L´umanità e il suo fetore
Se tutti fossero come me, la vita si sarebbe estinta. Pochi giorni dopo la sua genesi.°
Se tutti fossero come me – coerenti, inflessibili, severi con se stessi e il più possibile corretti con gli altri – la vita, da troiaio e giungla qual è, non esisterebbe più.
Se tutti fossero come me, e avessero in odio la voglia di fottere gli altri – quale che ne sia la motivazione – la vita sarebbe foglie morte.
Se tutti fossero come me, e anteponessero a laide ambizioni – in particolar modo il desiderio di dominio e di affermazione sugli altri – l´agire secondo criteri di etica, ragionevolezza e giustezza: la terra sarebbe un affresco di sabbia.
Se tutti fossero come me, disposti a ricevere anche il più grande nocumento possibile, pur di non stuprare la propria coscienza e i propri valori – vendendoli magari alla più modesta delle meretrici: l´invidia – questa terra sarebbe solo sassi.
Se tutti fossero come me, e ricevessero appagamento solo dalla puntuale e silente osservanza di un codice cavalleresco improntato all´Onore, alla Lealtà e alla Dignità (anche quando questa osservanza fosse valutata come espressione della più fallimentare e derelitta delle esistenze), nemmeno più i pesci abiterebbero questa vita.
Se tutti fossero come me – e avessero ricevuto la condanna ontologica a rivestire la composta e risoluta dignità di Alceste – nemmeno entità vermiformi, calpesterebbero ancora questa terra.
Se tutti fossero come me, persone dabbene – e per ciò magari giudicate fallite – nemmeno le blatte scivolerebbero più, lungo questa vita.
Ma l´umanità è altra. E dunque è viva e vegeta.
Anche se, di tanto in tanto, un sole la oscura.
E il suo mantello è donna.
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