Apr 07
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Telecom: vergognose ingerenze governative
Dunque, l´annuncio che una cordata americana sarebbe interessata a rilevare pacchetti azionari di Telecom, ha suscitato reazioni raccapriccianti da parte di chi ora ci governa.°
Si è arrivati addirittura a paventare la necessità che il governo eserciti la propria influenza, per scongiurare l´ipotesi che ci sia un subentro di capitale straniero in una nostra attività industriale.
E per un attimo, al sottoscritto, è sembrato di rivivere negli anni ‘80.
Quando esisteva l´Iri, e lo stato fabbricava ancora panettoni.
Certo, Prodi appartiene a quell´epoca. E dell´Iri è stato presidente.
Dunque che rappresentanti del suo governo, avanzino perplessità circa l´ipotesi che la Telecom finisca in mani straniere, appare quasi scontato.
Ma noi viviamo nel 2007. E accettare che si usino ancora ragionamenti da economia socialista, è inaccettabile.
Le imprese le creano e le gestiscono i privati, non lo stato.
Le vicende che riguardano la cessione di quote azionarie di società , non devono affatto riguardare il potere politico.
Lo stato è incapace di fare impresa: semplicemente perché l´impresa opera in modo efficiente, solo quando il danaro sia di proprietà dell´imprenditore.
Dunque lo stato – che danaro suo non ha – è un pessimo imprenditore sempre: perché non usa danaro proprio. E se questo danaro lo usa in modo improprio, non riceve alcuno svantaggio.
Che nel 2007 cose del genere non sia “acquisite”, è scandaloso.
Meno male che c´è Sircana, che qualche parola dignitosa al riguardo l´ha detta:
“Le decisioni dei consigli di amministrazione sono sacre e vanno rispettate“.
Ai cittadini l´unica cosa che interessa, è che la Telecom fornisca servizi di qualità , a prezzi contenuti.
Che poi la società finisca in mani straniere, è un fatto assolutamente irrilevante.
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