Gen 07
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Totò, Peppino e la malafemmina
“Noio vulevon savuar l´idriss“.°
La questione morale. Già .
E il comma “salva mariuoli” (a‘ malafemmine).
E come sfondo l´ennesima diatriba tra Di Pietro (Totò) e Clemente Mastella (Peppino).
Peppino a difendere il comma “salva mariuoli” e Totò ad attaccarlo.
“è mai possibile che per un atto politico lui, ministro del nostro governo, si rivolge al magistrato? E nessuno gli dice niente? All´ultimo Consiglio dei ministri non mi sono presentato per la storia del proiettile recapitato a mia moglie Sandra. Ma altrimenti, non so cosa sarebbe successo. Non rispondevo di me. Di lui non se ne può proprio più. Ma chi è? Il dogma della Giustizia? Io ho voluto evitare problemi, finora. Però non posso più accettare che questo qui si ponga come il moralizzatore sommo“.
“Se lui è moralizzatore, io cosa sono, allora? Il mio capogruppo quel comma non l´ha firmato, e proprio perché sono libero da condizionamenti posso permettermi di parlare. Magari dicendo anche che quella norma è giusta. Ma lui? Il suo capogruppo ha firmato…. Vuole interpretare il ruolo di Sherlock Holmes? Lo faccia quando avremo una maggioranza granitica in Senato“.
E Totò/Di Pietro che replica:
“Io sono solo un politico che ha ricevuto un mandato dai suoi elettori e intende rispettarlo. Più che altro, mi sto rendendo conto che nella coalizione mi ritrovo sempre in solitudine quando si tratta di difendere la questione morale“.
“La questione morale non è stata ancora affrontata come si dovrebbe: né durante il governo Berlusconi, né con questo esecutivo di centrosinistra. Il fatto che si discuta ancora di questione morale, infatti, è la prova che non è stata risolta. La nostra maggioranza è divisa tra chi la vuole affrontare e chi no. Basta vedere le dichiarazioni di Prodi sull´indulto: prima ha detto che era una legge che non condivideva, poi che la rifarebbe. Una schizofrenia dettata dalle contraddizioni interne“.
“Noio vulevon savuar l´idriss“.
“Non è colpa mia se non fa il ministro della Giustizia. Ha cercato di fregarmi già durante Mani pulite, però non ci è riuscito: perché io sono una persona perbene. Non ho nulla da nascondere: non sono compiacente con farabutti e delinquenti. E lui non è un eroe. Insomma basta con Di Pietro, basta con questa zavorra morale“.
E Totò/Di Pietro:
“Il nodo non è Clemente Mastella. Lui è solo abituato con spregiudicatezza a cavalcare le nicchie di consenso per tornaconto politico. Il suo tentativo è stato quello di ingraziarsi Fuda (il senatore autore del comma “salva mariuoli”, ndr) stesso e la miriade di amministratori locali chiamati a restituire davanti alla Corte dei Conti quello che hanno sperperato per negligenza o imperizia. Mastella conta di fare cassetta elettorale. Un mercimonio della politica che lascio a chi lo pratica“.
Che dire: “La serietà al governo”. 😉
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