Ago 07
25
E´ passato un anno da quando Prodi è arrivato a Palazzo Chigi.° °
E tante cose sono cambiate, salvo una: l´intenzione sinistra di tassare tutto e tutti.
Nemmeno in questo scorcio torrido di fine agosto c´è stata risparmiata la richiesta di incrementare il prelievo fiscale: “Bisogna aumentare l´imposizione fiscale sui Bot”.
E´ scritto nel programma, s´è schermito l´occasionale vessillifero del balzello inasprito.
E puntuale è arrivata la smentita stizzita di qualche esponente dell´Unione: “Basta con queste dichiarazioni. E´ tafazzismo puro”.
Già , il tafazzismo. E forse anche la stupidità .
Come giustificare, altrimenti, la proposta di aumentare il prelievo fiscale sulle rendite finanziarie, in un momento di massima crisi per le borse mondiali?
Come se non bastasse, il fronte del No ad ogni altro incremento della tassazione si è allargato anche al Sindacato.
Alla Uil, per la precisione. Il cui Segretario – Luigi Angeletti – così si è pronunciato rispetto alla ipotesi di più tasse:
“Ma quali nuove tasse! Ci mancherebbe altro. Aumentare anche la tassazione sui rendimenti finanziari non farebbe bene all´economia e solo parlarne fa inc..avolare i cittadini. Già c´è una sproporzione di tasse sul lavoro nel nostro Paese. Ci mancherebbe altro“.
“Bisognerebbe ridistribuire il carico fiscale e non aumentarlo. L´idea è sbagliata: aumentare le imposte – queste sul risparmio o qualsiasi altra – non fa bene all´economia“.
“Il riequilibrio dell´imposta sul risparmio – e non nella misura del 20% – dovrebbe andare di pari passo con la riduzione delle tasse sul lavoro. Mi sembra tanto una di quelle panzane ferragostane lanciate dalla vecchia sinistra fedele al motto: “Tassa e spendi“.
E se lo dice un sindacalista (e per di più di sinistra), c´è da credervi.
Il fatto è che con questa sinistra – massimalista e fiscalmente assassina – diventa impossibile non parlare di tasse.
Anche quando se ne farebbe volentieri a meno!
Come si può smettere di denunciare il perenne ricorso alla rapina operato da questi signori, se – con ciclica puntualità – viene prospettata l´ipotesi di un nuovo saccheggio?
Non si può. Tacere sarebbe immorale.
Quale pensiate sia l´effetto di un aumento della tassazione?
Un peggioramento – a tutto favore dei meno abbienti – della condizione economica dei “ricchi”?
E di grazia, dove vedete ciò?
Nel fatto che 3 milioni di italiani – in meno rispetto all´anno scorso – siano andati in vacanza?
Chi sono costoro, dei ricchi sfondati cui Visco ha tolto lo yacht (“Anche i ricchi piangano!”)?
O forse si tratta di persone – dal reddito medio-basso – cui Prodi con un mano ha dato qualche spicciolo in più (con la Finanziaria), e a cui poi le amministrazioni locali hanno “risucchiato” ogni “regalia”, incrementando° a loro danno° le addizionali (Irpef) anche nell´ordine del 600% (come consentito dalla Finanziaria)?
Perché il problema dell´inasprimento fiscale sta tutto qui: quando si aumentano le tasse – anche se apparentemente a farne le spese sono i cosiddetti “ricchi” – nei fatti è il ceto medio-basso a pagarne il conto. E per diverse ragioni.
Se ad un commerciante con un reddito medio-alto viene aumentata l´imposizione fiscale, che effetto avrà tutto ciò sulla merce che vende? Pensate che il mercante in questione non “scaricherà ” sui suoi clienti le maggiori tasse che deve versare all´Erario, incrementando i prezzi dei beni che offre?
E se parliamo di salumieri, fruttivendoli e panettieri – nell´ipotesi in cui costoro debbano pagare più tasse – che effetto avrà l´incremento dei prezzi da loro praticati, sulle tasche degli italiani meno abbienti?
Dannoso, evidentemente.
E il discorso non finisce qui.
Se aumentano le tasse anche sui redditi d´impresa, pensate che a pagarne il conto non siano soprattutto i lavoratori cosiddetti precari?
Vi pare che se un´impresa – causa inasprimento fiscale – debba pagare più tasse (e quindi guadagnare meno), riesca poi a trovare stimoli per assumere a tempo indeterminato (visto che la cosa le costerebbe di più)?
Evidentemente no, non ci vuole uno scienziato per capirlo!
E se aumentate le tasse, tutti o quasi contraggono la propria domanda (consumando di meno), che effetto avrà tutto ciò sull´economia e soprattutto sulla occupazione?
Pessimo.
E chi ne farà le spese, in particolar modo?
I disoccupati, ovvio. Checché ne dicano i terroristi fiscali che sono al governo.
Ma la cosa più inverosimile volete sapere qual è?
E´ che nei Paesi dell´Est (e del Centro) Europa, Paesi ex comunisti, si pratichi una tassazione bassissima. Una tassazione cui si oppongono i “nostri” comunisti al governo.
Eccovi tre esempi:
In Polonia si applica un´aliquota unica (flat tax) al 19%; in Estonia – dove c´è un´aliquota fissa al 24% – si discute di portarla al 20%; nella Repubblica Ceca – addirittura – l´aliquota si ferma al 15%.
E in questi Paese l´economia va da Dio, e l´occupazione sta crescendo a ritmi vertiginosi.
In Italia, invece, abbiamo una pressione fiscale che per alcuni redditi arriva al 51%.
E poi ci si domanda perché l´evasione fiscale sia così alta?
Ovvio: l´imbecille che non paga le tasse (perché solo gli imbecilli evadono il fisco) è istigato ad evadere. In alcuni casi vi è costretto: altrimenti chiuderebbe bottega!
In tutto il mondo – dicasi tutto il mondo – la lotta all´evasione fiscale si fa con un solo strumento: abbattere le aliquote. Per incentivare gli evasori a pagare le tasse.
Avviene ovunque. Tranne da noi, ovviamente!
Da noi con le tasse – giocoforza – si mantiene un esercito di 180.000 – dicasi 180.000! – politicanti sparpagliati sul suolo patrio.
Da noi, con una tassazione tra le più alte d´Europa, si mantengono in vita – come ha dichiarato Montezemolo – “3.200 aziende pubbliche sul territorio con 17.500 consiglieri: una vera discarica per politici trombati e portaborse“.
Solo a sinistra fanno finta di non saperle queste cose. Inventandosi la storiella – buona per gli ingenui – che l´incremento della tassazione serva a migliorare i servizi per i meno abbienti.
Ma dove, di grazia? In quale dimensione spazio-tempo parallela avviene tutto ciò?
Su Urano, probabilmente.
E così, anche a fine agosto, la priorità per il Paese è sempre una sola: la questione fiscale.
Per migliorare la condizione economica di tutti – meno abbienti in primis – si deve trovare il coraggio di abbattere le aliquote. Accompagnando il provvedimento con un serio – serissimo – taglio alla spesa pubblica improduttiva: quella che fa sì che noi cittadini si paghi lo stipendio a 180.000 fancazzisti. Quella che fa sì che sul territorio sorgano – come funghi – infinite “piccole Iri”: le aziende municipalizzate.
Bisogna tagliare, altro che incrementare. E poi ancora privatizzare e fare serie liberalizzazioni (serie, non finte o all´acqua di rosa!).
Ma governano i comunisti.
Talchè.
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P.S. polemico: se è per questo anche a destra c´è chi – come Storace – vive su Urano. Il fondatore di “la Destra” sostiene che occorra parlare soprattutto di Valori (con la V rigorosamente maiuscola), perché: “con l´economia si campa, ma con i valori si vive“. Come biasimarlo: d´altra parte lui “campa” con 20.000 euro al mese pagati da noi contribuenti, quindi cosa diamine gliene frega del fatto che tanta povera gente non arrivi a fine mese o non trovi un posto di lavoro? Prima il lavoro e l´affrancamento dall´indigenza: queste le priorità di una politica di destra. Seria!
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