Destra è meglio. Destra è futuro

Gianfranco Fini foto

Correva l´anno 1977.° ° 

L´organizzazione universitaria dell´allora Movimento Sociale Italiano, il Fuan, propose l´abolizione dell´obbligo di leva. E al suo posto suggerì l´introduzione dell´esercito di professionisti.

Accuse di golpismo circondarono la proposta.

30 anni dopo, grazie a Fini e ad Alleanza Nazionale, i giovani italiani non sono più soggetti alla naja obbligatoria.

Più di vent´anni fa, sempre la destra italiana, propose l´elezione diretta del Capo dello Stato: ovvero il Presidenzialismo di tipo americano.

Anche in questo caso, le accuse di golpismo non si fecero attendere.

20 anni dopo, in qualche misura, l´Italia non solo ha sperimentato l´indicazione del Presidente del Consiglio (qualcosa di latentemente presidenzialista), ma ha conosciuto “forme locali” di presidenzialismo: l´elezione dei Sindaci e dei Presidenti di Regione e di Provincia (di proposte del genere se ne possono enumerare diecine).

Insomma la destra propone qualcosa, e la sinistra ne afferra la bontà  vent´anni dopo.

Dunque, nei fatti, la Destra è in anticipo: e non sempre riesce a essere compresa dalle ancelle della conservazione.

Dai paladini del tradizionalismo che puzza di naftalina.

Dalle belle statuine del Presepe.

Che badate bene, mica è detto stiano sempre a sinistra!

Spesse volte stanno a Destra, anche più che a sinistra.

E prendono il nome di Marcello Veneziani, ad esempio.

Il pennino dottore in filosofia, discreto facitore di slogan buoni per il popolo: meglio per il popolino.

Molta aria fritta e poca sostanza.

Nessuna conoscenza delle scienze sociali, nessuna capacità  di avanzare mai anche una sola proposta politico/programmatica.

Una sgrammaticata attitudine a relazionarsi alla coerenza o alla dignità : di giorno difensore strenuo della Famiglia Tradizionale, di notte sommo sacerdote dei rituali fedifraghi.

Con in più, questa fastidiosa abitudine a proteggersi con quella coperta di Linus, su cui – come uno stemma di famiglia – troneggiano sempre tre parole: Dio, Patria e Famiglia.

I valori, insomma. O meglio I Valori.

Strumento utile sempre e soltanto a nascondere la propria inadeguatezza al Reale. E la mancanza di proposte e suggerimenti per il Futuro.

Alle sfide sempre nuove che esso propone, all´imprevedibile corso degli eventi che, giammai può essere stroncato (le rivoluzioni, per favore, lasciamole al ‘900, così come l´homo novus), ma che invece richiede di essere compreso, e semmai almeno in parte assecondato. Cercando, ove necessario, di correggerne certe sbavature.

Il Reale, dunque, e le sue sfide.

Perché la realtà  è mutevole, amici cari.

Come l´identità .

Lo insegnava mirabilmente Hegel nella sua Fenomenologia dello Spirito:

Ogni realtà  effettuale è un divenir altro da sé con se stesso“.

Altro da sé“, sebbene “con se stesso“. Ma pur sempre “Altro da sé“.

La Destra non è un´Icona imbalsamata e racchiusa in un sarcofago.

Un´immaginetta da ostentare come la foto della prima comunione del figlioletto.

Ché il figlioletto, dai tempi della prima comunione, è anche cambiato. E anche parecchio.

Sicchè il pennino Veneziani, irresponsabilmente restio a crescere – a farsi uomo e dunque a smettere di urlare alla luna – della Destra di Fini così parla:

Una sinistra che arriva in ritardo“.

Semmai il pennino Veneziani, estimatore del Berlusconi pensiero – che in parte è pensiero di Destra – non s´accorge nemmeno, tanto è a digiuno di scienze sociali e in particolar modo di economia politica (giusto per citarne una) – che la sinistra oggi, con le modeste liberalizzazioni che suggerisce (e non solo per queste), in un modo o nell´altro, ricalca le proposte del “nostro” Vilfredo Pareto. Sommo economista, ancora prima che sommo sociologo e teorico delle élites.

Semmai Veneziani non s´accorge, che già  il fatto che la sinistra “capisca” che la vita non è “roba collettiva”, da dividere e condividere necessariamente e solo con gli altri (avete presente le “comuni”?), ma anche spazi per sé, per la propria famiglia, per la propria diversità , per la propria “identità “, vuol dire che i “nostri Valori” li abbiamo già  esportati.

Se oggi si mette in discussione – e viva Dio – il ruolo dello Stato Leviatano a sinistra, è un miracolo che dipende non solo dal Berlusconi pensiero – che è pensiero almeno in parte di Destra – ma dalla critica contro lo stato assistenzialista e Padrino, che proprio la Destra italiana negli anni ‘80 faceva.

Semmai Veneziani non s´accorge, che se a sinistra oggi si parla più di riconoscimento di diritti individuali ai conviventi, e meno di “matrimonio gay”, è perché un signore chiamato Gianfranco Fini ha proposto il “suo modello”, il “suo schema”, la “sua idea” all´opinione pubblica, e la sinistra – china di fronte alla proposta di Fini – forse senza nemmeno rendersene conto l´ha metabolizzata.

L´ha fatta propria.

Con ciò, noi – la Destra, Gianfranco Fini e Alleanza Nazionale – abbiamo dettato l´agenda alla maggioranza di governo.

Sono loro che copiano noi, e per di più in ritardo.

Siamo noi, che volendo difendere la Famiglia Tradizionale senza stare a parlare ogni due per tre di Valori (come fa Veneziani), si propone un “compromesso”, una scelta pragmatica e concreta.

Un modo per riconoscere legittimi diritti individuali (che è questione massimamente di destra, proprio perché finalizzata a combatter il “conformismo collettivista”, le gabbie che il sistema t´impone. E poi perché i diritti individuali sono i regimi, per lo più comunisti, che mai li riconoscono) senza con ciò attentare all´integrità  della Famiglia cosiddetta tradizionale.

Siamo noi, caro Veneziani che ci facciamo carico della Patria.

Delle dinamiche che la riguardano, nell´anno del Signore 2007.

Scompaginando, attraendo, “sparigliando”. Andando oltre.

Guidando e non seguendo.

Intuendo il Futuro e la sua voce.

Quando quelli come te, ancora chiusi nelle Catacombe – e vittime degli idola tribus – confondono l´ombra della realtà  con la realtà  stessa.

E al massimo odono la voce dell´al di là . Dei defunti.

Si pensi alla Francia.

Lì corre per l´Eliseo un Gianfranco Fini minore: Nicolas Sarkozy.

Non ha nemmeno un centesimo, anzi: nemmeno un millesimo del potenziale di Fini, ed ottiene un seguito immenso.

Proprio perché rompe gli schemi. Li supera. Si rinnova.

Metabolizza sincretisticamente la propria e l´altrui tradizione politica e ne fa un distillato accattivante.

Di più utile. Utile alla sua Patria.

E ottiene precisamente ciò che Veneziani contesta a Fini: il riconoscimento e il gradimento della sinistra (oltre che ovviamente degli elettori di Destra).

E questo sarebbe un limite o un handicap?

Un intellettuale di sinistra come André Glucksmann, ieri l´altro sul Corriere ha detto che voterà  per Sarkozy.

E lo voterà , malgrado Sarkozy sia di Destra e la sua proposta politica sia di Destra.

Ma di un Destra che non si chiude a riccio in identità  e progettualità  vetuste, inutili, per nulla confacenti al Reale, ma si apre al confronto.

E si apre, soprattutto, alla Realtà .

Non basta dire no per governare un Paese. Dire no è inutile finanche a governare un condominio.

Occorre sporcarsi le mani: al di là  degli schemi dottrinari.

Oltre, occorre andare. Molto oltre.

Anche quando le ancelle che si fanno scudo con la coperta di Linus, non gradiscano.

Il che già  significa che si è imboccata la strada giusta.

° 

23 Responses to "Destra è meglio. Destra è futuro"

  • camelot says:
  • ilaria says:
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  • Cachorro Quente says:
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  • Gigi Massi says:
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  • Beiderbecke says:
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