Gen 07
27
Puttani e voltagabbana.
Questi sono i protagonisti del nuovo libro di Pierluigi Battista, Cancellare le tracce. Il caso Grass e il silenzio degli intellettuali dopo il fascismo (edito da Rizzoli, pp. 194, 18 euro).
Libro uscito di recente e che non ho avuto ancora il tempo di acquistare (sono alle prese con Anarchia, Stato e Utopia. Quanto stato ci serve? di Robert Nozick).
Dalle numerose recensioni che ho letto, di sicuro si tratta di un libro interessante.
Utile soprattutto per i più giovani. Quelli che ignorano la immensa mole di coloro che furono fascisti, e poi per convenienza passarono in blocco con il Partito Comunista. Oppure divennero antifascisti non comunisti.
Passare in rassegna tutti questi voltagabbana sarebbe cosa troppo lunga.
Tuttavia, almeno qualcuno merita di essere preso in considerazione (gli altri scopriteli acquistando il libro).
Si parta da Pierpaolo Pasolini. Noto al grande pubblico come integerrimo comunista e poeta.
Nel 1942 grazie ai Guf (i Giovani Universitari Fascisti) andò in viaggio premio a Weimar. Dove conobbe molti giovani nazisti. E ne rimase estasiato.
Dunque il poeta e pedofilo Pasolini, flirtò con ammirazione verso quel regime – il Fascismo – cui per convenienza, quando cadde, se ne distaccò.
Provate a chiedere ad un ventenne se è a conoscenza del fatto che Pasolini fu fascista in gioventù. Ovviamente scoprirete che non ne sa nulla. Tutto occultato, il suo passato (un motivo in più per acquistare e regalare il libro).
Poi è il caso di Pietro Ingrao. Comunista tutto d´un pezzo.
Sì, dopo esser stato fascista però.
Ecco cosa scriveva nel 1934:
“A noi hanno insegnato che il fascismo si chiamava rivoluzione e ci hanno incantati le parole di Mussolini che questa rivoluzione non era affatto chiusa. Toccava ai giovani continuarla. E allora ci siamo messi a studiare, a durare sulle carte e ci siamo aggrappati amorosamente alla lettura“.
Poi è la volta di Eugenio Scalfari. Fondatore ed ex direttore del quotidiano La Repubblica.
Collaborò alla rivista dei Guf, Roma Fascista. E nel ´43 al settimanale Il Nuovo Occidente.
Il buon Scalfari si segnalò durante la sua gioventù fascista, tra le tante cose, anche per una fortissima condivisione delle istanze razziste ed antisemite.
Ecco cosa scriveva nel 1942:
“Un impero del genere è tenuto insieme da un fattore principale e necessario: la volontà di potenza quale elemento di costruzione sociale, la razza quale elemento etnico, sintesi di motivi etici e biologici che determina la superiorità storica dello Stato nucleo e giustifica la sua dichiarata volontà di potenza“.
Poi è il turno di Giorgio Bocca. Che partecipò anche alla Resistenza, come partigiano.
Ma prima di essa, egli fu fascista e antisemita.
Ecco cosa scriveva, ad esempio, nel 1942:
“Questo odio degli ebrei contro il fascismo è la causa prima della guerra attuale. La vittoria degli avversari (…) in realtà sarebbe la vittoria degli ebrei. A quale ariano, fascista o non fascista può sorridere l´idea di dovere in un tempo non lontano essere lo schiavo degli ebrei?“.
Poi è la volta del compianto Giovanni Spadolini. Storico e giornalista al Corriere della Sera. Nonché politico di lungo corso, nella Prima Repubblica, per il Partito Repubblicano italiano.
Ecco il suo pensiero nel 1944:
“Mussolini ha fatto una politica ardita, ardente, perentoria talvolta, prudente talaltra, spregiatrice di convenzioni e consuetudini anacronistiche (…) ma sempre e solo italiana, orgogliosamente italiana. Cioè ha inteso restituire al popolo italiano, nei rapporti con lo straniero, quella dignità e coscienza di sé (…) che gli erano mancati“.
L´elenco è infinito.
Quindi aggiungo solo qualche altro nome:
Mario Alicata, Renato Guttuso, Giudo Piovene, Alberto Moravia, Dario Fo, Giulio Carlo Argan e il regista Rossellini.
Per ultimo voglio ricordare a tutti Norberto Bobbio.
Il cui passato fascista venne alla luce grazie ad una splendida intervista realizzata un decennio fa, da Pietrangelo Buttafuoco. Per il Foglio.
Il Guru intellettuale della sinistra italiana, ebbe candidamente a rispondere al giornalista:
“Sono stato fascista tra i fascisti, e antifascista tra gli antifascisti“.
Un modo molto democristiano per tirare a campare.
Comprate il libro, se vi va.
Meglio ancora: compratelo e regalatelo anche persone di sinistra.
Così almeno sapranno a che gente si sono affidati.