Set 07
29
Quando ho iniziato a bloggare, nel settembre di due anni fa, lei era già una colonna portante della blogosfera di centrodestra.° ° °
La “conobbi” ancor prima di entrar a far parte di Tocqueville. Grazie ad un blog aggregator (che nel frattempo ha chiuso i battenti).
Era molto motivata: ogni giorno – alle otto di mattina – i suoi post facevano bella mostra di sé. Sul suo blog.
Un appuntamento fisso.
L´ironia, la delicata perfidia. L´irriverenza e lo sberleffo: questi i filtri attraverso cui raccontava la politica. Sbertucciandola.
Era una firma. E il suo stile, perfettamente riconoscibile.
Lo confesso: ad un certo punto dubitai delle sue buone intenzioni.
Sul suo blog lasciava intendere di avere altre identità (nel web).
Sicchè pensai che la gentile blogger che ogni giorno deliziava parecchi lettori, con la pacatezza, la forza e la giustezza delle sue posizioni, potesse – in un altrove internettiano – essere anche profondamente diversa da quella che appariva sul suo blog.
E per un po´ pensai che fosse lei a celarsi dietro un´altra blogger: non proprio encomiabile. Perché massimalista, sguaiata e intollerante.
Per fortuna mi sbagliavo: Zanzara era Zanzara. E non aveva nulla a che fare con l´altra.
Tante volte chi legge un blog, ignora tutto del suo tenutario: il nome, l´età , gli interessi. Quale vita conduca.
Soprattutto una domanda dovrebbe° affacciarsi spontanea: perché scrive? Chi glielo fa fare?
Ecco, nel caso di Zanzara, le motivazioni erano facilmente comprensibili: la passione, la convinzione che i suoi valori – e le sue idee – fossero giusti.
Solo così si spiega l´impegno quotidiano, faticoso e certosino che metteva in ogni suo post.
Un uomo – una donna – è tutt´uno con ciò che lo spinge ad agire.
E quando nobile è l´intenzione, se il gesto è pacifico e rispettoso degli altri, merita ammirazione.
Non conoscevo Zanzara. Non più di quanto consentisse la lettura dei suoi post.
Però comprendevo le sue motivazioni.
E ciò me la farà rimpiangere.
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