Mar 07
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Ariel Toaff (figlio di Elio, ex rabbino capo di Roma) è un ebreo.°
E un professore universitario.
Insegna alla Università Bar Ilan di Tel Aviv.
Qualche settimana fa è uscito un suo libro. Frutto di anni di ricerca storica.
Il cui titolo è “Pasque di sangue”.
In esso viene affrontato un tema scomodo e delicato che riguarda il mondo ebraico: quello dei presunti sacrifici rituali, condotti nel Medio Evo – da una minoranza di ebrei askenaziti – a danno di bambini cristiani.
Uccisi onde poter usare il loro sangue per condire il pane.
Nel libro di Toaff vengono usate come fonti, le confessioni estorte a questi ebrei askenaziti, durante l´Inquisizione.
L´uscita di questo saggio – edito da Il Mulino – ha suscito un vespaio di polemiche e di fortissime accuse a danno di Ariel Toaff.
Tanto che, esaurite le copie, lo stesso autore ha chiesto che il libro venisse ritirato dal commercio e non fosse più ristampato.
Toaff è stato accusato – lui ebreo – di aver scritto un libro capace di rinfocolare il mai sopito antisemitismo.
Nonché di aver usato come fonti, confessioni frutto di violenza fisica.
Da qui la censura e la messa al bando del suo libro.
Allora, faccio una premessa doverosa solo per chi non sia un lettore abituale di questo blog.
Io sono un convinto filoisraeliano.
E l´antisemitismo – qualunque forma esso prenda, anche quella relativamente inedita che va sotto il nome di antisionismo – lo combatto come mi è possibile.
Tuttavia, è mio modesto parere, che la libertà di parola e pensiero – anche o soprattutto quando si eserciti mediante la scrittura – mai debba essere limitata.
I nazisti bruciavano i libri!
Le persone democratiche, sempre e comunque, dovrebbero guardarsi bene dal censurare qualunque testo.
Vale per Toaff ciò che scrissi su David Irving: qualunque tesi, anche la più folle, deve poter circolare.
Spetta agli storici e agli intellettuali confutare assunti, postulati o argomenti assolutamente mendaci.
Ma la censura mai dev´essere accettata. Per principio!
Ora, la questione di Toaff è più complicata per una serie di considerazioni.
Che brevemente cercherò di sviluppare.
Innanzitutto, la leggenda dei “sacrifici rituali”, è sempre stata usata da tutto il mondo antisemita, per attribuire agli ebrei una natura malvagia. Ontologicamente crudele.
Questo mito, unitamente a quello della “cospirazione” (cui si rifà l´antisionismo, e che trova la sua origine nei cosiddetti Protocolli dei Savi di Sion) – cospirazione in base alla quale l´obiettivo degli ebrei sarebbe la conquista del pianeta e la sottoposizione dei goym (i non ebrei) al loro volere – sono ancor oggi, argomenti usati contro gli ebrei e quindi contro Israele.
Usati dai nuovi “nemici” di Israele. Nemici come Ahmadinejad.
E allora arrivo ad un altro punto fondamentale della questione, sollevato ieri sera da Fiamma Nirenstein durante una puntata di Matrix.
La giornalista ha sostanzialmente ribadito la “pericolosità ” del libro, per ragioni attuali.
Ha affermato che il saggio, in un momento in cui il fondamentalismo islamista cerca ovunque pretesti e appigli per annientare Israele e gli ebrei (anche argomenti pseudoculturali), risulta particolarmente dannoso.
La Nirenstein, infatti, ha riportato il discorso di un leader integralista islamico, in cui per l´appunto lo stesso citava il libro di Toaff (e il dibattito che la sua uscita ha prodotto), a supporto delle sue tesi antisemite.
E allora la questione diventa un´altra.
Libri come quello di Toaff, stante l´odio antisemita di certo fondamentalismo islamista, devono essere censurati adducendo “motivazioni contingenti”, del tipo: “Solo perché ora c´è questo immane problema dell´integralismo islamista, noi occidentali dovremmo opportunamente provvedere a limitare alcune libertà – come quella di scrittura e di pensiero – che abitualmente mai potrebbero essere limitate, “solo” perché non possiamo fornire appigli alla propaganda antisemita fatta dall´integralismo islamista”?
Ecco, di fronte ad una tesi come questa – enunciata da Fiamma Nirenstein – io qualche dubbio me lo pongo.
Ma nonostante questo dubbio non posso comunque accettare la censura.
Il dubbio semmai mi porta a dire, che “volontariamente”, autori di saggi come quello di Ariel Toaff, dovrebbero “evitare” di scrivere, ora, libri che possano – in qualche modo – alimentare l´antisemitismo.
Ma deve essere una scelta del singolo autore. Giammai un´imposizione operata da alcuno.
Prudenza e buon senso richiederebbero che si evitasse di affrontare temi complessi, passibili di alimentare l‘antisemitismo.
Ma mai la censura.
Mai!
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