Testamento biologico: scelta possibile anche per un teologo cattolico

Eclissi di sole foto

Libertà  sul proprio corpo.° 

Autodeterminazione.

Diritto a non vivere come un vegetale, costretto a respirare solo grazie ad una macchina. Incapace finanche a urinare o a defecare, senza che ciò implichi umiliazione e perdita di dignità .

Diritto a preservare la propria integrità : morale e materiale.

Diritto a non essere proprietà  dello Stato. O del legislatore (quale conservatore vero, potrebbe accettarlo?).

Diritto a vivere senza essere schiavi dell´umiliazione o della compassione.

Chiacchiere, apparentemente.

Vita vera, invece, se ci si trova in una situazione come quella che ha vissuto Welby.

Un vicolo cieco, senza alcuna via di fuga.

Un cerchio di sofferenza, umiliazione e degrado che non t´abbandona.

Che uccide te, lentamente, ogni giorno. Ma te sei già  morto, e quindi poco conta.

Uccide, però, anche chi ti sta attorno. E lo fa senza indulgenza.

E te che sei un vegetale, sei costretto a patire anche per la sofferenza che cagioni a chi ti ama.

La logica dov´è?

C´è, forse, in chi crede in un disegno divino. In chi è convinto che ogni cosa – anche questo genere di cose – abbia un perché.

Ma chi non ha il dono delle Fede, chi non riesce ad abbandonarsi alla speranza, a sorridere per la sofferenza che prova, è solo un cane azzoppato.

Che rantola in attesa della fine.

Del silenzio e della quiete.

Vito Mancuso è un teologo cattolico. E insegna Teologia moderna e contemporanea all´Università  Vita Salute del San Raffaele.

Ieri il Corriere della Sera lo ha intervistato, in riferimento al testamento biologico.

Ha detto cose interessanti, Mancuso.

Che meritano di essere prese in considerazione, proprio perché espresse da un teologo cattolico:

Anche chi crede in Dio può rifiutare di essere attaccato a una macchina. Non c´è nulla di eticamente sbagliato nell´opporsi allo stato vegetativo“.

Io sono convinto che in caso di traumi cerebrali irreversibili e malattie completamente invalidanti ciascuno di noi debba avere il diritto di opporsi alle terapie che prolungano l´esistenza in modo artificiale. E´ il motivo per cui considero importante il testamento biologico“.

A mio avviso, è una scelta etica anche considerare lesive della propria dignità  di persona le cure che fanno continuare a respirare solo attaccati a una spina“.

Uno Stato laico non può obbligare un malato a vivere contro la sua volontà  attaccato a una macchina. Per chi non l´accetta è un´imposizione che s´avvicina alla tortura“.

L´essenza che contraddistingue l´uomo non è la vita biologica condivisa con le piante e gli animali, ma il nous poietikòs (l´intelletto attivo)“.

L´elemento specifico di un uomo non è la semplice vita fisica, ma l´esercizio della ragione. Il principio di autodeterminazione, contenuto nell´articolo 32 della Costituzione, non afferma una tesi diversa dall´esaltazione della persona e della sua coscienza spirituale espressa dalla teologica cattolica“.

Redigere un documento nel quale si dichiarano in anticipo le terapie che si vogliono ricevere e quelle che non si accettano è un esercizio consapevole e maturo della libertà  personale“.

Chi deve dire l´ultima parola sulla propria morte è il malato stesso. E´ una questione di civiltà . Chi pensa che la vita e la morte siano nelle mani di Dio allora deve attribuire a Dio anche la morte e le malattie degli innocenti“.

Persino nella Bibbia si possono trovare frasi come quella di Siracide: “Meglio la morte che una vita amara, il riposo eterno che una malattia cronica”“.

I dottori devono mettere in atto tutte le procedure di accompagnamento sanitario e spirituale perché ognuno giunga alla morte con la più alta serenità  possibile, se non proprio con il sorriso“.

Chi ha fatto dell´autodeterminazione il valore guida della sua vita deve potere rifiutare di vivere solo grazie alla tecnologia“.

La stessa situazione per un uomo può essere un arricchimento spirituale, per un altro una tortura. Bisogna iniziare ad avere rispetto delle opzioni etiche diverse dalla propria, riconoscendone il valore. In ogni caso, per un cattolico morire vuol dire tornare alla casa di Dio“.

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8 Responses to "Testamento biologico: scelta possibile anche per un teologo cattolico"

  • antonio germino says:
  • camelot says:
  • Sgembo says:
  • camelot says:
  • camelot says:
  • Sgembo says:
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