Lug 07
2
Sempre più insistente si fa la voce di un ritorno alle urne nel 2008 (prima si parlava del 2009).°
Dunque bisogna prepararsi: allentare le maglie della spesa pubblica, e fare regalie.
Beneficenza.
Alla faccia del rigore nel gestire i conti pubblici!
Procediamo per gradi.
All´italiano medio, quello che non legge i quotidiani, era stato raccontato (dai signori dell´Unione), che il Berlusca aveva lasciato i conti pubblici allo sfascio.
Falso!
Il Berlusca ha lasciato i conti pubblici relativamente in ordine (anche se ha colposamente aumentato la spesa pubblica).
Nel 2006 – anno in parte di competenza del Berlusca – il deficit “strutturale” del nostro Paese si è attestato al 2,8% (quello “lordo”, tenuto conto di uscite una tantum, irripetibili come il rimborso Iva per le auto, si è attestato al 4,1%).
Considerato il fatto che il Trattato di Maastricht prevede che il deficit debba stare sotto il 3% (e l´obbiettivo Berlusconi l´ha raggiunto, visto che in esame si prende il “deficit strutturale”), evidentemente la storiella che la Casa delle Libertà avesse lasciato dei conti disastrati, era pura menzogna.
Menzogna su cui, però, si è costruita la Finanziaria 2007: lacrime e sangue!
Con la scusa che il Nano aveva lasciato una situazione di finanza pubblica disastrosa, infatti, lorsignori dell´Unione hanno aumentato la pressione fiscale di due punti rispetto al Pil, in un solo anno.
Con queste argomentazioni: “Abbiamo le pezze al culo a causa di Berlusconi (e in più noi vogliamo fare un po´ di “redistribuzione del reddito”), talchè dobbiamo reperire risorse: e allora, cari italiani, vi tocca. Vi tocca subire la rapina”.
Siccome il tempo è sempre galantuomo, e si è scoperto non solo che il Berlusca non aveva lasciato i conti in disordine, ma che addirittura – almeno in parte – è riuscito a lasciare in eredità finanche un extra gettito fiscale molto consistente, i signori dell´Unione sono dovuti correre ai ripari.
“Come giustifichiamo all´italiano medio, che siccome i conti pubblici sono in ordine – e per di più abbiamo diverse diecine di miliardi di extra gettito fiscale – lo abbiamo aggredito con una sassaiola di tasse e balzelli vari, e non abbiamo alcuna intenzione di ridurre le tasse se non dopo il 2011”?
“Trovato: gli diciamo che vogliamo ridurre – più rapidamente del previsto – deficit e debito pubblico. Tanto l´italiano medio non capisce un cacchio di queste cose, e noi lo sodomizziamo per benino”.
Arriviamo al dunque.
Perché adesso si viene a scoprire che il Dpef prevede 21 miliardi di nuove spese: alla faccia del risanamento in tempi brevi!
Non solo.
Infatti finanche Tito Boeri – l´economista di sinistra ospite fisso di Ballarò, quello che se deve parlare di ciò che ha fatto Tremonti, dice che è tutta merda; mentre se deve parlare di quello che ha fatto il centrosinistra, ovviamente e servilmente si modera – stronca senza se e senza ma il Dpef.
E siccome Tito Boeri non può essere accusato di berlusconismo (o di intelligenza con il nemico,) è utile valutare cosa dica in riferimento al Documento di programmazione economico-finanziaria:
“Il governo ha approvato un Dpef di breve respiro e di breve periodo, molto attento agli interessi politici immediati e poco attento agli interessi di finanza pubblica, e del paese, di medio periodo. Insomma un Dpef di fine legislatura. Per vari motivi. Primo, il Dpef 2008-2012 delinea un percorso di finanza pubblica “peggiore” di quello che il paese aveva di fronte lunedì scorso, prima della tre giorni di “fiera della spesa” che si è tenuta a Palazzo Chigi. Secondo, il Dpef rimanda l´aggiustamento di finanza pubblica necessario a raggiungere il pareggio di bilancio interamente al 2009 e al 2010. Una scomoda eredità per chiunque governerà fra tre anni. Terzo, invece di sfruttare il ciclo economico positivo, si decide di prendere tempo. Quarto, offre un pessimo segnale per la trattativa sulle pensioni sulla quale il governo si trova ora ad avere le armi spuntate. Mentre la vera lezione da trarre è che le riforme rinviate nel tempo, anche quando scolpite su una legge già approvata, poi non vengono attuate”.
Si faccia attenzione lì dove Boeri dice: “rimanda l´aggiustamento di finanza pubblica necessario a raggiungere il pareggio di bilancio interamente al 2009 e 2010“.
La storiella che bisognava stringere la cinghia, per raggiungere il pareggio di bilancio, è pura menzogna. Come si può ben arguire.
Ancora:
“Poche settimane fa, durante il tormentone primaverile sulla destinazione “tesoretto”, avevamo suggerito al ministero dell´Economia una semplice strategia di politica economica: per ogni euro speso oltre i 2,5 miliardi annunciati, il Dpef avrebbe dovuto aumentare di un euro l´intervento correttivo nel 2008. Il ministro ha fatto esattamente l´opposto. Ha deciso di spendere 6,5 miliardi di euro invece dei 2,5 miliardi più volte annunciati e ha simultaneamente deciso di eliminare completamente ogni aggiustamento per il 2008. Questo significa che l´aggiustamento previsto per la Finanziaria 2008 sarà pari a zero, mentre il deficit per il 2008 sarà rivisto al rialzo al 2,2 per cento. Per la prima volta dopo tanti anni, gli obiettivi sono peggiori del tendenziale (del quadro a legislazione vigente). La strada verso il raggiungimento del pareggio di bilancio è comodamente rimandata al 2009 e agli anni successivi.
L´idea del Dpef dovrebbe essere quella di presentare un business plan pluriennale. In quest´ottica, l´obiettivo fondamentale di lungo periodo del paese, più volte annunciato dal governo con grande enfasi, è il pareggio di bilancio nel 2011. Il messaggio che si evince dal Dpef è chiaro. Il pareggio di bilancio potrà essere raggiunto con un aggiustamento fatto interamente da chi governerà nel 2009 e nel 2010“.
Chiaro il concetto?
“Il pareggio di bilancio potrà essere raggiunto con un aggiustamento fatto interamente da chi governerà nel 2009 e nel 2010“.
Cioè Prodi, per fare un po´ di beneficenza ad alcune categorie sociali (sperando di raccattarne il voto), ha elaborato un Dpef: “poco attento agli interessi di finanza pubblica, e del paese, di medio periodo. Insomma un Dpef di fine legislatura“, in più: “la strada verso il raggiungimento del pareggio di bilancio è comodamente rimandata al 2009 e agli anni successivi” e siccome lui sa benissimo che a breve si tornerà al voto, ha elaborato un Dpef a causa del quale “Il pareggio di bilancio potrà essere raggiunto con un aggiustamento fatto interamente da chi governerà nel 2009 e nel 2010“.
Cioè lui se ne lava le mani, aumenta le spese per pagarsi la campagna elettorale, e la patata bollente del raggiungimento del pareggio di bilancio, la lascia in eredità a chi governerà nel 2009 e nel 2010.
Tanto sa che non sarà mai lui.
Complimenti a questo farabutto!
°
P.S.: Prodi il cazzaro, aveva raccontato che le imprese avrebbero ottenuto i soldi per la riduzione del cuneo fiscale (madre di tutte le promesse elettorali fatte dall´Unione), entro il primo luglio. Ovviamente le imprese non hanno ancora ricevuto il becco di un quattrino. 😉
°