Feb 07
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Destra è meglio. Destra è futuro
Correva l´anno 1977.° °
L´organizzazione universitaria dell´allora Movimento Sociale Italiano, il Fuan, propose l´abolizione dell´obbligo di leva. E al suo posto suggerì l´introduzione dell´esercito di professionisti.
Accuse di golpismo circondarono la proposta.
30 anni dopo, grazie a Fini e ad Alleanza Nazionale, i giovani italiani non sono più soggetti alla naja obbligatoria.
Più di vent´anni fa, sempre la destra italiana, propose l´elezione diretta del Capo dello Stato: ovvero il Presidenzialismo di tipo americano.
Anche in questo caso, le accuse di golpismo non si fecero attendere.
20 anni dopo, in qualche misura, l´Italia non solo ha sperimentato l´indicazione del Presidente del Consiglio (qualcosa di latentemente presidenzialista), ma ha conosciuto “forme locali” di presidenzialismo: l´elezione dei Sindaci e dei Presidenti di Regione e di Provincia (di proposte del genere se ne possono enumerare diecine).
Insomma la destra propone qualcosa, e la sinistra ne afferra la bontà vent´anni dopo.
Dunque, nei fatti, la Destra è in anticipo: e non sempre riesce a essere compresa dalle ancelle della conservazione.
Dai paladini del tradizionalismo che puzza di naftalina.
Dalle belle statuine del Presepe.
Che badate bene, mica è detto stiano sempre a sinistra!
Spesse volte stanno a Destra, anche più che a sinistra.
E prendono il nome di Marcello Veneziani, ad esempio.
Il pennino dottore in filosofia, discreto facitore di slogan buoni per il popolo: meglio per il popolino.
Molta aria fritta e poca sostanza.
Nessuna conoscenza delle scienze sociali, nessuna capacità di avanzare mai anche una sola proposta politico/programmatica.
Una sgrammaticata attitudine a relazionarsi alla coerenza o alla dignità : di giorno difensore strenuo della Famiglia Tradizionale, di notte sommo sacerdote dei rituali fedifraghi.
Con in più, questa fastidiosa abitudine a proteggersi con quella coperta di Linus, su cui – come uno stemma di famiglia – troneggiano sempre tre parole: Dio, Patria e Famiglia.
I valori, insomma. O meglio I Valori.
Strumento utile sempre e soltanto a nascondere la propria inadeguatezza al Reale. E la mancanza di proposte e suggerimenti per il Futuro.
Alle sfide sempre nuove che esso propone, all´imprevedibile corso degli eventi che, giammai può essere stroncato (le rivoluzioni, per favore, lasciamole al ‘900, così come l´homo novus), ma che invece richiede di essere compreso, e semmai almeno in parte assecondato. Cercando, ove necessario, di correggerne certe sbavature.
Il Reale, dunque, e le sue sfide.
Perché la realtà è mutevole, amici cari.
Come l´identità .
Lo insegnava mirabilmente Hegel nella sua Fenomenologia dello Spirito:
“Ogni realtà effettuale è un divenir altro da sé con se stesso“.
“Altro da sé“, sebbene “con se stesso“. Ma pur sempre “Altro da sé“.
La Destra non è un´Icona imbalsamata e racchiusa in un sarcofago.
Un´immaginetta da ostentare come la foto della prima comunione del figlioletto.
Ché il figlioletto, dai tempi della prima comunione, è anche cambiato. E anche parecchio.
Sicchè il pennino Veneziani, irresponsabilmente restio a crescere – a farsi uomo e dunque a smettere di urlare alla luna – della Destra di Fini così parla:
“Una sinistra che arriva in ritardo“.
Semmai il pennino Veneziani, estimatore del Berlusconi pensiero – che in parte è pensiero di Destra – non s´accorge nemmeno, tanto è a digiuno di scienze sociali e in particolar modo di economia politica (giusto per citarne una) – che la sinistra oggi, con le modeste liberalizzazioni che suggerisce (e non solo per queste), in un modo o nell´altro, ricalca le proposte del “nostro” Vilfredo Pareto. Sommo economista, ancora prima che sommo sociologo e teorico delle élites.
Semmai Veneziani non s´accorge, che già il fatto che la sinistra “capisca” che la vita non è “roba collettiva”, da dividere e condividere necessariamente e solo con gli altri (avete presente le “comuni”?), ma anche spazi per sé, per la propria famiglia, per la propria diversità , per la propria “identità “, vuol dire che i “nostri Valori” li abbiamo già esportati.
Se oggi si mette in discussione – e viva Dio – il ruolo dello Stato Leviatano a sinistra, è un miracolo che dipende non solo dal Berlusconi pensiero – che è pensiero almeno in parte di Destra – ma dalla critica contro lo stato assistenzialista e Padrino, che proprio la Destra italiana negli anni ‘80 faceva.
Semmai Veneziani non s´accorge, che se a sinistra oggi si parla più di riconoscimento di diritti individuali ai conviventi, e meno di “matrimonio gay”, è perché un signore chiamato Gianfranco Fini ha proposto il “suo modello”, il “suo schema”, la “sua idea” all´opinione pubblica, e la sinistra – china di fronte alla proposta di Fini – forse senza nemmeno rendersene conto l´ha metabolizzata.
L´ha fatta propria.
Con ciò, noi – la Destra, Gianfranco Fini e Alleanza Nazionale – abbiamo dettato l´agenda alla maggioranza di governo.
Sono loro che copiano noi, e per di più in ritardo.
Siamo noi, che volendo difendere la Famiglia Tradizionale senza stare a parlare ogni due per tre di Valori (come fa Veneziani), si propone un “compromesso”, una scelta pragmatica e concreta.
Un modo per riconoscere legittimi diritti individuali (che è questione massimamente di destra, proprio perché finalizzata a combatter il “conformismo collettivista”, le gabbie che il sistema t´impone. E poi perché i diritti individuali sono i regimi, per lo più comunisti, che mai li riconoscono) senza con ciò attentare all´integrità della Famiglia cosiddetta tradizionale.
Siamo noi, caro Veneziani che ci facciamo carico della Patria.
Delle dinamiche che la riguardano, nell´anno del Signore 2007.
Scompaginando, attraendo, “sparigliando”. Andando oltre.
Guidando e non seguendo.
Intuendo il Futuro e la sua voce.
Quando quelli come te, ancora chiusi nelle Catacombe – e vittime degli idola tribus – confondono l´ombra della realtà con la realtà stessa.
E al massimo odono la voce dell´al di là . Dei defunti.
Si pensi alla Francia.
Lì corre per l´Eliseo un Gianfranco Fini minore: Nicolas Sarkozy.
Non ha nemmeno un centesimo, anzi: nemmeno un millesimo del potenziale di Fini, ed ottiene un seguito immenso.
Proprio perché rompe gli schemi. Li supera. Si rinnova.
Metabolizza sincretisticamente la propria e l´altrui tradizione politica e ne fa un distillato accattivante.
Di più utile. Utile alla sua Patria.
E ottiene precisamente ciò che Veneziani contesta a Fini: il riconoscimento e il gradimento della sinistra (oltre che ovviamente degli elettori di Destra).
E questo sarebbe un limite o un handicap?
Un intellettuale di sinistra come André Glucksmann, ieri l´altro sul Corriere ha detto che voterà per Sarkozy.
E lo voterà , malgrado Sarkozy sia di Destra e la sua proposta politica sia di Destra.
Ma di un Destra che non si chiude a riccio in identità e progettualità vetuste, inutili, per nulla confacenti al Reale, ma si apre al confronto.
E si apre, soprattutto, alla Realtà .
Non basta dire no per governare un Paese. Dire no è inutile finanche a governare un condominio.
Occorre sporcarsi le mani: al di là degli schemi dottrinari.
Oltre, occorre andare. Molto oltre.
Anche quando le ancelle che si fanno scudo con la coperta di Linus, non gradiscano.
Il che già significa che si è imboccata la strada giusta.
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