Gen 07
5
L´Imam di Segrate, Ali Abdel Latif Abu Shwaima, è noto perché spesse volte è invitato in televisione, ad esempio a Porta a Porta, per parlare di Islam.° °
E´ anche noto, e in questo caso occorre aggiungere purtroppo, per il fatto di aver avuto un serio alterco verbale con Daniela Santanchè.
A seguito del quale, la parlamentare di An, ha ricevuto una scorta in via precauzionale.
Tuttavia l´Imam di Segrate si segnala in questi giorni, perché s´è scoperto che è bigamo: che convive con due donne.
L´una, come risulta dal suo stato di famiglia, è Paola Moretti (nata a Milano nel 1948 e con cui Shwaima risulta essere coniugato), e l´altra è Eiman M. A. Abu Shweimeh (nata ad Amman nel 1972).
A complicare il tutto si aggiunge il fatto che Shwaima ha avuto, tra il 1991 e il 2006, la bellezza di sette figli. E non si sa nemmeno quale delle due donne sia la vera madre dei bimbi.
Ora, a causa di questa situazione singolare, l´Imam di Segrate è stato denunciato all´autorità giudiziaria.
Ma la denuncia – incredibile dictu – proviene da una sua correligionaria: Dacia Valent.
L´ex parlamentare europea di Rifondazione Comunista, che è anche a capo della Iadl (la Lega contro la diffamazione a danno degli islamici).
La Valent (come rivela Libero) ha denunciato alla Procura della Repubblica di Milano l´Imam (presso il Tribunale dei minori), perché il “rapporto poliginico” dello stesso, può cagionare problemi seri ai figli:
“Il fatto che il padre conduca una vita poligamica all´interno delle mura di un piccolo appartamento (piccolo per le dimensioni della famiglia), convivendo e condividendo rapporti intimi alternativamente con due donne, di cui una è la madre naturale dei ragazzi e l´altra la moglie, e tenuto conto che i bambini vivono in una società in cui il modello del matrimonio esteso (…) è sanzionato dalle norme vigenti, pur non essendo il secondo un matrimonio civile, li mette in una situazione frastornante e dannosa per il loro armonioso sviluppo psicofisico“.
Questo è l´oggetto della denuncia.
Si aggiunga, poi, che il nostro codice penale prevede una norma che punisce con la reclusione da 1 fino a 5 anni (articolo 556 del codice penale) “chiunque, essendo legato da matrimonio avente effetti civili, ne contrae un altro, pur avente effetti civili“.
L´autorità giudiziaria, ovviamente, verificherà se la condotta dell´Imam sia passibile di conseguenze penali.
Qui però non si può fare a meno di rilevare, quanto oggettivamente l´integrazione (assolutamente indispensabile) con popoli di religione islamica, sia difficoltosa.
L´Italia e l´Europa non figliano più.
Il tasso di fertilità femminile in Italia è pari a 1,2 (quando dovrebbe essere pari a 2,1 per garantire la nostra “sopravvivenza”. Cioè ogni coppia dovrebbe fare circa tre figli, in modo tale da lasciare in “attivo” la nostra popolazione).
Poste queste premesse, e attenendosi alla “realtà ” – e non già al dogmatismo ideologico e ottuso – abbiamo indubitabilmente bisogno di “accogliere” extracomunitari (si potrebbe anche far riferimento al fatto, che altrimenti tra non più di vent´anni non saremo più in grado di pagare le pensioni a chi è in “rapporto di quiescenza”).
Ciò nonostante, chiunque venga da noi è ben accetto a patto che rispetti le nostre regole. Le nostre tradizioni e le nostre abitudini.
Oltre che le nostre leggi.
Purtroppo questo episodio, e un editoriale di Magdi Allam apparso oggi sul Corriere afferma che la pratica della poligamia è molto diffusa tra gli islamici in Italia, mostra un atteggiamento piuttosto arrogante e strafottente nei confronti delle nostre leggi.
E´ probabile che l´Imam di Segrate, almeno per quel che riguarda il reato di poligamia, la faccia franca: una delle due donne con cui convive, infatti, non è legata a lui da “vincolo civile”. Talchè l´articolo 556 del codice penale non varrebbe in questo caso.
Rimane tuttavia il fatto, serio e grave, che le nostre tradizioni non contemplano la poligamia.
E non la contemplano anche perché non siamo soliti considerare, in quanto europei e occidentali, le donne come oggetti da possedere o collezionare.
Chi viene da noi deve integrarsi perfettamente: rispettare la nostra Costituzione e le nostre leggi.
Adottare stili di vita compatibili con i nostri.
Accettare, soprattutto, il fatto che noi si viva in uno stato laico: in cui la religione non produce anche leggi secolari.
Queste condizioni vanno tutte rispettate.
La politica, la Magistratura e le Forze dell´Ordine, si facciano garanti del rispetto di queste regole.
Senza chiudere gli occhi o voltare lo sguardo altrove.
°