Feb 07
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Dunque, Fernando Rossi è uno dei due senatori comunisti cui erroneamente si attribuisce la responsabilità della caduta del governo Prodi.°
Erroneamente, perché se i due avessero votato sì alla mozione di politica estera di D´Alema, stante l´astensione/voto contrario di Andreotti e Pininfarina, sarebbe aumentato il quorum necessario per l´approvazione della stessa.
Quindi, il fatto che Rossi e Turigliatto (l´altro senatore comunista che ha votato no alla mozione di D´Alema) abbiano votato no, non ha avuto alcuna rilevanza nella caduta del governo Prodi.
Tuttavia è tipico della cultura comunista individuare un capro espiatorio “semplice”. Un nemico “facile” da attaccare.
Mica te la puoi prendere con il mammasantissima Andreotti? Richiederebbe palle e coraggio!
Mica puoi prendertela con il potentissimo Pininfarina? Richiederebbe palle e coraggio!
Al popolo, anzi al popolino, devi vendere come nemico un povero cristo.
Che nella vita fa l´impiegato.
E che ha votato secondo coscienza, allo stesso modo in cui avrebbero votato tutti quelli che sono scesi in piazza a Vicenza, contro l´ampliamento della base Usa.
Sicchè, stante la campagna d´odio creata ad arte contro Fernando Rossi, lo stesso non poteva avere scampo.
Prima o poi – era facile immaginarlo – qualcuno si sarebbe adoperato per fargliela pagare.
Ed è quanto si è verificato ieri l´altro, su un treno Eurostar che percorreva la tratta Roma – Milano.
Dunque, Rossi era seduto nel suo scompartimento quando – come rendiconta il Corriere della Sera – ad un certo punto nello stesso entra Nino Frosini: segretario regionale del Pdci in Toscana.
I due incrociano lo sguardo. Evidentemente si riconoscono. Ed iniziano i problemi.
Il Frosini – accompagnato da altre persone – subito dice:
“Andiamo via, che io con questo qui non ci voglio stare“.
Rossi ribatte:
“Ma dai, vieni qui non fare il coglione. Che ti sei bevuto il cervello anche tu“.
Frosini replica:
“Non mi rivolgere la parola pezzo di merda, ti dovresti vergognare, vuoi rimandare su Berlusconi?“.
Rossi aggiunge:
“Ma cosa cazzo dici, imbecille“.
A questo punto, come racconta il Corriere, avviene l´aggressione a danno di Rossi.
Il quale ricostruisce:
“Prima mi ha puntato il dito contro l´occhio, io mi sono girato e lui me l´ha infilato nell´orecchio. Alla fine mi ha tirato un bel cazzottone sulla testa. Alla fine si è allontanato dicendo che ero fortunato perché me l´aveva dato piano“.
Ovviamente lo squadrista Frosini, il mazziere del Pdci, mica poteva confessare la violenza.
Talchè ridimensiona il tutto:
“Macchè cazzottone in faccia. Sì, è vero: l´ho colpito. Ma gli ho dato una manata e l´ho colpito al naso con il dorso dell´indice. Tutto qua“.
Per carità : verrebbe da dire che stante la campagna d´odio creata a suo danno, il povero Rossi dovrebbe considerarsi fortunato.
Nel senso che se invece di incrociare questo Frosini, avesse incontrato – che so io – uno qualsiasi dei pazzoidi di estrema sinistra presenti in internet (soprattutto su certi aggregatori che danno spazio anche a gente che dovrebbe essere arrestata per istigazione all´odio), avrebbe potuto subire una violenza fisica ben maggiore.
D´altra parte, nell´odio la sinistra comunista vive e grazie ad esso alimenta il proprio consenso.
Basti ricordare il famoso treppiedi “casualmente” gettato in faccia a Berlusconi (e che ha suscitato l´apprezzamento di tutti – dicasi tutti – i blogger di sinistra, che hanno “santificato” subito, l‘artefice del lancio).
Che dire: poche parole.
Piena e totale solidarietà a Fernando Rossi.
Il quale – giova ricordare – ha agito secondo coscienza.
Come la Costituzione garantisce – agli articoli 67 e 68 – ad ogni parlamentare.
Articolo 67:
“Ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato“.
Articolo 68, comma uno:
“I membri del Parlamento non possono essere chiamati a rispondere delle opinioni espresse e dei voti dati nell´esercizio delle loro funzioni“.
Ma evidentemente per alcuni, la Costituzione è solo aria fritta.
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