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La riforma delle pensioni: pensionamento anticipato per il governo Prodi?

Anziani foto

Non è questione di spallate: il governo Prodi durerà  poco comunque.° 

E la sua permanenza al potere sarà  sempre caratterizzata da una certa precarietà .

E´ che la riforma delle pensioni, però, è davvero uno snodo importante per questa coalizione.

Presentatasi agli elettori con la volontà  di mandare in soffitta la riforma Maroni, ora che è al governo, invece, si rende conto del fatto che la riforma berlusconiana è fondamentale per il Paese.

E´ fondamentale per i conti previdenziali, e lo è perché consente di superare gradualmente (e in modo non traumatico) le contraddizioni di un paese come il nostro, dove i nonni (papà ) in pensione (giovanissimi) sono davvero tanti. Mentre i nipoti che lavorano e pagano (in parte) le pensioni ai papà  (nonni) sono pochissimi.

Tuttavia la sinistra radicale non vuole sentire ragioni: vuole che venga abolita la riforma Maroni (cioè che non entri in vigore), e vuole che la gente possa andare in pensione a 57 anni.

Pura follia!

E in questo clima di delirio, l´unica concessione che è disposta a fare, è quella relativa all´introduzione di meccanismi d´incentivo, per favorire la permanenza al lavoro.

Il problema, però, è che come sempre la sinistra estrema (e la Cgil) sragiona.

Ha un approccio per nulla confacente alla realtà .

Pretende che gli incentivi siano pari al 3% del guadagno del lavoratore.

E i soldi non ci sono per garantire questa copertura!

I tecnici del Tesoro, infatti, hanno ipotizzato un meccanismo a doppio binario.

Che prevede un incentivo dell´1,5% (in più in busta paga) per chi continui a lavorare; mentre prevede una decurtazione del 3,5% (della pensione percepita), per ogni anno di permanenza in meno al lavoro.

Su questo terreno, gioco forza, il centrosinistra è destinato a spaccarsi.

Da una parte la sinistra estrema non può fare concessioni: quando ai cittadini arriverà  la prima busta paga dell´era Prodi (e soprattutto quando le amministrazioni locali avranno aumentato addizionali locali e Ici), agli elettori di riferimento della sinistra radicale sarà  chiaro che la Finanziaria non li ha avvantaggiati in maniera significativa.

Dunque Rifondazione Comunista, Pdci e Verdi, non potranno acconsentire a che sia confermato l´aumento dell´età  pensionabile: i loro elettori non l´accetterebbero.

D´altra parte la sinistra moderata, dopo aver varato la peggiore Finanziaria della storia repubblicana (e dopo aver perso significativi consensi: Ds e Margherita sono ridotti davvero male), deve necessariamente mostrare un “profilo riformista”.

Deve dimostrare, cioè, di essere in grado di affrontare le sfide di modernizzazione del Paese: altrimenti il Partito democratico non vedrà  mai la luce!

In questo clima di faida annunciata, poi, il ruolo dell´opposizione di centrodestra è cruciale.

In questa nuova fase non sono ammessi tentennamenti nella CdL: la riforma Maroni va difesa a spada tratta.

Una coalizione liberale (quantunque plurale al proprio interno) non può fare a meno di difendere una riforma che garantisca equità  e sostenibilità  nel sistema pensionistico.

L´innalzamento dell´età  media da una parte, e la drastica riduzione del tasso di fertilità  femminile dall´altra (si figlia troppo poco), rendono improcrastinabile l´entrata in vigore di una riforma utile ed equa, come quella varata nella scorsa legislatura.

Dunque il centrodestra su questo argomento deve incalzare la maggioranza.

E mostrarsi, mai come ora, liberale.

In tutta Europa i governi affrontano con difficoltà  le riforme dei sistemi pensionistici.

Si tratta di misure impopolari, che necessariamente scontentano una parte cospicua della popolazione.

Ma si tratta di riforme improcrastinabili: se non vengono introdotte, infatti, il rischio è che i giovani di oggi non potranno mai avere una pensione.

Non è demagogia, purtroppo: è pura e cinica contabilità !

Dunque, se al centrosinistra non stanno affatto a cuore le sorti dei giovani (non almeno da questo punto di vista), il centrodestra deve farsi carico di un modello di società  equo ed efficiente: quello in cui i diritti dei pensionati non si esprimano a danno delle generazioni più giovani.

Per questo dovrà  condurre in Parlamento una strenua difesa della riforma Maroni.

Anche perché, difendendo la stessa, non solo difenderà  un proprio progetto.

Ma perché renderà  ancora più evidenti le contraddizioni all´interno dell´Unione. Facilitando il prepensionamento della stessa.

Se invece qualche forza del centrodestra (penso alla Lega che da quel dì non è più tanto liberale e liberista) si mettesse a fare strani giochetti e a difendere le “pensioni del Nord”, beh: la CdL a quel punto ne uscirebbe davvero male.

Poco credibile come coalizione di riformatori.

Ma soprattutto poco credibile agli occhi di milioni di giovani.

Che nel centrodestra, ancora oggi, vedono una coalizione capace di garantire la modernizzazione del Paese.

Sulla riforma delle pensioni, in ogni caso, le due coalizioni si giocano la faccia e la reputazione.

Sia chiaro a tutti.

° 

13 Comments on “La riforma delle pensioni: pensionamento anticipato per il governo Prodi?”

  1. ilaria Says:

    Vogliono scopiazzare bruttamente la Germania, facendoci credere di poter risovere il problema pensioni, ma è impossibile.
    In Germania l’età  pensionabile è 65 anni e si progetta di aumentarla gradualmente a 67 anni per uomini e donne.
    In Italia a 57 – 60 anni con discussioni a non finire.
    E se l’Italia segue quel metodo, non vantando una produttività  superiore rispetto a quella tedesca, avrà  soltanto costi eccessivi e insostenibili.

  2. camelot Says:

    Risposta a ilaria:
    Infatti: o lasciano andare in vigore la riforma Maroni, o ne devono fare una più severa…ma non possono lasciare la situazione così…veramente arriviamo al collasso altrimenti…

  3. ilaria Says:

    magari collassino soltanto loro!
    sarebbe la soluzione ideale
    ed anche un risparmio mica da ridere per il paese!

  4. etienne64 Says:

    Riforma Maroni…. dai. Ha ritoccato solo la curva dell’aumento dell’età  pensionabile. La differenza è che le grosse riforme degli anni ’90 non si vedevano tanto, mentre, come spesso succede, l’ltimo provvedimento della serie pare che rivoluzioni il mondo.
    Ma quel che sarò curioso di vedere sarà  l’allenza tra i tuoi amichetti della Lega che difendono a spada tratta le pensioni di anzianità  maturate dai prodi lavoratori della val Brembana elettori leghisti e Diliberto che per riempirsi la bocca continua ad urlare che le pensioni non si toccano.
    In realtà , la via d’uscita l’ha già  trovata il Fausto nazionale che da buon sindacalista (pessimo politico, ma ottimo sindacalista) ha capito che l’unica lotta seria è quella sulla lista dei lavori usuranti, non sull’età  media di pensionamento (e, inter nos, non ha nemmeno tutti i torti).
    Dai, iscrivete il Diliberto nelle vostre liste così ce lo togliamo dalle scatole!

  5. camelot Says:

    Risposta a etienne64:
    Etienne, quando il centrodestra varà  la riforma Maroni io l’attaccai…troppo timida e moderata per i miei gusti…d’altra parte se i tuoi amici scendevano un giorno sì e l’altro pure in piazza, a fare “scioperi politici”, che cosa mai poteva fare il centrodestra? 😉
    Il problema è la stupidità  degli esponenti del centrosinistra….allora hanno spalleggiato i sindacati chiedendo loro di scendere in piazza?
    E ora si becchino la patata bollente della rifoma delle pensioni! 😉
    Su cui questo governo cadrà ..

  6. camelot Says:

    Risposta a ilaria:
    Collasseranno collasseranno…speriamo prima che facciano altri danni…

  7. etienne64 Says:

    No, Camelot, non cade per questo. E Maroni non fece di più non per gli scioperi politici ma perché in primo luogo non c’era bisogno di fare molto di più e in secondo luogo, perché all’interno della dx c’é parecchia gente a cui non va l’idea di bruciarsi voti sulla questione della pensione di anzianità .
    Le pensioni sono una roba che va qua al Nord, dove, bene o male, la gente ha continuità  lavorativa: nel meridione non c’é tanta gente che possa vantare 35/37 anni di contributi entro i 57 anni. E ciò perché, molto probabilmente, una ssignificativa fetta della vita laovrtaiva è stata fatta in nero. E infatti, il vero paladino delle pensioni di anzianità  era la Lega: e Maroni si dovette adeguare ai diktat del Capo.
    Stupidità  del centrosx: certo, siamo tutti mona. Questo è assiomatico. Vorrei però ricordarti che le tutte le riforme previdenziali sono state fatte dalla sx: Amato (1992), Dini e Prodi nel 1996.
    Poi arriva Maroni e, nell’ambito delle verifiche programmate, cerca e riesce a far correre la fase di transizione un po’ più velocemente. Peccato che la locomotiva l’aveva messa in moto un sinistro, vedi tu….

  8. camelot Says:

    Risposta a etienne 64:
    Ripeto: io ho attaccato il centrodestra sulla riforma Maroni, non tanto per il contenuto che si poteva accettare, quanto per la tempistica…perchè non entrava immediatamente in vigore…però allo stato, devo ricordarti, che è considerata sotto il versante della modernizzazione, una delle più interessanti…è chiaro che la riforma Dini è stata quella più massiccia…ma solo perchè c’era un governo “tecnico” e non politico a farla…e sulla riforma delle pensioni, così come sui temi etici etienne, davvero il rischio di caduta di questo governo è altissimo…oramai s’è visto chiaramente: al Senato questa coalizione regge solo per il voto dei senatori a vita…la Finanziaria senza di loro non sarebbe passata…pensa te, se anche un solo senatore comunista si rifiuta di votare la riforma delle pensioni, Prodi è fregato 😉

  9. pietro Says:

    Se i giovani fossero un poco più coscienti che una seria riforma delle pensioni è nel loro interesse, la cosa si sarebbe gia fatta da un bel po di tempo.
    La cosa che Maroni ha evitatato accuratamente è stata la verifica dei coefficenti che era prevista dalla legge Dini entro il 2005.
    Ma questo avrebbe abbassato le pensioni di una piccola percentuale a tutti i nuovi pensionati, cosa poco consigliabile da fare in prossimità  delle elezioni…..
    La cosa è incredibile, quanti cretini ci sono che non capiscono che se non ci sono i soldi le pensioni non si possono pagare!!!

  10. tommasof Says:

    se Berlusconi avesse indirizzato i fondi che ha destinato alle pensioni sociali verso altri lidi magari si sarebbe fatto un piccolo passo in avanti. Ma non avrebbe preso i voti di chi non facendo un cavolo per tutta la vita ora si prende 500€ al mese (come persone che invece si sono fatte il mazzo per guadagnarsi la pensione)

  11. camelot Says:

    Risposta a pietro:
    Appunto…

  12. camelot Says:

    Risposta a tommasof:
    E Berlusconi alza le pensioni al minimo e sbaglia.
    E Berlusconi non le alza e sbaglia.
    E’ mai possibile, questo?
    Primo.
    Secondo, non si reperivano tanti soldi con questa operazione.
    Terzo, è stata una cosa sacrosanta…

  13. tommasof Says:

    @ camelot: berlusconi NON sbaglia se alza le pensioni dei lavoratori fino ad un certo livello che consente una vita dignitosa. Berlusconi SBAGLIA quando offre gratuitamente a chi non ha mai lavorato, lo stesso reddito di tanti lavoratori che invece la pensione se la sono guadagnata. Cogli la differenza?

    Le cose non sono sempre giuste o sbagliate per intero. Bisogna sempre valutare ciò che c’è di buono e ciò che c’è di sbagliato.

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