Lug 07
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Walter Veltroni visto da Piero Ostellino
Vi riporto un editoriale di Piero Ostellino, pubblicato ieri sul Corriere della Sera:°
“A me Walter Veltroni piace. Come la Nutella. Per ora. Poi si vedrà . La Nutella so com´è. Anche il Veltroni che conosco so com´è. E´ come la Nutella. Morbidoso. Ma col Veltroni segretario del Partito democratico e Uomo della Provvidenza per il popolo di sinistra faccio come gli inglesi con il budino: per sapere come sarà , aspetto di mangiarlo”.
“Dicono che, come sindaco di Roma, abbia fatto bene. Mio figlio, che a Roma ci abita, ha qualche dubbio. Ma è il solo giornalista italiano ad averne. Gli altri sono unanimi. Le rare volte che vado a Roma la trovo caotica e francamente sporca. Molto mediorientale, poco europea. Diffido, inoltre, delle adunate oceaniche. E quella dei media per Walter lo è. Ai limiti del ridicolo. Ciò non toglie, però, che io provi simpatia per questo “vecchio uomo nuovo” della sinistra”.
“Molti anni fa, quando c´era ancora il Partito comunista, avevo scritto il testo di un documentario televisivo sulla storia del comunismo nel mondo. Raccontavo quello che, caduto il Muro, dissoltisi l´Unione Sovietica e i miti di Mao, Ho Chi Minh, Castro e compagni, avrebbero detto tutti e molti già sapevano. Seguiva dibattito. Walter, che partecipava alla trasmissione come esponente del Pci, era sbottato indignato: “Questa è propaganda anticomunista”. Qualche anno dopo, scomparso il Pci, avrebbe detto che lui non era mai stato comunista. E i media avrebbero registrato la notizia. Compiaciuti. Beh, uno così, per me è un genio”.
“A Walter Veltroni è piaciuto Kennedy. Ma come a me piace la Nutella. Quando era vivo e mandava i soldati in Vietnam, sbarcava alla Baia dei Porci e cercava di far assassinare Castro da qualche gangster di sua conoscenza, a Veltroni, comunista militante, Kennedy non poteva certo piacere. Gli è piaciuto dopo. Da morto. Beh, uno così, per me è un genio”.
“A Walter piace l´America. Anche a me piace l´America. Ma non come la Nutella. Mi piace l´America di Tocqueville, quella della democrazia che nasce dal basso e localmente, federalista, capitalista, meritocratica. Pur con i suoi difetti. Che non sono pochi. A lui piace come la Nutella. Io non avrei mai titolato un congresso di partito I care – “Mi occupo”? “Ho cura”? Mah – come ha fatto lui, suscitando gli entusiasmi mediatici. Se c´è cultura politica al mondo che, a differenza di quella della nostra sinistra, “non si cura” e lascia all´individuo di badare da solo ai fatti propri è la cultura americana. Beh, uno così, per me è un genio”.
“In attesa di assaggiare il budino, a me pare che, per ora, Walter Veltroni sia solo un “fenomeno mediatico”. Di una sinistra priva di un´idea forte della politica al passo con i tempi – che si aggrappa a un uomo di gradevole immagine – e di un sistema informativo trasformista e ruffiano, dopo la fallimentare sponsorizzazione di Romano Prodi”.
“Il discorso del Lingotto, zavorrato del sostegno al governo, è stato il tentativo di conciliare le contraddizioni fra buone intenzioni e dure realtà che la sinistra cosiddetta riformista ancora non è riuscita a sanare. Ha auspicato più mobilità sociale. Ma poi ha chiamato “precarietà ” – lisciando il pelo all´estrema sinistra dell´attuale coalizione – ciò che, nei Paesi a economia di mercato, è la fisiologia dinamica del mercato del lavoro. In un´Italia moderna, le garanzie sociali non dovrebbero consistere nella difesa del “posto” sicuro, ma nella tutela durante la fase di transizione da un “lavoro” all´altro”.
“Non c´è stata vera rottura col passato. Veltroni non è un Sarkozy di sinistra. Rimane Nutella. Morbidoso. Uno spot per rassicurare chi, nel popolo della sinistra, fa inconfessabili sogni di destra. E se ne vergogna. Compagni, la Nutella è di sinistra”.
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