Mag 07
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Predicano bene, e razzolano male.
In tanti, soprattutto a sinistra.
Da “Senti chi parla“, di Mario Giordano. Pagina 53 e 54:
“Fra i tromboni della politica, un´attenzione particolare va inevitabilmente rivolta a quelli che stanno a sinistra. Per un motivo molto semplice: tromboneggiano assai di più. In quanto sono assolutamente convinti della loro superiorità morale”.
“Ma li avete sentiti? Il 25 gennaio 2006 Luigi Manconi teorizza in prima pagina sull´Unità : “Questione morale: perché mi sento superiore“. Svolgimento: “Io sono di sinistra perché penso che la sinistra sia moralmente superiore alla destra“. Luca Ricolfi ci ha scritto anche un libro: La sinistra e il complesso dei migliori”.
“E Piero Fassino a Ballarò (20 giugno 2006) tiene un lungo comizio rivendicando per il suo partito il primato della legalità , contrapponendolo alla destra del malaffare. E quando la destra scende in piazza nel dicembre 2006, Furio Colombo descrive i manifestanti (2 milioni di persone) come un manipolo di inquisiti, lestofanti, profittatori ed evasori fiscali. Mica come chi manifesta con la bandiera rossa”.
“Del resto è sempre stato un ritornello molto amato a sinistra: “Il Pci è un Paese pulito in un Paese sporco, un Paese onesto in un Paese disonesto, un Paese colto in un Paese ignorante” scriveva ironicamente Pasolini nel 1974. Ma la diversità di berlingueriana memoria ha avuto tanti sostenitori anche durante e dopo il trapasso del Pci. “Il nuovo corso del partito ha un punto di forza nella battaglia sulla questione morale” diceva Ugo Pecchioli nel 1988. “La questione morale è la pietra miliare su cui si costruisce questa formazione politica” spiegava Achille Occhetto nel 1990. “La questione morale, come abbiamo sempre detto, per noi è pregiudiziale” affermava ancora Achille Occhetto nel 1992“.
“E Walter Veltroni nel 1999: “Lo voglio ribadire: per noi la questione morale è un valore indiscutibile“.
“Sulle lezioni di morale da parte di chi si prendeva i soldi da Stalin e Breznev ci sarebbero, per la verità , molte cose da dire. Valerio Riva ha calcolato che tra il 1951 e il 1991 arrivarono nelle casse del Pci quasi 1000 miliardi di vecchie lire (valore attualizzato al 1997). “Sì, il Pci prese quei soldi“, ha ammesso Armando Cossutta davanti ai pm. “Da una parte sotto forma di finanziamenti diretti e dall´altra attraverso i proventi delle attività di import-export di società italiane collegate al Pci. Tra esse cito in particolare la società di turismo Italtourist, di cui sono stato presidente“.
“Fate caso alle date: quando Achille Occhetto sdottoreggia sulle pietre miliari della nuova formazione politica, alle Botteghe Oscure affluiscono ancora i dollari segretissimi del Pcus. Non vi pare troppo?”.
“Se poi i soldi del Pcus non bastano, ci sono pure quelli delle cooperative. Anche se su questo tema sono state scritte pagine memorabili. Ci limitiamo però a citare un´intervista pubblicata il 22 settembre 2006 sulla Repubblica (fonte non sospetta, visto il tema) e passata sotto silenzio”.
“Chi parla è uno dei nostri grandi imprenditori, Leonardo Del Vecchio. Gli chiedono perché sia uscito dal business dei supermercati. E lui risponde così: “Succedeva che per due o tre anni trattavamo con un Comune. Concedevamo loro tutto quello che chiedevano: costruzione di scuole, verde pubblico, servizi sociali. Tutto a posto, eppure alla fine la licenza ci veniva negata. E in seguito il terreno lo prendevano le Coop. Noi non abbiamo mai voluto scendere sul terreno dei rapporti con la politica. Ma non si può rimanere immacolati nuotando in uno stagno torbido“.