Feb 07
8
Nonostante Prodi abbia fatto sfoggio di ottimismo alla conclusione del vertice di maggioranza sulla politica estera, molti nodi non sono venuti al pettine.°
Un certo equilibrio all´interno del centrosinistra è solo formale.
Maria Teresa Meli lo ha raccontato bene ieri sul Corriere della Sera.
Riportando il pensiero e le convinzioni dei leader del centrosinistra.
Lo stesso Prodi ha dichiarato:
“Non c´è una maggioranza al mondo in cui le scelte di politica estera vengono condivise al cento per cento. Si può anche condividerle al novanta, però poi si vota uniti al cento per cento, altrimenti il governo ha dei problemi seri“.
Dello stesso tenore la valutazione di Mastella:
“Il problema sono i dissidenti. Ma il problema sono anche questi gruppi dirigenti della sinistra radicale che non riescono a far capire loro che rischiamo la crisi di governo“.
E anche D´Alema condivide queste preoccupazioni:
“Tutti diciamo che non vogliamo la crisi, ma se poi non arrivano i voti sul decreto il governo rischia di cadere“.
Come si intuisce chiaramente, i problemi – nonostante l´ottimismo di facciata – sono tutti in piedi.
Quando, infatti, si voterà il rifinanziamento della missione in Afghanistan, il governo rischia di perdere la sua maggioranza.
Allo stato sono ben otto i senatori della maggioranza, che sarebbero intenzionati a non votare il rifinanziamento.
Tutti chiedono un cambio di rotta a Prodi. Un cambio di rotta che però non intravedono ancora.
Ferdinando Rossi, ex Pdci:
“Non vedo novità in politica estera. L´ho già detto: la guerra, non la voto. E poi ora c´è anche la questione di Vicenza. Il rischio di far cadere il governo? Speriamo che non si faccia male“.
Franca Rame, senatrice dell´Italia dei Valori:
“Devono dirci con precisione come e quando si va via. Se mi convincono, posso anche decidere di votare a favore. Per ora non mi hanno convinto“.
Mauro Bulgarelli dei Verdi:
“Allo stato attuale, il mio voto resta no. Aspetto di vedere che cosa succede“.
Massimo Villone, dei Ds, invece attende di:
“Essere convinto del perché siamo in Afghanistan“.
E se il governo non pone la fiducia sul rifinanziamento, Villone garantisce di non voler:
“Assumersi la responsabilità di mandare i nostri ragazzi a morire senza obiettivi realizzabili“.
Franco Turigliatto del Prc attende:
“Sono un vecchio militante, preferisco prima discutere con il mio partito“.
Heidi Giuliani, sempre di Rifondazione:
“Che errore aver sottoscritto il documento uscito dal vertice. Senza un impegno preciso di rientro dei soldati, non si può parlare di discontinuità “.
Di Rifondazione comunista è anche Fosco Giannini:
“Gli auspici di una conferenza di pace sono così lontani dalla realtà che noi pacifisti non possiamo accontentarci. E´ una cosa così aleatoria che appare solo un escamotage: mi ricorda la trovata dell´osservatorio, promesso a luglio e mai realizzato“.
“Dopo il summit di Riga della Nato e dopo le ripetute dichiarazioni della Rice e dei generali ormai è chiarissimo che in primavera si andrà a un grande attacco dei talebani. E gli italiani che cosa faranno? Mentre gli altri combattono, saranno a Kabul in vacanza?“.
Giannini si pronuncia anche sull´ampliamento della base Nato a Vicenza:
“Perché gli Usa hanno tanta fretta di raddoppiarla? Mi sembra evidente che dovrà servire per altri attacchi in Iraq, in Afghanistan e, forse, anche in Iran. No, dal vertice non è uscita nessuna posizione tranquillizzante per chi si batte per l´uscita dall´inferno afghano“.
“Per il voto, c´è tempo. Prima ci sarà la manifestazione del 17 a Vicenza, poi Roma. Spero ancora che la mobilitazione spinga il governo verso una formulazione più accettabile del decreto, con almeno l´indicazione di un progetto di uscita strategica; inoltre, l´esecutivo dovrà impegnarsi a far svolgere un referendum a Vicenza sulla base e a rispettarne il responso. Ecco, così potrei anche ripensare il no“.
In ultimo va detto che anche il senatore a vita Francesco Cossiga, ha annunciato che voterà contro il rifinanziamento della missione in Afghanistan.
Prodi però continua ad essere ottimista.
°