Alcune amministrazioni di sinistra finanziano gli ultras “antisbirro”

Ultras di estrema sinistra foto

Dunque, in questi giorni la politica, la stampa e noi tutti – e come poteva essere altrimenti – ci si è interrogati sulla morte del poliziotto Raciti.° 

Abbiamo tutti stigmatizzato la violenza. Le tifoserie esasperate.

Abbiamo alzato il ditino censore verso quei club sportivi che troppo di frequente ammiccano nei confronti degli ultras.

Concedendo loro vantaggi materiali o di altro genere. Chiudendo troppo spesso un occhio (o tutti e due), sugli episodi di violenza che li vedono protagonisti.

Insomma, com´è costume italico si è fatto del banale scaricabarile. La colpa è dei club sportivi.

Come se questi ultras uscissero fuori dal nulla. Come se non si trattasse di personaggi cui anche la politica guarda con una certa condiscendenza.

Lo premetto: la più parte degli ultras – quelli cosiddetti politicizzati – è di destra o di estrema destra. Lo sappiamo tutti.

E io non giustifico nessun atto di violenza (ovviamente). A maggior ragione (o peggio), se atti di violenza siano compiuti da persone che “dicono” di avere le mie stesse posizioni politiche.

Tuttavia non m´è piaciuto nemmeno l´atteggiamento di certa stampa e di certa politica.

Che una volta di più, ha usato un tragico evento di cronaca, strumentalizzandolo a fini politici.

Cercando in instillare la convinzione che siccome molti ultras sono violenti, e molti di essi sono di destra, ergo la destra è violenta o, nella migliore delle ipotesi, flirta con i violenti.

Io a questo non ci sto!

E non ci sto per un motivo semplice: che in Italia esistono alcune amministrazioni di sinistra, che finanziano gli ultras di estrema sinistra.

Gente che la polizia e le istituzioni non le ama.

Gente che quindi andrebbe emarginata.

E invece si concede loro dei bei soldini. Soldini pagati dal contribuente.

Salvo poi in pubblico tacere queste contiguità .

Come egregiamente ha documentato Fausto Carioti su Libero, alcune amministrazioni di sinistra sono più che compiacenti con l´estremismo ultrà . Quello di sinistra.

Si parta da Venezia.

Qui, nel 1999, Massimo Cacciari spese soldi del Comune per acquistare (pagando un miliardo e 700 milioni dell´epoca) un fabbricato, destinato ad ospitare uno dei più importanti centri sociali del Nord Italia: il Rivolta.

Per capire quanto si tratti di persone “innocue e pacifiche”, basta considerare un dettaglio: hanno creato un ristorante/osteria che si chiama “Lo sbirro morto”.

Ma non basta.

Perché al centro sociale Rivolta, foraggiato anche per il tramite di un “fitto agevolato” di 5.164 euro l´anno (che i tenutari devono versare al Comune), fa riferimento anche l´associazione Noi Ultras (che ha incassato, ad esempio nel 2002 quando sindaco di Venezia era Paolo Costa, la bellezza di 53.249 euro).

Per capire, anche qui, quanto si tratti di persone “innocue e pacifiche”, si consideri quanto è scritto sul loro sito.

Quando si descrive una trasferta calcistica:

“Fu in una mattina di febbraio, nella sala d’attesa della stazione di Napoli, che cominciare a cambiare idea. Quella poliziotta doveva avere problemi di convivenza sessuale con il marito. Perché era acida come una pisciata alcolica. Aveva due occhiaie più marcate delle mie, che pure venivo da due notti e una giornata di sballi vari e sonno zero. Impugnava la radiolina come se fosse un vibratore guasto. Me la roteava davanti agli occhi in modo minaccioso: “Tu da qui non esci, dammi i documenti e basta”.
“Mi scusi ispettrice. Se vuole i documenti glieli regalo, ma la prego, mi faccia uscire. Devo andare al bagno”.
“Stai zitto, altrimenti da qui uscirai solo per finire negli uffici polfer” (…) Mi ripetevo: “Ma vedi tu se a trent’anni mi tocca chiedere ad una stronza se per piacere posso andare a farmi una pisciata””.

Il sentimento nei confronti della polizia, appare anche più chiaro quando si parla degli episodi tragici del G8 di Genova.

Quando il gruppo Noi Ultrà , in perfetta sintonia con i no global che scesero in piazza, dichiara (per il tramite di scrive sul sito) cose agghiaccianti come questa:

“Non bisogna commettere l’errore di gettare la croce solo addosso a pochi uomini, pur di vaccinare il restante apparato dell’ordine pubblico. Il male è più radicato e virulento di quanto si possa pensare. Affonda nella cultura fascista, che storicamente ha caratterizzato vertici ed esecutori della forza pubblica”.

Cioè per queste persone finanziate dal Comune di Venezia, la polizia è “fascista”. Ha una “cultura fascista”.

Mi chiedo: ma se uno è di estrema sinistra, e convintamente afferma che la cultura della polizia è “fascista”, costui sarà  portato a rispettarla la polizia, oppure sarà  portato ad attaccarla anche fisicamente?

Il racconto poi continua:

“Oggi, i sindacati di polizia agitano il medagliere dei tanti “servitori dello Stato” che hanno perso la vita sulla strada. Ma chi parlerà  mai delle 625 persone innocenti e quasi sempre disarmate, ferite o uccise dalle armi impugnate da poliziotti e carabinieri? Seicentoventicinque vittime delle divise blu e nere, dal 1975 al ’90. Decine di delitti rimasti senza colpevoli. Alcuni, commessi negli stadi. Dal 1979, quasi un terzo delle vite stroncate prima durante e dopo le partite di calcio, sono da ricondurre alle responsabilità  oggettive delle forze dell’ordine. Morti bianche, sangue rosso. Come quello versato a Genova”.

Un linguaggio, come potete constatare, per nulla conciliante e amichevole nei confronti delle Forze dell´Ordine.

La cosa ancora più grottesca, è che il vicesindaco Ds di Venezia, Michele Mognato, abbia giustificato il finanziamento al sito Noi Ultrà , affermando che lo stesso è:

uno strumento di educazione informale ad uno spirito di solidarietà  e ad un approccio costruttivo al conflitto“.

Non so se rendo.

Ma la storia non finisce qui.

Perché a foraggiare gruppi ultrà  dai chiari connotati violenti, c´è anche la Regione Emilia Romagna.

La quale, tra soldi propri e soldi comunitari, è riuscita a fare avere la bellezza di 550 milioni di vecchie lire, ad un altro gruppo ultrà . Che si chiama: Progetto Ultrà .

Che, come sottolinea Carioti su Libero, per il Sisde:

Negli anni si è contraddistinta soprattutto per aver organizzato manifestazioni di protesta contro le leggi promulgate per arginare la violenza nel mondo del calcio“.

Non solo.

Sempre Progetto Ultrà , un po´ come avveniva negli anni ‘70 con il “Soccorso Rosso”, si caratterizza anche per il fatto di fornire assistenza legale agli ultras che dovessero avere problemi con le Forze dell´Ordine.

Ad esempio si è preoccupata di aiutare delle persone, che rifiutandosi di pagare il biglietto di ingresso allo stadio, ritenendolo esoso, hanno pensato bene e democraticamente, di sfondare un cancello e di entrare comunque.

Ecco il racconto:

“Spettatori presenti 350 circa di cui 70-80 provenienti da Ariano. Entriamo dopo 10 minuti dall’inizio della partita causa costo del biglietto, si parlava di 10€, prezzo ritenuto un furto legalizzato(considerato anche la richiesta di 500 biglietti a 5€ fatta dalla società  dell’Angri in settimana,senza aver ricevuto alcuna risposta dal presidente dell’Ariano).Dopo aver sfondato un cancello gli sbirri intimoriti ci fanno entrare senza opporre resistenza. (Nucleo Doria Angri)”.

In conclusione.

Il problema della violenza negli stadi è cosa seria.

Che richiede politiche mirate ed efficaci.

E richiede anche, che non si predichi bene e poi si razzoli male.

Perché se Prodi vieta ai club sportivi di “avere rapporti commerciali, di lavoro o anche solo di pubbliche relazioni con i gruppi di tifosi organizzati“, probabilmente dovrebbe anche vietare alle amministrazioni comunali o regionali di finanziare questi stessi “gruppi di tifosi organizzati“.

Soprattutto quando si tratti di persone che non rispettano le Forze dell´Ordine.

° 

23 Responses to "Alcune amministrazioni di sinistra finanziano gli ultras “antisbirro”"

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