Ott 07
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Fino a sentenza definitiva, chiunque è innocente. Finanche Totò Cuffaro: Costituzione dixit.° °
Ciò premesso, arriviamo al dunque.
Qualche giorno fa, Gianfranco Fini – dal palco della manifestazione indetta da Alleanza Nazionale – ha detto cose di un certo rilievo, in tema di legalità . Che meritano attenzione e anche riflessioni.
Innanzitutto ha affermato, in buona sostanza, che gli esponenti di An debbano dare il buon esempio. Essere e sembrare probi.
Distinti e distanti dalla cosiddetta “Casta”.
Ha aggiunto poi – e in modo encomiabile – che la lotta alla criminalità organizzata (Mafia, Camorra e ‘Ndrangheta) debba tornare ad essere combattuta con forza e determinazione.
Che sia necessario spezzare qualsiasi tipo di contiguità con la stessa.
E che occorra vigilare – anche o soprattutto – nella scelta della classe dirigente.
Tutto giusto e commendevole.
Se non fosse, però, che da quel palco nemmeno mezza vocale di autocritica sia arrivata nei confronti di scelte, come quella di candidare persone con procedimenti penali° in corso. Ovvero con sentenze definitive di condanna.
Logica e coerenza, viceversa, avrebbero dovuto imporre a Fini di esplicitare la volontà – magari con una promessa solenne – di non candidare più persone che risultino indagate (o condannate) per fatti di corruzione (o altri gravi fattispecie).
Così come logica e coerenza, avrebbero dovuto spingere Fini a dichiarare che – ferma restando la presunzione di innocenza – siccome le accuse che pesano su Cuffaro sono oggettivamente pesanti, non sia più possibile appoggiare la Giunta da lui guidata.
Logica e coerenza avrebbero imposto questo.
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