Mag 07
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Le cose che il Paese chiede al centrodestra
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Per mesi in questo Paese non s´è fatto altro che parlare di Dico, di ingerenze della Chiesa, di attentato alla laicità dello Stato. Di Family Day. Di preti pedofili e di argomenti similari.°
Una rottura di coglioni senza eguali!
Il Paese reale – quello che si sveglia presto e lavora, e non ha tempo per disquisizioni teoriche o astratte – di tutto ciò, probabilmente, se ne frega altamente.
Intendiamoci: nessuno è totalmente insensibile a temi seri, quali il riconoscimento di legittimi diritti individuali ai conviventi.
La questione, però, è che il Paese reale – ed è quello che forse emerge dal voto amministrativo – chiede più concretezza.
Risposte a bisogni “maggioritari”.
Ha – più che i membri del Palazzo – il polso della situazione.
E quando vede i politici – dibattere amabilmente – su questioni che non incidono ogni giorno sulla vita della maggioranza dei connazionali, il Paese reale si stufa.
Si dissocia. E magari s´incazza.
La crisi della politica è questa.
E´ il politico che parla della variabile A, come se la variabile A riguardasse 9 persone su 10. E magari la variabile in questione, riguarda non più di una persona su 10.
La politica è senso delle proporzioni e delle priorità .
Non a caso il Nord – patria del nec otium – si è pronunciato con un plebiscito per la Casa delle Libertà !
E lo ha fatto, per ottenere due cose, semplici e chiare:
Meno tasse (e meno stato) e più sicurezza.
Precisamente ciò che il centrosinistra gli ha negato!
Il centrodestra, se vuole essere davvero all´altezza, deve capire quanto occorra – ancora più marcatamente – evidenziare la propria identità liberale e liberista (oltrechè legalitaria).
Le questioni eticamente sensibili – è il mio modesto parere – interessano le élites (prioritariamente).
La “pagnotta”, invece, interessa tutti.
Più che di “relativismo etico”, quindi, occorrerebbe parlare di come ridurre la presenza pletorica dello stato.
Meno cazzeggio, e più concretezza.
Possibilmente.
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