Pericolo di involuzioni

Cartello stradale foto

Negli ultimi tempi, la politica italiana ha raggiunto dei livelli di incomprensibilità  davvero insopportabili.° 

Fosse solo questo il problema si potrebbe far finta di nulla.

Il fatto è che sono pericolosamente tornate ad affacciarsi espressioni o opzioni politiche, che sembravano essere definitivamente accantonate. Con la fine della cosiddetta Prima Repubblica.

Sembrava conquistata dal cittadino la possibilità  di scegliersi una maggioranza.

E sembrava assodato il fatto che se quella stessa maggioranza, per un qualunque motivo fosse venuta a mancare (in Parlamento), il ricorso alle urne sarebbe stato inevitabile.

Così non è stato e così non è.

Sembrava consolidarsi un sistema bipolare, che quantunque imperfetto, riusciva a garantire a noi cittadini la possibilità  di scegliere tra due coalizioni.

Governa la coalizione A e fa male, alle prossime elezioni si sceglie la coalizione B. Sperando che faccia meglio dell´altra.

Insomma s´erano introdotti elementi all´interno del nostro sistema politico, che finalmente sembravano premiare la centralità  del cittadino e del suo volere. Almeno in parte.

La classe politica cessava di avere un potere illimitato ed autoreferenziale – come avveniva nella Prima Repubblica, quando non si poteva scegliere altra coalizione di governo che il pentapartito, il “centrosinistra storico” – ed era soggetta al controllo e soprattutto al giudizio del Popolo.

Insomma sembrava crollata la Partitocrazia.

Unica vera costante della politica italiana.

Sembrava, appunto.

Perché negli ultimi tempi – il tanfo di quella nefasta cancrena del sistema politico – torna a far sentire il suo lezzo.

Maggioranze o geometrie variabili“.

“Superamento dell´attuale bipolarismo”.

Tutte locuzioni che non vogliono dire un bene amato cazzo! Tranne che per la classe politica.

Che ultimamente torna a imbastire il teatrino di un tempo: quello in cui si parla politichese. Quello in cui si profilano strategie che servono, unicamente, ad assicurare potere al politico Tizio piuttosto che al politico Caio.

Quello in cui i politici non si sbilanciano più: dichiarando se vogliono A, o se invece vogliono B.

Follini giurava e spergiurava che non sarebbe mai passato con la sinistra.

E si è visto com´è andata a finire.

Casini, oggi, giura le stesse cose che un tempo prometteva anche Follini. E cosa ci dovremmo attendere?

Per ora nessuno può dirlo. O forse sì.

Ci attende quello che si legge, da un po´ di tempo a questa parte sui giornali?

La volontà , dunque, di scardinare il sistema politico bipolare attuale, per eliminare le “estreme” e dare vita a nuove soluzioni politiche?

E quali sarebbero queste nuove soluzioni?

Il grande Centro. Anche qui: non vuol dire un bene amato cazzo, questa espressione!

E´ come dire: “super cazzola con la sbrindellata a destra”. Né più né meno.

E non ha alcuna possibilità  di raccogliere consensi sufficienti a governare il Paese, un qualsivoglia grande Centro. Deve per forza allearsi con la sinistra o con la destra.

Dunque, allora, cosa potrebbe profilarci il futuro?

Facciamo qualche congettura nefasta.

Il centrosinistra si disfa della sinistra estrema. Si dichiara intenzionato a non allearsi alle politiche con Rifondazione comunista, Verdi e Pdci.

E questo potrebbe procurare un´erezione a tanti, a me in primis.

La questione, poi, è che il centrosinistra perde voti se non si allea con la sinistra estrema.

E questi voti per governare il Paese chi glieli dà ?

Uno tocca ferro (o qualcos´altro), ma alla fine deve dirlo ciò che pensa: glieli dà  Casini. Pierferdinando Casini.

Costantemente sempre più risoluto a sconquassare i giochi. E le due coalizioni.

Per il momento giura che non passerà  dall´altra parte: ma lo farà .

Oramai non possiamo più far finta di niente.

Non lo farà  ora, non lo farà  subito, ma lo farà !

Purché D´Alema, Fassino e Rutelli – ovviamente – si disfino della sinistra estrema.

A quel punto si riapriranno i giochi.

E interverranno anche i “poteri forti”.

Quelli cui il bipolarismo per un po´ è andato bene. Fino a quando non hanno capito che si “stava meglio quando si stava peggio”.

Quando sì, c´era una sola coalizione. Ma almeno non rompeva troppo il cazzo! Era “controllabile”, più e meglio di quanto non lo siano state – in questi anni – le due coalizioni che si sono avvicendate al governo del Paese.

Troppi parvenue, troppa gente poco avvezza al mondo e alle sue dinamiche.

Ci vuole altro: ci vuole un ritorno al passato.

Un ritorno al centrosinistra storico: banche, Finanza e Partitocrazia.

La trimurti che ha fatto dell´Italia una Cenerentola d´Europa.

Capace di primeggiare solo in quel volgare sport patrio, battezzato come Tangentopoli.

Causa causarum della fine della Prima Repubblica. Con uno o tanti mandanti, cui il giochetto non è andato da subito bene.

Si pensava, forse, di sostituire il vecchio centrosinistra – usurato e tangentista – con uno nuovo.

Fuori i socialisti, e dentro gli ex comunisti.

Sarebbe stata garantita comunque la “pax sindacale” e una certa continuità  con il passato.

I poteri forti, vogliono la quiete: nessuna agitazione sindacale e poche rotture di cazzo (Silvio Berlusconi ne procura troppe).

Cambiamenti sì, ma “concertati”.

Un riformismo soft, senza sconquassi.

Per il quale il centrodestra, quanto il centrosinistra attuale – con Rifondazione, Verdi e Pdci dentro – sono inadatti.

Dunque occorre rimescolare le carte.

E per fare questo occorre una legge elettorale utile alla bisogna.

E qui arriva il punto.

Perché o noi cittadini capiamo che si sta delineando uno scenario potenzialmente dannosissimo per il Paese – e ci comportiamo di conseguenza – o rischiamo di prenderla a quel servizio, e senza tanti giri di parole.

Non ogni sistema elettorale va bene, se l´obiettivo è far restare in vita l´attuale bipolarismo (sia pur favorendo una maggiore aggregazione interna a ciascuno schieramento).

Se si profilasse, infatti, come certa l´ipotesi del ritorno al proporzionale puro (sistema tedesco), allora potremmo dire definitivamente addio al sistema attuale.

C´è una certezza, all´orizzonte, se si vuole migliore l´attuale legge elettorale – senza pregiudicare il bipolarismo – ed è il Referendum per il quale da qui a poco inizieranno a raccogliersi le firme.

Sostenerlo può significare la salvezza del Paese.

Tenerlo a mente è necessario.

Sempre che uno non sia un nostalgico del passato e sogni un ritorno ad un sistema politico, in cui la coalizione di governo è una sola.

E il cittadino non conta un cazzo!

° 

6 Responses to "Pericolo di involuzioni"

  • camelot says:
  • Andrea Giova says:
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