattava, e non di eutanasia!).

E questo tema, certi destri lo avvertono come estraneo alla propria cultura. Ai propri valori. Ai propri ideali.

Anzi: alcuni destri considerano l´argomento come qualcosa di sinistra.

Talchè evidentemente, se si muore per un “ideale” che non è strettamente di destra, poco importa che si muoia per aiutare altri, il gesto non può essere apprezzato.

Il gesto va stigmatizzato. Il gesto è sacrilego e profano: perché va contro la volontà  di Dio (e quello di Mishima non va contro la volontà  di Dio?).

Mentre se un militare dà  la vita per salvare una donna anziana (e con ciò decide di suicidarsi per salvarla), il gesto è nobile. Patriottico. Disinteressato e da apprezzare.

Tutto ciò è volgare e disgustoso.

Anche perché denota assenza di umanità !

C´è una cosa che in molti – e ciò mi sorprende parecchio – non hanno considerato in questi lunghi giorni, in cui la vicenda Welby è stata portata alla nostra attenzione: ed è la condizione in cui ha vissuto la moglie di Piergiorgio Welby.

Io non so se vi sia capitato di osservare il volto di questa donna.

A me è capitato. Ed una cosa mi ha sorpreso: malgrado sia coetanea di Piergiorgio, sembra molto più vecchia di lui.

Al punto da sembrare sua madre, e non sua moglie.

Mina ha i capelli completamente bianchi. Il volto tirato e stanco.

Le rughe a disegnarne una vecchiaia non anagrafica: una vecchiaia prodotta dalla sofferenza.

In questi giorni, forse, non ci siamo interessati o interrogati molto sulla vita di questa donna.

Che per 25 anni ha condiviso la tragedia del suo uomo: sempre al suo fianco. Sempre pronta ad accudirlo, ad amarlo.

Se fossimo stati più attenti, più profondi, più misericordiosi, forse avremmo capito che “il gesto di Welby” aveva un altro significato ancora. Un altro scopo.

Piergiorgio, io credo, soffriva anche o soprattutto per la sofferenza che cagionava alla sua Mina.

Pergiorgio soffriva, io credo, più che per la prigionia cui la malattia lo aveva costretto, per la prigionia cui la sua malattia condannava sua moglie: obbligata ad essergli a fianco, obbligata ad accudirlo, obbligata a vivere solo per aiutarlo.

L´amore è una catena.

E a volte questa catena diventa un cappio: che ti strangola lentamente. E da cui, per amore, non puoi liberarti.

Pergiorgio con il suo gesto, ha voluto tagliare questo cappio che stava uccidendo anche sua moglie.

Ha voluto morire, non solo per affrancarsi da una condizione inumana.

Ha voluto morire, non solo perché il suo gesto facesse riflettere gli italiani, su una situazione che riguarda migliaia di altre persone.

Ha voluto morire, perché amava la sua Mina.

E non poteva continuare ad accettare che lei soffrisse per lui.

Io in questo gesto vedo solo amore, misericordia e compassione.

Dunque non posso che rispettarlo.

° 

41 Comments on “Pietà , misericordia e compassione: il caso Welby”

  1. tommasof Says:

    non posso che condividere le tue parole.

  2. camelot Says:

    Risposta a tommasof:
    😉

  3. Carmelo Says:

    Penso che mi capirai se non voglio commentare ulteriormente la vicenda del “capitano”.
    Ci tenevo solo a farti i miei migliori auguri di un sereno natale ed un felice anno nuovo. 🙂

  4. laura Says:

    grande camelot!

  5. Mizarin Says:

    E’ il tuo più bel post.

    Clap Clap

  6. camelot Says:

    Risposta a Carmelo:
    Ancora augurissimi anche a te…immagino che l’immagine del Samurai ti sia piaciuta 😉

  7. camelot Says:

    Risposta a Mizarin:
    Troppo buona…auguri di uno splendido Natale…sono subito da te 😉

  8. camelot Says:

    Risposta a laura:
    Grazie e ancora auguri di uno splendido Natale…comunque, e informazioni e giornali permettendo, io scriverò anche nei prossimi giorni…per cui se puoi e se ti va: passa anche di qui 😉

  9. Mizarin Says:

    Auguroni pure a te di buon Natale!

    🙂

  10. Gigi Massi Says:

    Io amo ancora Mishima. Ma non c’entra nulla con Welby, sorry (e non ho ben capito dove voleva andare a parare Plebe nel pezzo di oggi)

  11. Kaelidan Says:

    Che bello quando qualcuno scrive cose del genere.

    Belle parole davvero, Camelot. Qui non è questione di destra o sinistra, e siccome è quasi Natale non rispolvero la polemica con quelli che in questi giorni si scagliano contro chi ha “staccato la spina”.

    Invece sorrido perchè credo fermamente che in questo caso la morte non sia l’apice della tragedia, bensì il lieto fine.

    Buon Natale al padrone di casa ed a tutti i lettori del blog! =)

  12. Andrea Says:

    Apprezzo che tu citi Mishima che anch’io stimo molto come scirttore ed espressione della cultura giapponese.
    è simbolo però di una cultura e religone completamente diversa.
    Qui invece si parla di un uomo che, apprezzabili i motivi e comprensibili le sofferenze, ha deciso di farsi staccar la spina PUR professandosi cattolico.
    Non mi sogno certo di poterlo giudicare ma neppure che i radicali che ne hanno sponsorizzato il gesto vengano a fare i maestrini di morale agli altri dopo aver convocato anche una conferenza stampa.
    L’argomento è molto complesso e spiace che forse non sia così facile districarsi .

    TI ringrazio per gli auguri, anche a te auguro un sereno Natale.

  13. etienne64 Says:

    Gelo.
    Il silenzio mi pare l’unica cosa.

  14. unpirlaqualsiasi Says:

    Mi spiace, Camelot, ma non posso condividere.
    Non ho nè il culto nè la cultura dell’onore, e non vedo onore nel suicidarsi in nessun caso.
    Tutte queste parole per giustificare la scelta di Welby, onore, dignità , non le capisco e non le condivido.
    Era una persona immobile in un letto da una decina di anni, soffriva e ha creduto giusto per lui andarsene in quel modo.
    Per lui e, soprattutto, per quelli che sono nelle sue stesse (o simili) condizioni, in modo che possa diventare un diritto di tutti scegliere di poter interrompere una vita che vita non è più.
    E questo motivo per togliersi la vita posso capirlo (per condividerlo bisogna trovarsi nei suoi panni).
    Ma il paragone col suicidio dei samurai, proprio no.
    Per me chi si suicida per un disonore (o presunto tale) patito è una persona debole che non ha il coraggio di affrontare la realtà  e cercare di rifarsi di ciò che ha subito.
    Mentre se una persona compie un gesto estremo per salvarne un’altra (cosa che non condivido, ma che, probabilmente, nel momento in cui si fa non si pensa alle conseguenze), non è suicidio. La morte è la conseguenza, ma non la volontà …
    Mentre concordo sul fatto che sia un’enorme stupidaggine dividere i gesti in “di destra” e “di sinistra” sempre e comunque. Chi lo fa, vuole una giustificazione per il proprio pensiero, perchè non ha il coraggio di pensare in modo libero nonostante la prorpia idea vada contro quella comune del proprio credo politico.

  15. Tisbe Says:

    OT. Ti auguro di trascorre Buone Feste insieme ai tuoi cari. Tis

  16. camelot Says:

    Risposta a unpirlaqualsiasi:
    Il post è ad uso dei destri e del dibattito che s’è fatto a destra su questa vicenda 😉

  17. camelot Says:

    Risposta a Giggi Massi:
    Penso che Plebe volesse arrivare a parare dove sono andato io a parare con Mishima, solo che ha sbagliato esempio e s’è messo a parlare degli Stoici e di Socrate che, in senso stretto, non sono proprio “nostri”…

  18. camelot Says:

    Risposta a Kaelidan:
    Ciao Kaelidan, questo post era proprio ad uso di chi si è opposto a staccare la spina, e di chi a destra, dimenticando certi riferimenti valoriali, e considerando la vita sacra, s’è dimenticato che noi a destra abbiamo radici nel culto del “bel gesto” fatto per gli altri…e l’esempio di Welby, a me personalmente, per le implicazioni che ha, ricorda il sacrificio di altri…in quanto non è solo uno staccare la spina per sè, ma è mettere in piazza la propria sofferenza perchè serva a terzi, e poi c’è la questione di Mina…

  19. camelot Says:

    Risposta ad Andrea:
    La strumentalizzazione dei Radicali, per quanto ignobile è servita a sollevare la questione dell’accanimento terapeutico e dell’esigenza di arrivare al testamento biologico…mentre di Welby vale ciò che ho scritto…
    Buon Natale a te

  20. camelot Says:

    Risposta a etienne 64:
    😉

  21. camelot Says:

    Risposta a Tisbe:
    Auguri a te

  22. Mizarin Says:

    Auguroni di Buon Natale :*
    Un Baciotto!

  23. sgembo Says:

    Bravo Camelot, un bellissimo post davvero.
    (su questo Mishima mi devo pronunciare? ma no che è natale dai…)

    Ancora auguri!

  24. fabio sacco Says:

    Chi è di “destra” in cuor suo approva quello che scrivi. L’ingerenza della Chiesa ha portato a stigmatizzare Welby, ma la vita è bella se degna da vivere. Quando manca il sale della vita ed è impossibile riaverlo, beh, la soluzione di Welby è condivisibile.
    http://fabiosacco.blogspot.com/

  25. Pignolo Says:

    oggi sono stato al funerale di Welby. E’ stato molto commovente. Da un lato mi ha fatto male vedere degli schieramenti politici, ma allo stesso tempo capisco che in fondo è una questione politica.
    Non sono riuscito a trattenere qualche lacrima…

  26. Lameduck Says:

    Io ho letto quasi tutto Mishima vent’anni fa, e lo amo moltissimo. Chi conosce la lingua dice che è lo scrittore che scriveva con il “miglior” giapponese moderno. Credo però fosse un personaggio con molte altre sfaccettature delle quali non hai parlato: l’estetismo, l’omosessualità , le pulsioni sadomasochistiche che formavano un corpo dove le componenti orientali e occidentali erano come gemelli siamesi inseparabili.
    Quanto tutto ciò abbia a che fare con Welby non so. A parte il fatto che erano due poeti che hanno reclamato il diritto di uscire di scena con un gesto clamoroso.
    Un caro augurio di Buon Natale.

  27. etienne64 Says:

    Buon natale, Cam, amico mio.
    etienne64

  28. camelot Says:

    RIsposta a etienne 64:
    Auguri a te etienne

  29. camelot Says:

    Risposta a Lameduck:
    L’esempio di Mishima mi serviva solo per ricordare ai miei amici destri, che “noi” abbiamo sempre avuto un “occhio di riguardo” per la bella morte, per il sacrificio della propria esistenza per un fine nobile….solo a questo…buon Natale a te

  30. camelot Says:

    Risposta a Sgembo:
    Augurissimi a te 😉

  31. camelot Says:

    Risposta a Fabio Sacco:
    Mi fa piacere che tu condivida…auguri di buon Natale…

  32. camelot Says:

    Risposta a Pignolo:
    La cosa che mi ha fatto piacere è stato vedere in televisione Mina sorridere….buon Natale

  33. camelot Says:

    Risposta a Mizarin:
    Aguri a te…ed una costellazione di baci :*

  34. Jinzo Says:

    Camelot, post commovente, veramente.
    Attenzione però, i destri destri (molto destri) la pensano effettivamente come te. Basta prendere Fiamma Tricolore, ad esempio, che probabilmente è uno dei movimenti più estremi che esistono ma è pro-eutanasia.
    Il problema sono le ipocrisie dei papisti.

    Bravo Camelot. Auguri di Buon Natale!!

    p.s.:

    Caro Metafisico, mi spieghi per quale motivo su questo blog commenti in maniera umana e rispettabilissima, mentre da me ed in altri blog assumi al contrario l’identità  di un troll di caverna?
    Guarda che pure noi riusciamo a discutere civilmente… Capisco che Camelot è bravo, però….

  35. capemaster Says:

    concordo con mIzarin, uno dei tuoi più bei post

    Ancora auguri

  36. gregorj Says:

    clap, clap, clap.

  37. destralab Says:

    vero… è stato molto bello sentire la moglie dire: “ora Piergiorgio è contento e libero” e anch’io “sento” che adesso lui è contento, importa solo questo …
    grazie per gli Auguri, ricambio e Buon S.Stefano 🙂

  38. Mizarin Says:

    Una Costellazione, devi indovinare quale però 😛

    “Mizar” è l’indizio 😉

  39. FulviaLeopardi Says:

    sono combattuta
    nel senso
    è vero poteva andarsene in silenzio ma non l’ha fatto
    però
    sai come vanno le cose in italia, ovvero, finito il casino, tutto tace
    speriamo bene

  40. Sgembo Says:

    Forse ti interessa sapere che Stefano(http://cadavrexquis.typepad.com/) sul suo blog sta scrivendo una serie di post su Mishima(la blogosfera è piccola)
    🙂

    ciao!

  41. Alfonso Says:

    Ciao Camelot, innanzitutto complimenti per il sito, solo questa mattina ho scoperto della sua esistenza leggendo sul portale libero le avventure che nostro malgrado ci tocca vivere grazie al professor Prodi alias mortadellas.
    Mi ha molto colpito la tua interpretazione sulla vicenda Welby. Il paragone con il personaggio giapponese Mishima ed il sacrificio per il proprio ideale ritengo sia molto azzeccato. Sono però contrario alle tue considerazioni. Valutando, sia chiaro la vicenda in base a ciò che ho potuto capire attraverso i giornali,la televisione ed i midia, consapevole che nessuno di noi oltre Welby e i suoi più stretti parenti, sapremo mai la vera motivazione che ha spinto un uomo costretto a vivere come uno pseudo-vegetale, attaccato alla tecnologia che abbiamo oggi, scegliere di uccidersi. Credo fermemente e ne ho riscontri nel mondo animale e biologico scientifico, l’ideale vero e oggettivamente presente dentro ogni forma di vita compresa la nostra sia LA VITA. Tutto il resto non è propriamente ancestrale perchè influenzato dall’evoluzione sociale e terrestre, dalla scienza e dalla tecnologia.
    Il samurai si è suicidato perchè non riusciva ad aderire alla modalità  evolutiva del suo tempo e piutosto che combattere per la sopravivenza si è lasciato andare. Welby l’ideale sarebbe stato l’amore? Quello di sua moglie anche? Credo che i due individui hanno meramente espresso un ideale con parvenza di battaglia, celando la mera realtà  della loro pauradi affrontare la propria esistenza.
    Ti auguro un felice anno nuovo! A presto
    Alfonso

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