Referendum elettorale. Intervista a Mario Segni
Mario Segni – in virtù del suo impegno politico/referendario – può essere considerato uno dei padri dell’attuale sistema bipolare.
Onorevole Segni, lei è tra i promotori del Referendum che ha per oggetto l´abrogazione di alcune parti dell´attuale legge elettorale. Quali sono, in concreto, gli obbiettivi del Referendum?
“Il referendum colpisce al cuore uno dei fenomeni peggiori del degrado italiano: la frammentazione dei partiti, che sta portando ingovernabilità , rissosità , esplosione dei costi della politica. Se vince il referendum si entra in Parlamento solo se si supera il 4% dei voti nazionali (e per il Senato l’8% regionale), e per vincere le elezioni bisogna fare una lista unica, con un solo simbolo, programma, nome, e non un’accozzaglia di liste come sono le coalizioni di oggi. Insomma è lo strumento ideale per chi non vuole più l’Italia dei 74 partiti“.
In che modo il Referendum influenzerà l´assetto partitico dei due schieramenti? Riuscirà a favorire la riduzione dei partiti, favorendo processi aggregativi tra gli stessi?
“Tutto il sistema dei partiti, e quindi il sistema politico, ne sarà modificato radicalmente. L’effetto sarà uguale a quello del referendum del ’93“.
Di recente, l´uscita del libro di Rizzo e Stella, ha riportato in auge il tema dell´esosità dei costi della politica. Esiste, a suo avviso, un nesso tra numero (elevato) dei partiti e costi (eccessivi) della politica?
“Il libro di Stella descrive la drammatica situazione del costo della politica, con tutto il carico di corruzione e inefficienza che ne è legato. Nella frammentazione e nel potere di ricatto dei piccoli e piccolissimi partiti questo costo ha una delle sue cause, anche se non l’unica. Quindi i due problemi sono strettamente legati“.
Il Referendum che lei ha promosso, quindi, può essere definito come un Referendum contro la “Casta”?
“Beh in un certo senso è proprio così. Tanto è vero che Severgnini, in un bell’articolo sul Corriere di quindici giorni fa, ha scritto: se non firmate il referendum tenetevi la casta e non parlatene più“.
Nel centrosinistra – a quanto pare – lavorano alacremente alla costruzione del Partito democratico. Come giudica il processo in atto?
“Il partito democratico va nella direzione giusta, cioè quella della aggregazione. Mi auguro che nasca bene, con chiarezza, con le primarie, cioè con una spinta dal basso“.
Immagino che lei auspichi un percorso analogo anche nel centrodestra – un percorso che porti alla costituzione del Partito delle Libertà – visto che, ultimamente, ha dichiarato che la nascita di un soggetto unitario nel centrodestra, potrebbe spingerla a fare politica nella Casa delle Libertà . E´ così?
“Se passa il referendum e nasce il partito democratico nascerà certamente il partito unico dei moderati, cioè del centrodestra italiano. Finalmente l’Italia diventerà europea“.
Onorevole Segni, pochi giorni fa lei ha lanciato un allarme relativo alla raccolta di firme per il Referendum. C´è il pericolo che non si riesca a raggiungere il numero di firme necessario? E in che modo e fino a quando – i cittadini interessati – possono sottoscrivere i quesiti da lei proposti?
“Non oltre il 18 luglio, perchè poi le firme vanno raccolte e portate a Roma. Quindi ci sono pochissimi giorni“.
si sono già accorti che se avessero spiegato i motivi del referndum per bene all’inizio, le 500mila firme le avrebbero raccolte in 20 giorni?
Risposta a unpirlaqualsiasi:
Se ne devono sempre raccogliere di più…almeno un 10% in più, a titolo precauzionale….
in Umbria se dici referendum? ti pigliano per scema
Risposta a Fulvia Leopardi:
Beh, questo non depone a favore degli umbri. Ci fate la figura dei fessi 😉
Il prossimo referendum lo faccio io. Sarà un plurireferendum:
– sì al nucleare;
– sì ai bordelli stile case chiuse.
Se ne avete altre, aggiungete 🙂
Risposta a Cristian:
Io li sottoscrivo e voto anche sì 😀
avete preso in considerazione che con l’approvazione del referendum aumenterà l’astensionismo?
Risposta a giovanni:
Potrebbe anche non accadere…