Nov 07
11
Io sono un ex missino di 34 anni.° °
Al Movimento sociale italiano mi sono iscritto nell´89/90.
Avevo 16 anni. E frequentavo il primo liceo classico.
Il giorno della mia iscrizione (avvenuta grazie a Luca Ferlaino, figlio di Corrado, ex Patron della Società calcio Napoli), ad inaugurare la sezione Chiaia – ubicata allora in via Piedigrotta – c´era Gianfranco Fini.
Conservo ancora gelosamente il suo autografo.
La sensazione che ebbi entrando in quell´ambiente, fu strana. Anche perché i partiti grondano di persone adulte. I giovani ci sono, ma son sempre troppo pochi.
E quando ti iscrivi ad un movimento politico, e sei piccoletto, beh: un po´ spaesato ti senti.
La sezione Chiaia era una sezione di finiani. Anche se al suo interno trovavano “ospitalità ” finanche i rautiani. I nostri “nemici” (e noi eravamo i loro).
Respirai da subito il clima “correntizio”: quello che rendeva il Movimento Sociale Italiano, eguale ad ogni altro partito. Finanche alla Democrazia cristiana.
Ero – come oggi – di destra. Lo sono ontologicamente. E per ragioni culturali.
Lo sono anche perché i modelli familiari con cui sono cresciuto, erano modelli di destra.
Mio nonno materno incarnava il volontarismo. E perché no: anche un pizzico di superomismo.
A nove anni iniziò a lavorare, vendendo quaderni in mezzo alla strada: non aveva di che mangiare. Alternative non v´erano.
E tuttavia, nonostante le umilissime origini, è divenuto uno degli imprenditori più importanti di Napoli.
Prova che sei hai carattere e talento, il fato ostile nulla può contro di te.
Mio padre – in gioventù socialista – si diceva liberale, all´epoca dei fatti di cui si parla.
Talmente liberale, che quando mi iscrissi al Movimento Sociale, fui costretto a tener nascosta la cosa: non avrebbe affatto gradito, diciamo così.
La mia militanza, dunque, come quella di tanti borghesi che – “certe cose non fanno, e certa gente non frequentano” – si svolse, all´inizio, nella totale clandestinità .
Il che a volte creava delle situazioni spassosissime. Se le si valuta ex post.
Ad esempio: se partecipavo ad una kermesse del partito – magari in un hotel – e la stessa veniva ripresa da emittenti televisive locali, dovevo nascondere – quantomeno il viso – per evitare che magari i miei familiari potessero “sgamarmi”. Vedendomi in tv.
Non vi dico: diecine di volte mi è capitato di supplicare (sic!) i teleoperatori, affinché non mandassero in onda alcuni spezzoni di video.
Conobbi l´interclassismo: nelle sue forme più spinte.
Nel senso che militavano con me, persone dalle più disparate condizioni economiche.
Ho fatto politica con “onorevoli”, disoccupati storici e professionisti.
Studenti delle scuole serali, contrabbandieri di sigarette e plurimiliardari.
Tutti eravamo uniti da Ideali: questo era il “cameratismo”.
Essenzialmente credevamo in una visione etica della vita.
Una visione che, però, molti di noi mai avrebbero imposto ad altri.
La democrazia l´accettavamo, senza profferir verbo. Tutti.
Respingevamo il “Sistema”, però: quello partitocratico e corrotto.
Che umiliava la Patria e i cittadini.
E il nostro richiamo al Fascismo – a volte salutato con le braccia tese – era il richiamo ad una visione onirico/utopica e cavalleresca: proiettavamo, insomma, in una fase storica “idealizzata”, ciò che vedevamo assente in quel momento.
Giustizia, etica e legalità . Amore patrio, fede e abnegazione.
Coraggio, sacrifico e disinteresse. Onore e merito.
La nostra militanza era condita dalla fatica e dal discrimine.
Ciò che facevamo suscitava ilarità e sberleffi. Quando non ostilità ed acrimonia.
Eravamo la spina dorsale del partito. Senza di noi, nulla sarebbe stato possibile.
Il danaro?
Mai nemmeno una lira: si faceva politica per gli Ideali. E gli Ideali non si coniugano – necessariamente – con l´interesse personale. Con l´utilitarismo.
Così ci capitava di affiggere i manifesti: magari fino all´alba.
Dovendo proteggerci dal freddo, dai sorrisi di sfottò delle prostitute che ci vedevano girare con scope, colla e secchi.
E avendo premura di guardarci le spalle dai “compagni”: ogni volta che uscivi, e volevi attaccar manifesti in certe zone (Piazza S. Domenico a Napoli, ad esempio), c´era sempre qualche gentile Autonomo, che ti esortava a levarti dalle palle.
La violenza – quelli della mia generazione – fortunatamente non l´hanno conosciuta.
Il discrimine, invece, sì. La ghettizzazione, l´impossibilità di intavolare anche solo una discussione, erano ordinaria amministrazione.
Come l´essere giudicati razzisti.
Quest´ultima accusa, in particolare, era talmente vera che il sottoscritto – assieme ad una quindicina di altre persone, tra cui il mio amico Anastasio Tricarico (che s´è suicidato) e all´attuale vice capo dei servizi politici del Secolo d´Italia, Gimmy Fragalà – per diversi mesi fece la “guardia del corpo” a tre somali. Tre persone di colore, evidentemente.
Condannate a morte dall´allora regime comunista di Siad Barre. E rifugiatesi in Italia – come, non lo so – grazie all´allora deputato missino, Massimo Abbatangelo.
I somali in questione era ospitati in una tenda che allestimmo in Piazza Dante, vicino alla Federazione del partito.
Io ed altri militanti facevamo la guardia del corpo a queste persone, nel senso che – siccome di sera tarda (e di notte) la Piazza citata era stracolma di tossici, gente ubriaca e clochard – la nostra presenza evitava che i suddetti somali, potessero esseri picchiati o altro.
Sicchè per diversi mesi, i miei sabato sera – anziché passarli in discoteca come i miei coetanei diciassettenni – li passavo in compagnia di queste persone di colore.
Però ero un razzista, io: ovviamente!
Le giornate erano cadenzate dagli impegni di partito. Lo studio poteva attendere.
Sicchè spesse volte si andava a scuola impreparati: se un prof t´interrogava, un “impreparato” o un due, erano il prezzo che dovevi pagare, per il tuo impegno.
La carriera o il carrierismo, nemmeno sapevamo cosa fossero.
Eravamo cavalieri, noi. O tali ci consideravamo. Ci bastava “lottare” per i nostri ideali: nessun premio in cambio chiedevamo.
Le “cariche” – quando le si otteneva – erano il premio alla militanza. Al sacrificio e al merito, mostrati nel sostenere la “Causa”.
Mai stati estremisti, noi. Mai.
La mia militanza, anzi – come quella di tutte le centinaia di persone che ho conosciuto – era improntata ad una normale – normalissima – moderazione.
Ho ricevuto la gratificazione di qualche incarico/carica: sono stato fiduciaro del Fronte della Gioventù nel mio liceo. Poi dirigente provinciale – settore “Stampa e propaganda” – delle medesima struttura.
Poi – dopo il suicidio del mio amico Anastasio – e per proseguirne l´opera, accettai di diventare Presidente del Fuan: la struttura universitaria del partito.
Avevo 19 anni. Ed ero oramai “solo”, senza il mio amico “Ana”.
Erano gli anni di Tangentopoli: per noi un sogno che s´avverava.
La vecchia partitocrazia vacillava sotto gli effetti di Mani Pulite.
Ogni giorno m´inventavo un volantino.
Lo confesso: abbastanza giustizialista.
Nel senso che appena arrestavano uno del pentapartito, aggiornavo il volantino precedente con la sua foto: e l´immancabile scritta rivolta a chi quel volantino avrebbe letto, fuori le università . “Voteresti mai, per i nipotini di questi qui?”.
Facile demagogia, ovvio.
All´età di 22 anni, poi, presi la decisione di “mollare” tutto.
Dovevo continuare gli studi, e il venire meno del mio amico rendeva amaro il sapore della politica. Privo di ogni logica.
Quando Fini decise la svolta di Fiuggi, ne fui felice. Orgoglioso.
L´accettazione dell´antifascismo la consideravo una cosa sacrosanta.
Il mio percorso universitario, infatti, m´aveva – nel frattempo – portato a studiare la produzione legislativa del Ventennio.
E in essa non trovai quella visione etica della vita, che immaginavo, invece, il Fascismo avesse incarnato. Trovai tante pessime cose, che da fanciullo liceale non immaginavo. Né conoscevo.
Era una Dittatura, come tante altre.
Di sicuro non fu la peggiore. Ma chi elimina la libertà , è sempre un nemico del proprio popolo. Soprattutto quando affermi di volerlo, invece, proteggere.
Quando Fini disse che il “Fascismo fu il male assoluto”, ne fui rincuorato.
E per nulla deluso.
Non è una verità storica, quell´asserto.
E´ una chiara presa di distanza. E´ un comunicare al mondo che Alleanza Nazionale non ha nulla a che spartire con il Fascismo.
Con le dittature e con la soppressione delle libertà individuali.
E´ una Destra – altra e alta – Alleanza Nazionale: liberale e conservatrice.
E io in essa mi sento perfettamente a casa.
Perché ogni realtà effettuale “è un divenir altro da sé con se stesso”.
E chi non è in grado di riconoscere delitti e crimini, orrori e sbagli, non è un nostalgico.
E´ un ottuso.
E infatti senza dignità alcuna, afferma:
“Quando a Fiuggi fu spenta la fiamma piangemmo lacrime di dolore. Oggi la riaccendiamo e piangiamo lacrime di gioia”.
Meno male che sono usciti da Alleanza Nazionale!
PS. tanto un giorno mi sveglierò tutto sudato e mi accorgerò di aver votato casini!
AHAHAHHA
😀
“Sì, prefe, buonanotte…quelli che amano la violenza si chiamano autonomi o blak block e tu li frequenti…”
TI RAMMENTO:
1- non frequento black block e non ti permetto di dirlo senno’ vengo a dirti che frequenti mafiosi e assassini perchè mi gira. Ergo non inventare cazzate.
2- Autonomi nemmeno. Vado (andavo , non fanno piu’ concerti) al pedro a vedere musica. Suono in un gruppo e i gruppi suonano anche nei CSO…
3- Fa finta di niente, ma quelli di storace, ripeto VOSTRI ALLEATI, sono i personaggi intabarati che hanno aggredito caserme a roma e milano e ucciso raciti.
Correre.
Risposta a prefe:
Militanti di Rifondazione e Pdci hanno in più di una occasione messo a fuoco città intere, te ne sei mai sdegnato?
Non dire che non è vero e che non lo sai, su questo blog esistono svariati post che ne parlano…ripeto: guardate a casa vostra, che state “Inguaiati”, e su nulla – men che mai su cose del genere – potete fare la morale ad alcuno…
Risposta ad Andrea:
Ma dicendo queste cose hai ragione, chiunque vota per il male minore…quello che io intendevo dire è solo questo: vota pure per Storace che magari su qualcosa sarà destra religiosa (chiaramente io non sono alcuno per darti consigli o dirti per chi votare, ci mancherebbe!), ma tieni conto che Storace – la sua base e i suoi dirigenti – sognano sì, una destra religiosa: ma che sia al contempo fascista…io ho commenti apparsi sulla stampa, anche su Libero, di ex dirigenti di An di 80 anni, che hanno aderito alla Destra perchè – parole loro – vogliono morire fascisti…non sono mie congetture, purtroppo…
P.S.: Casini è già la destra religiosa, solo che è democristiano. Questo è il problema, ovviamente…
ho letto la tua mail,e sono curioso di sapere chi sei perchè proprio nn mi ricordo,però visto il tuo percorso nn potevo farti entrare in una sezione migliore! la destra nn è fascista è solo un altro partito conservatore un po’ piu’ becero,ma la sostanza nn cambia,filo berlusconi,filo usa,filo israele,liberaldemocratici….ecc è solo mkt!essere fascisti significa “trovare una via nazionale al socialismo” ed è tutta un altra storia,non fatta di folclore stereotipato ma di ideali ma questa è un’altra storia
Risposta a luca:
Io non ti ho mandato alcuna mail e non so nemmeno se tu sia il Luca che dici di essere. Anche se dal recapito mail che hai lasciato per commentare qui, potresti essere proprio il Luca cui ho fatto riferimento in questo post.
Sono passati tanti anni, il mio nome qui non lo dico.
C’era il Liceo Umberto di mezzo.
Però – sempre ammesso che tu sia chi dici di essere – vedo che in fondo in fondo rimani sempre sempre rautiano.
Un male, direi 😉
Scherzo, grazie per la visita…
“guardate a casa vostra, che state “Inguaiati”, e su nulla – men che mai su cose del genere – potete fare la morale ad alcuno…”
non faccio la morale…
ma con tutti i post che hai scritto sui cattivi noglob la fai tu, la morale.
Tu non sei un teppista io nemmeno ma sinora i predicozzi li hai fatti tu a me, come direttore di un gulag, hai una sezione intera del blog a riguardo!
…
ti chiedo, visto che mi chiedi come faccio a votare che ci sono i cretini che sfasciano tutto, desumo che tu non voteresti in una situazione analoga e, da quanto si evince dalle tue risposte, la situazione è effettivamente comparabile.
…
tutto qui.
Quindi ora mi aspetto che tu non faccia più la morale a tutti?
splendido!
no no, casini di destra non lo è proprio!! 😛
è vero nn mi hai mandato nessuna mail, mi sono imbattuto casaualmente nel tuo post,cliccando il mio cognome su google, il vecchio rauti si sarebbe dovuto ricordare di essere rautiano invece di essere eterodiretto e oggi avremmo una “rifondazione missina” in cui potrei continuare a fare politica….. invrece per quanto mi riguarda anche se sono passati molti anni rimango sempre un fascista ma ormai “immaginario”e ricordo con piacere i tempi dell’umberto,dove creammo veramente un bel gruppo
Risposta a luca:
Nel frattempo, invece, io sono rimasto a destra. E com’era normale che fosse, sono diventato un liberale e un conservatore (laico).. 😉
Risposta ad Andrea:
Purtroppo sì 😉
Camelot scusa se insisto….ma secondo te dire che alleanza nazionale deve fare cose di destra e che al paese servono cose di destra è farsi del male da soli???? ma non mi sembra…certo la bossi-fini ok, molto positiva, ma poi oltre a dire di si a berlusconi che si è fatto???? Per amor del cielo non ti paragonare a questo governo che forse è il peggiore del dopoguerra…..
Camelot,Sarkosy in Francia le cose di destra le sta facendo veramente e non viene chiamato fascista o estremista……e anche se succede non ne ha paura.Certo,la loro storia è diversa dalla nostra………..Io non parlo di ritorno al fascismo nè alla dittatura ma parlo solo di certi valori di destra che se alleanza nazionale parde rimarrà per sempre un corpo senz’anima con una paura eterna del suo passato e un grossopeso per il futuro…..vabbè Machiavelli diceva il fine giustifica i mezzi ma Erasmo da Rotterdam,l’autore più amato da Berlusconi,parlava di moralità del potere, e non mi sembra morale per niente voler andare al potere dimenticando le parti buone del loro passato……..e caro Camelot credimi,che nonostante la storiografia spudoratamente di sinistra lo neghi, indottrinandolo nelle scuole e nelle università , il fascismo le cose positive ce le aveva eccome………………e tu questo lo sai benissimo….
Meno male Cam, meno male. Il più grande regalo che potessero farvi. E si è portato via pure la Santanchè! Le uniche lacrime di gioia sono le nostre. Quelle di chi vede la libertà minacciata da questi estremisti e oggi livede autorinchiudersi in un ghetto politico.
Risposta a Jinzo:
Sono il niente, con un grande sponsor: Berlusconi 😉
Ho letto il tuo articolo che e\’ servito a giustificare l\’abbandono dei tuoi ideali giovanili. anche tu come tanti sei diventato pompiere. Io invece sono l\’ottuso. Nel 1948 a 14 anni ho preso la tessera del MSI ora ne ho 74. Altro che discriminazioni verbali, ma botte, persecuzioni, carcere,e sai perche\’? per fare un atto di presenza e per permettere ai Camerati venuti dopo di noi , il diritto di sventolare il Tricolore. E non abbiamo aspettato Ciampi per questo. In Fiat parlavamo di socializzazione Tricolore. Cosa ne sai tu della mia generazione e quella successiva che non ha avuto giovinezza, ma che ha permesso a Fini di vedere Berretti verdi. A Fiuggi non ho pianto. Ho sputato addosso al nuovo badoglio detto il prono. Anche se tutti non io. Resto al mio posto da ottuso, ma con la stima dei Nostri e porto con me orgogliosamente i miei ideali e rivendico come mie tutte le sofferenze della mia generazione che non ha avuto bisogno di studi universitari o di Berretti verdi per acculturarsi. A Torino un giorno nella sede del MSI contestai il prono e lo definii \”la macchietta di Almirante\”, era il momento della sua ascesa in competizione con Tarchi. Caro EX ti lascio con il tuo prono di arabi di israeliti di padroni e non solo di quelli. Resto un Camerata con la soddisfazione di non essere da solo. Certo il mondo va avanti ma non per questo rinnego il passato. Noi sbeffeggiamo il prono quando dichiara:Tutto mi si puo dire, ma la mia coerenza e\’ riconosciuta da tutti\” Caro Fini nessuno mai ti chiamera\’ boia , ma il prono e badoglio si. Ti saluto amodo nostro con il braccio teso che come diceva Almirante: E\’ l\’unico saluto igienico e pluralista a mano aperta come il coraggio.
Risposta a vada camillo:
Ho massimo rispetto soprattutto della tua età .
A me stanno a cuore gli interessi della Patria, e il modo di risolvere i suoi problemi…a te sta a cuore altro: il narcisismo e lo sterile irredentismo…
Io ho scelto di vivere in questa era, e di risolvere i problemi della mia gente…chi vive su Urano, utopista e scollato dalla realtà fa danni…proprio come i comunisti…
Oggi al lavoro vagabondavo, non so perchè, alla ricerca di qualcosa che parlasse di Anastasio. Dio che strano leggere quelle parole “Camelot” potrei averle scritte io. La differenza è solo che io lasciai quella presidenza che tu prendesti…ma per il resto…brividi lungo la schiena.
anche oggi che la mia vita è altrove ed è diversa la mente torna spesso a quelle notti, in cui ci sentivamo “cavalieri” ed alle albe fatte a parlare con Anastasio per poi ricominciare un altra giornata di battaglie.
Grazie Camelot
Acquaman:
😉
ma tu dove eri…?!! ma tu chi sei??? come acquaman vagabondavo alla ricerca di Anastasio… Pensavo che il mondo si fosse dimenticato di lui… Mi manca… Mi mancate!!! Grazie Camelot. Grazie Acquaman.
Risposta anatec:
Sono uno che è stato vicino anche a te, per un pò…ti ho sfiorata 😉
Manca a tutti, Ana…ma basta guardare in alto, e qualcosa si vede ancora….sorridi, però…chiaro? 😉
Ciao..
Camelot …. in quel
meraviglioso periodo ho la presunzione di dire che ero colui che passava più tempo con Ana, …. un periodo dove valeva … “quando si ha un amico si marcia con lui fino in fondo” … di quel periodo quasi tutto è scomparso …. non solo a causa della sua scomparsa ………. quei vecchi amici si sono arresi … indietreggiando .. lasciando “morire” il resto dei cavalieri”.
…………….. Toglietevi l’armatura ………………….
Caro Camelot che ricordi hai fatto salire a galla……..Come dimenticare…fu Anastasio a cambiarmi la vita, fu lui a farmi capire tante cose e per anni, fin quando non si formò “la compagnia” fu un esempio una guida e non parlo solo della politica. Fu lui a spingermi a scrivermi all’università , fu con lui che entrai la prima volta ad architettura e sempre lui venne a firmare in ospedale quando per la prima volta da quell’università né usci con 2 costole rotte. Sempre con lui “ci vendicammo” e sempre con lui decidemmo di non subire più in silenzio la discriminazione.
Non ho capito chi sei “camelot” , ma questo non è importante, importante e dirti che Anastasio starebbe con te e non con me, ora. Per come lo conoscevo ne sono sicuro. Usci dalla compagnia prima della sua morte, ma non usci dal suo cameratismo, ci sentivamo per altre cose, per cose diverse dalle beghe interne. Sapevo sin da allora che sarebbe finita cosi, che per molti il fascismo sarebbe divenuto “il male assoluto”, non lo accettai, non lo accetto. Il massimo che posso concedere , visto i risultati, e che i neo-fascisti “fossero il male assoluto”, ma questa è un’altra storia. Caro Camelot , la cosa che voglio ricordare e quel maledetto giorno. Non credo che interessi a nessuno, ma la scrivo per ricordarla anche solo a me stesso. Appresi la notizia via radio….scendevo da una gita sul Vesuvio e accendendo lo stereo in macchina ascoltai il radiogiornale (non l´avevo mai fatto prima, mai fatto dopo) “…giovane esponente della destra universitaria…… MORTO….. Anastasio Tricarico”. Non esistevano i telefonini ed era ancora il periodo in cui “cellulare” ci faceva pensare agli sbirri. Il gelo, l’incredulità , il dolore….sino all’arrivo, l’arrivo ad un telefono. Il numero, gli squilli, la risposta, la conferma. Chi è stato? Lasciai il telefono e tra le lacrime innanzi a me i ricordi, le sue battute caustiche, la sua bellissima cazzimma. Vendetta, atroce, fredda, immediata e comprensione lucida delle conseguenze….CHI SE NE FOTTE, CHI SE NE FREGA!. Entrai nella mia stanza, la stessa in cui mi aveva insegnato a suonare la chitarra, la stessa in cui col naso rotto si era rifugiato tante volte, la stessa in cui il “batterfly” sembrava la cosa più “normale” da prendere. Salutai mio padre, senza dirgli niente, avrebbe capito, mi avrebbe fermato, mio padre ci aveva visto crescere….lo salutai con un bacio, in pratica un addio. In quel momento, non importava nulla, solo Ana, solo Ana, era importatnte.
All’ingresso del palazzo, mi fermano, non ricordo chi…. occhi lucidi, incrociano occhi lucidi, mani fredde stringono mani fredde. Il primo a parlare mi disse testuali parole, “io non ci credo, vogliono farci credere che si è suicidato, vogliono tenerci buoni….tu ci credi?” …… SUICIDATO!? Come suicidato? Percosi il cortile inebetito…suicidato…. che significa suicidato… un dolore allo stomaco come una pugnalata, ma non era il coltello…. mi risvegliai ma non ero nella saletta d’ingresso, ero dietro una macchina, con Totore che mi perquisiva e continuava a dirmi a muso duro di non fare stronzate, che dentro c’era la digos, che ci sarebbe stato tempo… Solo in quel momento capì il significato della parola suicidato. Entrai “nudo” e a metà della prima rampe di scale, gli occhi andarono alla “capa e Mussolini” li su quel armadio, il braccio scatto in saluto, le lacrime incominciarono a scendere…Ogni gradino un ricordo, un sogno, un mondo diverso, una lotta impari, la voglia di non mollare, altro che Alleanza Nazionale…..ma in quel momento, sull´ultimo ballatoio, incrociai lo sguardo, lo sguardo di qualcuno, non ricordo se quello di Paolino, di Massimiliano o del Molaroski, non ricordo, ma capì, capì che Ana era morto, perché era troppo il dolore di quegli occhi. Quasi svenni quando incrociai gli occhi della sorella, e l´avrei fatto se lei non fosse stata una donna. Riscendemmo le scale e mentre eravamo giù da soli, mi accorsi che l´idea della vendetta non era stata solo la mia. Quella saletta era ormai un armeria ed il mio Batterfly era davvero poca cosa, ma non la mia determinazione. La veglia, le bandiere, il funerale, il presente….Lo sforzo più grande sforzarmi di capire che si era suicidato. Che dirti Camelot, anche la mia vita cambiò, ma mai penserò che quella “compagnia” abbia qualcosa in comune con le scelte di oggi. Tu ti senti a casa con chi pensa che il Fascismo sia il male assoluto”? Tu ti senti a casa con i Plutocrati di ieri e di oggi? Liberissimo di farlo, ma questo non è altro che la dimostrazione che per il vero fascismo ogni idea era buona, se gli uomini che la incarnano hanno il cuore pulito, pulito Camelot, pulito puro. Puro tanto da capire che il vero OTTUSO e chi non sa riconoscere i crimini del liberismo, ben più numerosi ed atroci del “male assoluto”. Non credo che la compagnia avesse ben chiaro cos´era il fascismo,( ma chi può averle), ma di una cosa sono ancora sicuro, di quei cavalieri qualcuno “cavalca ” ancora e se ne frega altamente, sia di chi va a fare i pellegrinaggi , sia di chi ci ha messo 10 anni per capire cosa significavano quei pellegrinaggi. Molti hanno smesso di “cavalcare”, ma sai che ti dico……per quanto mi riguarda la “COMPAGNIA CAVALCA ANCORA”.