Il condono agricolo voluto dall’Unione rischia di fallire

Prodi pinocchio foto

Una cosa, più di tutte, rende spassose le persone di sinistra: l´assoluta discrepanza tra ciò che in pubblico predicano e ciò che in privato fanno. 

Si prenda ad esempio la storiella dei condoni.

Quando il governo Berlusconi decise di varare una maxi sanatoria fiscale, lorsignori sinistri ebbero a mostrarsi sdegnati: “E´ una vergogna. Un´offesa a chi le tasse le paga e le leggi rispetta”.

Siccome, però, per loro vale il detto “vizi privati e pubbliche virtù”, quatti quatti a quel condono vi aderirono. E pure in tanti.

Lo fece, ad esempio, la moglie di Prodi (mentre il maritino in pubblico diceva peste e corna della sanatoria).

Vi aderirono i Ds (che non perdevano occasione per affermare quanto immorale fosse lo strumento).

Poi la Cgil (che – urbi et orbi – ribadiva quanto fosse un’offesa ai lavoratori dipendenti, da essa rappresentati).

Inoltre l´Unità  (il cui direttore d’allora – Furio Colombo – lo considerava come uno dei tanti regali che Berlusconi fece a se stesso).

E – dulcis in fundo – il predicatore Beppe Grillo.

In pubblico sostenevano che il condono fosse immorale, e in privato – essendo evasori fiscali – lo ritenevano assai proficuo.

Condotta ineccepibile, non c´è che dire.

Fosse solo questo, però, sarebbe poca cosa.

Ciò che è rilevante, invece, è che lorsignori dell´Unione – appena arrivati al governo – i condoni abbiano deciso di adoperarli. Eccome!

Ne hanno varato uno per aiutare un imprenditore amico dei Ds (operante nel settore dei call center).

Poi, non paghi di questo – e sempre perché la loro superiorità  morale e antropologica è un fatto indiscutibile – hanno deciso di vararne un altro: avente ad oggetto il mancato versamento – da parte degli imprenditori agricoli – dei contributi all´Inps.

E di quest´ultimo condono, qui si vuole parlare.

Perché tra qualche giorno – precisamente l´8 ottobre – scadranno i termini per aderire allo stesso.

E siccome i signori dell´Unione sono sfortunati, oltrechè incapaci, pare che siano con l´acqua alla gola.

Eh già.

Infatti – quando decisero di ricorrere alla sanatoria – contavano di poter incamerare circa 6 miliardi di crediti agricoli sottratti indebitamente.

E per realizzare tale obiettivo, decisero di offrire – a coloro che avessero aderito al condono – la possibilità  di sanare la propria posizione, versando tra il 22 e il 30% delle somme dovute.

Però le cose sono andate malaccio.

E siccome hanno aderito in pochi, il Ministro dell´Agricoltura Paolo De Castro, ha dovuto prendere carta e penna.

Ma non per scrivere ai giornali. Scherziamo! Nessun cittadino – “de sinistra” – deve sapere che lorsignori abbiano varato dei condoni. Va tenuto nascosto.

Sicchè De Castro si è limitato a scrivere ai Presidenti di Regione. Supplicandoli di adoperarsi affinché il condono vada a buon fine.

Ecco cos´ha scritto a ciascuno di essi:

“Come ben sai, l´11 giugno è stata avviata per migliaia di agricoltori nonché per i soggetti pubblici operanti nel settore agricolo la possibilità  di aderire alla regolarizzazione delle loro posizioni debitorie nei confronti dell´Inps”.

“Tale opportunità  si è potuta realizzare a seguito dell´acquisto da parte di primari Gruppi Bancari internazionali, dei crediti a suo tempo cartolarizzati dall´Inps stessa”.

“L´operazione di ristrutturazione dei debiti agricoli consiste nella regolarizzazione della propria posizione debitoria attraverso una transazione definitiva a saldo e stralcio. L´ammontare del pagamento (dal 22% al 30% del debito complessivo) varierà  a seconda della opzione di adesione prescelta da ogni singolo agricoltore e del livello di adesione alla ristrutturazione”.

“La percentuale di adesione è pertanto determinante sia per il successo dell´operazione sia per il calcolo dell´importo dovuto da ciascun debitore; nel senso che maggiore sarà  la percentuale di adesione, minore sarà  l´importo dovuto dal singolo debitore, al quale verrà  inoltre offerta l´opportunità  anche di un pagamento rateale”.

“Il processo di ristrutturazione si concluderà  l´8 ottobre 2007”.

“Gli ultimi dati disponibili sulle adesioni evidenziano, però, una preoccupante situazione sia relativamente al numero che all´importo della accettazioni da parte degli agricoltori e dei soggetti pubblici interessati”.

“E´ doveroso da parte mia e del Ministero che rappresento ribadire che non vi potranno essere in futuro soluzioni alternative. Questa è l´ultima possibilità  concordata con i nuovi titolari dei crediti per addivenire a soluzioni non traumatiche”.

“Nella deprecabile ipotesi che la soglia minima di adesione non venga raggiunta i titolari dei crediti – nella specie, Equitalia – saranno costretti a dare corso a tutte le iniziative tese al recupero totale del debito dovuto”.

“Nella certezza della Tua piena condivisione e conseguente massimo impegno che certamente riserverai sul territorio a questa irripetibile opportunità , Ti allego il prospetto riepilogativo in ordine alla situazione debitoria della Regione (…) e dei soggetti “pubblici” ivi operanti”.

Una domanda.

Hanno la faccia come il culo, oppure no? 😉

P.S.: le informazioni contenute in questo post, sono state tratte da un articolo di Giulio D´Antonio, apparso ieri su LiberoMercato.


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9 Responses to "Il condono agricolo voluto dall’Unione rischia di fallire"

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  • tarzan says:
  • charly says:
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