Feb 07
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Prodi alla prova del bis
Probabilmente sarà accondiscendente con l´opposizione domani sera, quando si presenterà al Senato per esporre il suo progetto di governo.°
Probabilmente cercherà fin da subito di mostrarsi dialogante, moderato e anche un po´ costernato.
Esporrà i famigerati 12 punti.
Cercando di renderli più chiari e concreti.
Si narra che voglia parlare di riforme e di famiglia.
Due temi che stanno a cuore a tutto il Parlamento: Udc in primis.
Coincidenza.
Per il momento, in ogni caso, nessuno sa con certezza come andrà a finire. Nel senso che non è certo che Prodi ottenga la fiducia di tutti i senatori che nove mesi fa gliel´hanno accordata.
Il senatore Pallaro, ad esempio. Si ignora ancora come voterà . Pare propenso a negare il voto di fiducia.
Alcuni senatori della sinistra comunista – Fernando Rossi in primis – vogliono prima sentirlo parlare.
Il senatore De Gregorio non lo sosterrà .
Insomma, l´esito di questa votazione sulla fiducia, non è affatto scontato.
Prodi rischia un tonfo. Che sarebbe clamoroso e umiliante.
Per questo deve andare con i piedi di piombo.
Per questo il centrodestra deve marcare “a uomo” quelli dell´Udc.
Già il fatto che sia stata accolta la richiesta del senatore D´Onofrio (Udc), di anticipare a domani il primo passaggio di Prodi al Senato, “puzza” un pochetto.
Intanto Bertinotti, intervistato da Piero Sansonetti su Liberazione, ha emblematicamente detto:
“Io non sottovaluto affatto l´esperienza di governo. Però credo che non possiamo appendere la politica a questo. Cioè appendere l´utopia concreta alla conquista del governo. La partecipazione al governo è un´esperienza molto importante per la sinistra. Ma se diventa la bussola, se diventa l´essenziale, il prisma di rifrazione attraverso il quale si guarda la realtà , allora non si capisce più niente si perde l´orientamento“.
Che tradotto terra terra, significa: “Cari compagni, non preoccupatevi. Mica siamo diventati “borghesi”. Se si mette male per la sinistra estrema (vedi ipotesi di un allargamento della maggioranza all´Udc), noi prendiamo e abbandoniamo il governo e l´Unione”.
In ogni caso fino a mercoledì sera, ogni ipotesi resta aleatoria.
L´unica certezza è il pressing su quella dolce signora (parecchio attempata), nata nel 1909, e che ha nome Rita Levi Montalcini.
E´ a Dubai.
E deve tornare al più presto per votare la fiducia a Prodi.
Roba dell´altro mondo. 😉
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