Prodi e lo scoglio della riforma delle pensioni

Romano Prodi foto

Su questo blog, come si è appreso il contenuto del cosiddetto Dodecalogo, si è subito detto quanto uno dei punti più controversi e ambigui, fosse quello relativo alla riforma delle pensioni.° 

Il punto 8. Che così recita:

“Riordino del sistema previdenziale con grande attenzione alle compatibilità  finanziarie e privilegiando le pensioni basse e i giovani. Con l’impegno a reperire una quota delle risorse necessarie attraverso una razionalizzazione della spesa che passa attraverso anche l’unificazione degli enti previdenziali”.

La formulazione volutamente “democristiana” di questo paragrafo, serve evidentemente a far sì che ogni componente della maggioranza di centrosinistra, possa leggere in questo punto (come anche in altri) ciò che più la aggrada.

La sinistra estrema leggerà  il riferimento alla volontà  di aumentare le pensioni minime.

Di contro, la parte moderata dell´Unione, magari riuscirà  a cogliere nella “grande attenzione alle compatibilità  finanziarie“, la volontà  di dare seguito alla Riforma Maroni.

Sta di fatto, però, che gli scontri su questo tema continuano nel centrosinistra.

E continuano nonostante Prodi non abbia ancora ottenuto la fiducia per il varo del suo esecutivo bis.

Ecco cos´ha dichiarato in proposito Franco Giordano:

Da tempo abbiamo espresso la nostra contrarietà  alla revisione dei coefficienti (i coefficienti di trasformazione, sono parametri attuariali che – tenendo conto dell´età  media nel nostro Paese – consentono di determinare l´importo annuale delle pensioni future, ndr)“.

Gli si associa il Ministro per la Solidarietà  Sociale Paolo Ferrero. Il quale afferma che la revisione dei coefficienti:

Non è un´operazione compatibile con l´aumento delle pensioni più basse“.

E poi c´è Manuela Palermi, capogruppo al Senato per il Pdci:

Prodi alla conferenza di Capodanno (Capodanno? Ma qualcuno glielo ha raccontato alla Palermi che nel frattempo il governo Prodi è caduto, e che quindi s´è cambiata rotta?, ndr) affermò che non sarebbe stata aumentata l´età  pensionabile e non sarebbero stati ridotti i coefficienti“.

Fin qui la sinistra radicale.

Perché come ci si sposta verso la parte più moderata della coalizione di centrosinistra, cambia il “verdetto”.

Cesare Damiano, Ministro diessino per il Lavoro:

Quando si parla di rivalutazione delle pensioni più basse, si parla di pensioni in essere che non hanno niente a che vedere con i coefficienti di trasformazione che riguardano chi andrà  in pensione a partire dal 2035 con il contributivo pieno“.

Ancora più esplicito è Piero Fassino:

Si sta discutendo della riforma previdenziale, in particolare dell´innalzamento dell´età  pensionabile“.

Insomma, come appare chiaramente, continuano ad essere divisi su tutto, e ciò quantunque abbiano ridotto il programma a 12 punti, e quantunque questi 12 punti siano stati sottoscritti da tutti.

Ma si può andare avanti così?

Sono davvero ridicoli.

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