Set 07
19
Giovanni Sartori: lo chiamavano liberale
Giovanni Sartori. Per gli amici: Sartorius.° °
Lo definiscono liberale.
E lui, tale s´atteggia.
La cosa – fa d´uopo precisare – gli riesce anche bene. Salvo quando profferisca verbo.
Accademico dei Lincei, mica bruscolini.
Politologo. E di chiara fama.
Specializzato nel far cassa di risonanza al pensiero unico dominante. Anche detto: Pensiero Banale Conformista.
“La Terra si surriscalda, ed è colpa di quel cattivone dell´uomo”.
Ohibò!
Per miliardi di anni la Terra s´è surriscaldata, quando le andava; s´è raffreddata, quando le pareva; ed è tornata a valori accettabili e propizi alla vita, quando ancora le girava. E sempre senza responsabilità umana.
Ma Sartori è un Accademico dei Lincei, e ciò non può saperlo. Lui vola alto.
“La Terra è sovrappopolata. Occorre smettere di figliare. Siamo troppi e saremo sempre di più. Non avremo di che mangiare. Dunque: infilatevi un preservativo e non figliate più”!
Qui si legge – tra le righe – la saggezza e la cultura dell´uomo: mai banale, mai scontato. Per nulla incline alla demagogia o al pregiudizio vagamente millenarista ed escatologico.
Ma il meglio di sé, Giovanni Sartori – per gli amici Sartorius – lo dà quando parla dell´Italia. E del suo sistema politico.
Esperto di sistemi costituzionali, leggi elettorali, pesi e contrappesi montesquiviani, fa sfoggio della sua immensa – e mai faziosa – cultura, dalle pagine di quella rivista avanguardistica ed elitista che è il Corriere della Sera.
Il suo modus operandi è grosso modo questo.
Il centrosinistra propone il doppio turno alla francese?
E lui, dalle pagine del Corriere ad esultare: “bravi, ottima scelta”!
Il centrodestra – magari con Berlusconi in testa – propone il medesimo sistema elettorale?
E lui – sempre dalle pagine della rivista avanguardistica – a pronunciarsi con eguale enfasi: “pessima scelta, inadatta al sistema costituzionale italiano: potrebbe mettere a rischio la democrazia”.
Assiso sul trono dell‘obiettività , mai indulgente verso forme di antipatia o simpatia personali – ché l´uomo è Accademico dei Lincei, dunque Scienziato – Sartorius, da liberale conclamato e soprattutto super partes, negli ultimi anni ha fatto propria una bandiera: la difesa della democrazia liberale, contro derive populistiche, leaderistico-carismatiche, dunque: protofasciste.
Insomma, negli ultimi due lustri – capirete bene – ha lavorato parecchio: quel birbante del Berlusca – col suo codazzo di intenti illiberali – metteva in pericolo la democrazia. Presentandosi come il Messia: dunque incarnando propositi antipolitici.
E Sartori, insigne politologo, sapendo che l´italiano medio è attratto dall´Uomo della Provvidenza – quello che lo buggera più di altri, ma gli dà l´illusione di essere migliore di tutti – lo metteva in guardia dai pericoli: “Caro mio (italiano medio), poco alfabetizzato, rozzo e per di più qualunquista, metti al bando le pulsioni antipartitiche. Diffida dell´Uomo della Provvidenza. Di colui che si presenta come il Salvatore, dicendoti che ti restituirà la democrazia che i partiti hanno corrotto. Diffida di colui che i partiti – quelli vecchi – vuole abbattere: ritenendoli causa di ogni nefandezza. Diffida, insomma, di chi ti vende soluzioni a buon mercato, raccontandoti che in cambio di una delega in bianco – sia pur temporanea – ti ridarà lo Stato più bello che pria”.
E poiché il Berlusca si presentava con un tipico progetto protofascista (meno Stato, più libertà individuali – innanzitutto quella economica – meno tasse, più federalismo, meno burocrazia, meno dirigismo), il Sartorius aveva ben più di una ragione per preoccuparsi.
Nei suoi panni – e soprattutto forti della sua onestà intellettuale e della sua cultura – noi avremmo fatto la stessa cosa.
Così come, disponendo del suo immenso intuito e del suo raffinato acume, avremmo senz´altro offerto la nostra fama e la nostra penna – di democratici e liberali puri – a sostegno del liberale, liberista e libertario Beppe Grillo.
Uno di noi, insomma.
Uno che val la pena difendere, e per di più con un linguaggio tipicamente liberale. Perchè:
“Una ventata — solo una ventata — che spazzi via i miasmi di questa imputridita palude che è ormai la Seconda Repubblica, darebbe sollievo anche a me“. Pensa te.
Ma soprattutto, da liberali e antifascisti tutti d´un pezzo come Sartorius, avremmo diffidato ed esortato.
Perché il pericolo – ora – è uno solo. E si nasconde dietro l´angolo.
E quindi con eguale linguaggio, ma proprio eguale eguale, come Sartorius avremmo ribadito:
“Certo questa ventata non verrà fermata dalla ormai logora retorica del gridare al qualunquismo, al fascismo, e simili“.
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