Mar 07
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Quando si dice il caso.°
Ieri qui si è parlato di Antonio Di Pietro e di qualche suo atteggiamento abbastanza democristiano. E oggi il leader dell´Italia dei Valori, neanche a farlo a posta, ha rilasciato un´intervista al Corrierino di Sinistra, da cui – il suo essere democristiano – traspare in maniera ancora più chiara.
In sostanza il buon Di Pietro ha detto: se si fa una nuova legge elettorale, di tipo proporzionale (sul modello tedesco), lui si allea con Casini e Mastella, per rifare la Dc. O qualcosa di simile.
Ecco cos´ha dichiarato:
“Che c’azzecco io con Caruso e i no global?“.
“Su tanti temi l’Udc ha una certa comunanza di idee con noi, come l’Udeur del resto“.
“La cultura di riferimento è la stessa, quell’area moderata e liberale in cui i massimalismi della sinistra estrema non possono avere cittadinanza. Un’intesa si può trovare anche con loro“.
“Mi piacerebbe un centrosinistra diverso, più di centro e meno di sinistra. Ma questo cambio di maggioranza non può che avvenire dopo le elezioni“.
“Io sono molto più lontano dai no global e dai pseudoambientalisti che bloccano i cantieri rispetto a Tabacci o anche all’Udeur“.
Poi Di Pietro dice una cosa, nemmeno fosse un Camelot qualsiasi:
“Con loro collaborerei molto meglio che con Caruso o con gli ex terroristi che con sgomento vediamo girovagare per i Palazzi“.
Semmai c´è da capire come mai sugli “ex terroristi che con sgomento vediamo girovagare per i Palazzi“, il buon Di Pietro – l´uomo “retto e probo” per definizione – non abbia mai detto nulla fino ad ora.
Forse ha taciuto, perché altrimenti qualcuno gli toglieva la cadrega?
Ma andiamo avanti, che il Tonino nazionale continua:
“Possiamo individuare una base comune su alcuni temi, come la famiglia, il conflitto d’interessi, le liberalizzazioni, una legge elettorale che a mio giudizio deve indicare espressamente il premier. Occhio, però: non è che se uno scrive insieme le regole poi si deve per forza sposare“.
Ad un certo punto, però, il giornalista gli chiede apertamente se in qualche modo lui sarebbe pronto a confluire nell´Udc.
Nello stesso partito, insomma, di Totò Cuffaro.
E il buon Di Pietro aggiunge:
“Non avrei nessuna preclusione. Anche se dovrebbe essere chiaro che i condannati per reati dolosi non si possono candidare“.
Non so voi, ma io penso una cosa.
Che Di Pietro, pur di partecipare al progetto di un grande (e lui auspica: influente) partito di centro – stile Dc – sarebbe pronto ad accogliere a braccia aperte anche i vari Cuffaro.
Tanto è un paraculo e un cinico.
Anche perché, il buon Di Pietro, nel Sud d´Italia ha sempre e solo “raccattato” tutto il peggio che usciva dagli altri partiti di centro. Senza mai profferire parola o esprimere sdegno.
In televisione fa il moralista, ma poi ad esempio in provincia di Napoli, dà il suo appoggio a gente che definire “torbida e invischiata in fatti oscuri”, è usare un eufemismo.
In conclusione.
Qualcuno vuole scommettere con me, che pur di rifare la Dc, Di Pietro accoglierà “cani e porci”, compresi delinquenti abituali con procedimenti penali in corso o condanne definitive, mandando a quel paese la sua tanto ostentata “moralità “? 😉
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