Gianfranco Fini forse c´abbandona

Gianfranco Fini foto

Beninteso: è ancora una mera ipotesi. Nulla di certo.° 

Ad ogni modo pare che Gianfranco Fini voglia candidarsi a Roma: come Sindaco (non appena Veltroni si dimetterà ).

Il perché è presto detto.

Ha capito l´antifona: Berlusconi non intende “abdicare” al ruolo di leader (e candidato premier) della Casa delle Libertà .

Dunque per Fini, nessuna possibilità  di subentro a Berlusconi è all´orizzonte.

Da qui l´intenzione appena accennata (ieri a Tv7), di poter correre per la poltrona di primo cittadino dell´Urbe (anche perché si è rotto di fare l‘eterno numero due, l‘eterno “delfino” del leader di Forza Italia).

Ripeto: per il momento è solo un´ipotesi, ma se dovesse concretarsi sarebbe un problema per il centrodestra (a mio modesto avviso).

Primo: Fini pensa che candidandosi un domani – molto prossimo – a guidare Roma, egli possa comunque conservare in futuro una chance come “papabile” alla guida del centrodestra.

Ma questa forse è un´utopia: ha 55 anni oggi.

Se si dovesse votare per le politiche nel 2009, la volta dopo si voterebbe nel 2014 (probabilmente).

Fini avrebbe 63 anni.

Conserverebbe ancora il suo appeal, che oggi gli consente di essere il leader politico più amato dagli italiani (e l´unico capace di battere Veltroni)?

Non lo so: potrebbe finire in un cono d´ombra.

Altre leadership potrebbero appalesarsi e coagularsi all´interno del centrodestra.

Più giovani e carismatiche (il futuro nessuno può prevederlo).

E quindi Fini potrebbe avviarsi sul viale del tramonto: e sarebbe una sciagura.

La Casa delle Libertà , senza Fini, perde appeal e qualità .

L´esperienza in politica conta, e Fini – politico di professione – ne ha a parecchia.

In più di una circostanza ha moderato Berlusconi (in passato): correggendone l´indomita attitudine alla gaffe.

Se manca Fini, chi trattiene Berlusconi?

Non solo.

Essendo Fini parecchio apprezzato dagli italiani, la sua presenza in un esecutivo finisce per conferire ancora maggiore valore allo stesso: per proprietà  transitiva.

Gli uomini non sono tutti eguali – viva Dio – e le qualità  di uno di essi, non è affatto detto siano rimpiazzabili dalle quelle di un altro.

Fini è un valore aggiunto di notevole spessore.

E non solo per fatti d´immagine, perché “si presenta bene”, perché sembra una persona perbene.

Fini è un valore aggiunto per ragioni di indirizzo politico.

Un miracolo ha voluto – in questi anni difficilissimi – che noi del centrodestra si sia riusciti ad avere Berlusconi e Fini come leaders. Un vero miracolo!

Un miracolo che ha consentito una guida moderata e liberale alla Casa delle Libertà .

Nei momenti di maggiore tensione con il mondo islamico, Fini e Berlusconi hanno garantito un approccio liberale e laico nei confronti di quel mondo.

A parte una sortita assai infelice di Berlusconi (“il mondo islamico vive all´età  della pietra”, o qualcosa di simile), mai una sbavatura nelle dichiarazioni del centrodestra (almeno da parte dei due principali leader. La Lega è un caso a parte).

Ma voi ve lo immaginate cosa sarebbe accaduto in Italia – mi riferisco alla possibilità  di stragi – se invece di avere come menti e voci del centrodestra i due leader in questione, noi avessimo avuto un Marcello Pera (e così dicendo, mi sono inimicato tante persone, ma me ne fotto!)?

Io non lo so mica, se con un Pera qualsiasi alla guida del centrodestra – o all´interno del governo – noi saremmo riusciti a sottrarci al rischio di attentati nel nostro Paese.

E´ vero che Pisanu è stato un eccellente Ministro degli Interni (tutti gli italiani dovrebbero ringraziarlo. Non solo perché è riuscito a coordinare bene le Forze dell´Ordine, impedendo attentati, ma anche perché ha condotto un “guerra” magnifica contro i latitanti di Mafia. Senza Pisanu, Provenzano sarebbe ancora a spasso).

Ed è anche vero che in Italia ci sono la Mafia e la Camorra: dunque le possibilità  di attentati nel nostro Paese si riducono.

Se dovesse accadere qualcosa in Italia – soprattutto al Sud – il giorno dopo, a fare la guerra agli islamisti, non ci sarebbe solo lo Stato: ma anche l´antistato. Che ha metodi più sbrigativi ed efficaci.

Questo il terrorismo islamista lo sa. Per questo, forse, non ha portato attacchi al nostro Paese (lo so che questo argomento è ripugnante, ma credo di non essere l‘unico a pensarla così. E ovviamente la Mafia e la Camorra le vorrei annichilite).

Ad ogni modo, meglio avere liberali e laici tolleranti al governo (in un‘era di fanatismo), piuttosto che “fanatici” anti islamici (si badi bene: non è un caso che io abbia detto anti islamici, e non anti islamisti). Io almeno la vedo così.

Dunque se domani Fini non facesse più parte di un governo di centrodestra, io francamente avrei qualche preoccupazione.

Fini dà  l´indirizzo (forse anche più di Berlusconi).

Dunque se lui manca, cambiando la cabina di regia, cambia il percorso.

E chissà  dove può condurci.

La presenza di Fini, inoltre, ha consentito – soprattutto su alcuni temi – che il centrodestra non abbia agito sempre come una compagine di tradizionalisti, quando era al potere.

In questo modo la CdL ha conservato il suo ascendente anche sui laici. E ha evitato lacerazioni nel Paese.

Domani, mancando Fini – e Berlusconi trovandosi solo – cosa farebbe la Casa delle Libertà , nell‘affrontare alcune spinose questioni eticamente sensibili (penso al testamento biologico, ad esempio)?

Avremmo ancora leader capaci di dire: “Su questi argomenti noi lasciamo libertà  di coscienza”?

Non lo so: Berlusconi ha consiglieri strani, attorno.

E quantunque sia un liberale “illuminato” e dunque laico, domani potrebbe cambiare atteggiamento.

E´ auspicabile?

Per parecchi sì, probabilmente.

Per quelli come me, no.

Io sogno una Casa delle Libertà  che dia spazio e voce ai laici quanto ai cattolici (così come oggi).

Una Casa delle Libertà , che le questioni eticamente sensibili le affidi alle “maggioranze trasversali” in Parlamento: senza fare Crociate.

Una Casa delle Libertà  “inclusiva” e plurale: non già  monoliticamente clericale.

Fini dà  garanzia di ciò al centrodestra.

Se manca il leader di An, è possibile che cambi la danza.

Ancora.

Il problema di un eventuale disimpegno di Fini dalla politica nazionale – a favore di un impegno locale – pone un problema ulteriore.

Amministrare una città  è oneroso.

A Fini potrebbe essere chiesto di abbandonare la guida di An. O quantomeno di farsi affiancare – come già  in passato s´è considerato – da un segretario o da un coordinatore.

Dunque, ammettendo che questa ipotesi abbia un seguito (e che quindi Fini sia affiancato da qualcuno), chi potrebbe assumere questo compito?

E qui viene da ridere, perché il capitale umano di Alleanza Nazionale – allo stato delle cose – è modesto assai.

Gasparri?

Per favore: Aigor no!

La Russa?

Perderemmo il 3% dei voti con lui.

Gli altri nemmeno li considero, perché nemmeno esistono.

L´unico – e qui il problema si fa parecchio serio – che potrebbe affiancare Fini è Gianni Alemanno.

Ora, se fossi credente mi farei il segno della croce (sperando che la cosa possa servire a scongiurare questa eventualità ).

Siccome, però, sono scettico sull´esistenza di Dio, faccio altro. Che dirvi non posso.

Al di là  dell´ironia.

Se Alemanno arrivasse a guidare Alleanza Nazionale, ne muterebbe il Dna.

In peggio.

Di sicuro il partito avrebbe – sotto la sua guida – un profilo molto ma molto meno liberista (Alemanno in gioventù era di sinistra, oggi forse è diventato di centro).

Anche se – e questo immagino potrebbe essere considerato un bene da tanti – Alleanza Nazionale potrebbe avere un maggior appeal presso i cattolici.

Con Alemanno, infatti, sicuramente entrerebbero nel lessico del partito di Via della Scrofa, riferimenti (concreti) al cattolicesimo, che con Fini sono mancati.

Ad ogni modo se Fini sceglie di candidarsi come Sindaco di Roma, cambia la storia e la fisionomia del centrodestra.

E io che sono pessimista di natura, la vedo male.

In tutti i sensi.

° 

41 Responses to "Gianfranco Fini forse c´abbandona"

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