Giu 07
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La Cgil, dopo un anno di “silenzio politico”, scopre che in Italia 11 famiglie su 100 sono povere
Per un anno ha taciuto. Servilmente.° ° ° °
Abdicando al ruolo proprio di qualsiasi sindacato: tutelare i propri iscritti, a cominciare da quelli più° disagiati.
Bisognava difendere il governo amico (questa la priorità ).
Poi pazienza se il governo amico sia lo stesso che ha varato una Finanziaria “lacrime, sangue e macelleria sociale”, che nulla ha fatto per i meno abbienti.
Prima gli interessi politici, e poi l´interesse dei lavoratori.
E mentre l´organizzazione guidata da Epifani taceva, vergognosamente, milioni di italiani continuavano a versare in condizione d´indigenza.
L´euro li ha bastonati, Berlusconi ha fatto poco, e il governo Prodi se n´è disinteressato.
Con un però.
Quando governava Berlusconi – strumentalmente – partiti, sindacati e giornali, un giorno sì e l´altro pure parlavano delle famiglie che non riuscivano ad arrivare alla quarta settimana.
Quelle che non potevano comprare nemmeno il latte. Ricordate?
Il giorno dopo l´elezione di Prodi, queste voci – questi argomenti – sono scomparsi.
Miracolosamente.
Come se non fossero mai esistiti (a riprova del fatto che in Italia ci sia gente ignobile, capace finanche di speculare – per fini politici – sulle spalle della povera gente! E tra questi criminali c´è la sinistra tutta, il sindacato e parte della stampa!).
Ma veniamo al dunque.
Perché la Cgil s´è svegliata.
Dopo un anno di letargo.
E ha elaborato un´indagine: purtroppo impietosa.
Che registra una situazione drammatica, che dovrebbe essere all´ordine del giorno del governo attuale.
Anche se così non è.
L´indagine realizzata dalla Spi Cgil-Cer, racconta un´Italia in cui l´11% delle famiglie (e il 13% degli individui) vive in condizione di miseria.
La Cgil parla di “povertà diffusa“.
Sostenendo che il reddito di queste famiglie sia inferiore ai 5.000 euro annui.
Questa povertà – e come potrebbe essere diversamente – si concentra al Sud.
Dove arriva a coinvolgere il 25% delle famiglie.
Che solo con stenti e privazioni arrivano alla fine del mese.
Questo scenario è ovviamente tragico.
E migliorare la condizione economica di queste famiglie, dovrebbe essere la priorità di ogni governo.
Senza distinzione di colore politico.
Ma soprattutto – etica impone – che la situazione di queste persone, mai venga usata per fini politico/elettorali. Strumentalmente.
Speculare sulla povera gente è ignobile.
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