Dic 06
29
Allora, l´Unione ha deciso di legalizzare un certo tipo di corruzione.° °
Sì, lo so: mi si dirà che esagero, che sono fazioso. Ma purtroppo i fatti mi danno ragione. Consentitemi di spiegare.
Dunque, dopo aver deciso di smantellare l´Alto commissariato Anticorruzione, e dopo aver costretto Gianfranco Tatozzi (che lo presiedeva) al gesto estremo delle proprie dimissioni, come tutti sappiamo l´Unione ha varato il comma “salva mariuoli“.
Mi si dirà : “Ma Camelot, il comma “salva mariuoli” è stato abrogato. Con un bel decreto legge firmato dal Capo dello Stato”.
Certo che formalmente è stato abrogato.
Ma sostanzialmente forse no.
La questione è un po´ complessa, roba da avvocati e da giuristi (si astengano da commenti giurisprudenziali, quindi, causidici o altri con poca alfabetizzazione in materia, please).
A quanto pare, infatti, potrebbe anche darsi che il comma (e i suoi effetti nefasti) siano ancora in vita.
Di ciò è convinto Franco Abruzzo. Che è il presidente dell´Ordine dei giornalisti della Lombardia.
Il quale, per capirci un po´ di più sulla strana storia del comma “salva mariuoli” e della sua abrogazione, si è rivolto a due insigni giuristi.
Gente preparata in materia, dunque.
Ecco cos´ha dichiarato Abruzzo:
“Il comma 1343 della legge Finanziaria che ha accorciato di fatto la prescrizione degli illeciti contabili, è entrato in vigore prima del Decreto legge che lo cancella“.
“Il Decreto legge abrogativo, evidentemente, non poteva essere firmato prima della norma da abrogare“.
E fin qui il tutto è lapalissiano, quanto a chiarezza.
Prosegue Abruzzo:
“Il comma 1343 è entrato in vigore prima del Decreto legge che lo cancella. Ha avuto vita autonoma. Produrrà quindi i suoi effetti. Potrà essere invocato per ottenere la prescrizione abbreviata dei reati contabili. Fra due norme, una punitiva e una permissiva, scatta il principio del favor rei. Palazzo Chigi non ci racconti storielle. La verità giuridica è questa“.
Chiaro il concetto?
Ora, può anche darsi che altri giuristi non condividano questa interpretazione.
Ci mancherebbe: se uno studia un esame di Diritto Costituzionale su Barile, scopre che lo stesso considera il Csm “organo costituzionale”. Se invece studia lo stesso esame su Martines, verificherà che lo stesso considera il Csm “organo a rilevanza costituzionale”.
Questo semplicemente a significare che quando si considerino questioni legali, o pertinenti l´interpretazione (e l´applicazione) di leggi, i “responsi” che ne danno i giuristi, possono anche differire di parecchio.
Ma le questioni, poi, che mi preme sottolineare, sono anche altre due.
Innanzitutto la questione dell´uso abrogativo del Decreto legge.
Dunque, il Decreto legge (come sappiamo tutti) ha una durata di 60 giorni. 2 mesi.
Scaduti i quali, il Decreto legge deve essere convertito in legge. Altrimenti i suoi effetti decadono “dalle origini”.
Ovvero, se non si converte in legge il Decreto legge, l´effetto abrogativo dello stesso (come nel caso del comma “salva mariuoli”) decade.
E se decade il decreto legge, ovviamente, il comma “salva mariuoli” rimane ancora in vita.
Ora, stante una maggioranza al Senato di 157 senatori (contro i 157 senatori del centrodestra), voi pensate ragionevolmente che scaduti i 60 giorni, sarà possibile convertire in legge, il Decreto abrogativo del comma “salva mariuoli”?
Ne siete convinti?
Io non ci giurerei.
Non solo.
La questione è poi un´altra ancora.
E riguarda, non tanto e non solo i “padri” del comma “salva mariuoli”, ma anche i destinatari dello stesso.
Procediamo per gradi.
Innanzitutto, la paternità del comma non è solo di Pietro Fuda, senatore del centrosinistra.
Ma come rivela Francesco Forte su Libero, è anche attribuibile ad altre due persone.
Cioè a Luigi Zanda, che è vice capogruppo della Margherita.
E poi c´è un´altra persona che nessuno poteva immaginare fosse “coinvolto” nella storiella del comma “salva mariuoli”.
E sapete perché?
Perché è dell´Italia dei Valori, il partito di Antonio Di Pietro.
Rendo?
Mi riferisco al senatore Aniello Formisano. Che assieme a Fuda e a Zanda condivide la paternità del comma “salva mariuoli”.
E veniamo quindi ai destinatari del comma (anche se su questo blog se n´è già parlato).
Fa niente che si rischia una querela (tanto la rischia anche Libero, che però ha usato riferimenti più aleatori di quelli che userò io ora).
Accanto al Presidente della Regione Calabria, Agazio Loiero, che da subito tutti hanno individuato come destinatario del comma “salva mariuoli“, c´è anche un´altra persona.
Vicinissima a Minniti (dei Ds), attuale viceministro agli Interni.
E non solo: il beneficiario è anche vicinissimo a Massimo D´Alema.
Chi è?
Franco Pacenza, capogruppo alla Regione Calabria per i Ds.
Che è andato a far visita alle patrie galere, per fatti di truffe e di concussione (quando è finito al gabbio, molti parlamentari del centrosinistra hanno inveito contro i magistrati che ne hanno disposto l´arresto, e sono andati a fargli visita in galera. Ne ha parlato, lamentandosene, anche Antonio Di Pietro).
Dunque, e checché se ne dica, il comma “salva mariuoli” il centrosinistra lo ha introdotto non per un errore.
Ma perché serve a tirare fuori dai guai Agazio Loiero e il potentissimo amico di D´Alema: Franco Pacenza (mi limito a fornirvi i nomi dei personaggi più importanti del centrosinistra che potranno beneficiarne. In verità l‘elenco dei “sinistri” indagati o rinviati a giudizio per fattispecie per cui il comma “salva mariuoli” è utile, è molto ma molto più elevato).
E tra due mesi, quando la durata del Decreto legge abrogativo sarà terminata, vedrete: accadrà che la maggioranza di centrosinistra non riuscirà a trovare i numeri per convertire il Decreto legge in legge.
Volete scommettere? 😉
°